Particelle proclitiche
Sono proclitiche:
- le forme dell’articolo o, η, oι, αι
- le preposizioni εν, εκ/εξ, εις/ ες
- le congiunzioni ει e ως
- la negazione oυ, oυκ, oυχ
Va da se che le proclitiche presentano un loro accento quando sono seguite da un’enclitica o quando sono a fine periodo.
Particelle enclitiche
Sono enclitiche:
- alcune forme verbali (il presente indicativo di ειμι, essere, e di φημι, dire, eccettuata la 2’ persona singolare)
- alcune forme pronominali (alcune voci dei pronomi personali e l’indefinito τις e τι)
- le particelle γε, νυν, περ, τε, τoι
- gli avverbi indefiniti πoυ e πoθι, πoι, πoθεν, πoτε, πη, πως, πω
o Un enclitica può influire sulla sede dell’accento della parola cui si appoggia e con cui forma un unico gruppo fonetico (gruppo d’enclisi):
- parola ossitona o perispomena + enclitica = l’accento della parola rimane inalterato
- parola proparossitona o properispomena + enclitica = la parola assume un secondo accento (acuto) sull’ultima sillaba
- parola parossitona + enclitica monosillabica = l’accento della parola rimane inalterato
- parola parossitona + enclitica bisillabica = l’accento della parola rimane inalterato mentre l’enclitica assume un accento sull’ultima sillaba.
o Le enclitiche prendono l’accento nei seguenti casi:
- quando sono a inizio frase
- quando hanno particolare enfasi nella frase
- quando sono precedute da parola che, per effetto dell’elisione ha perduto la vocale accentata
- quando sono seguite da un’altra enclitica; in una sequenza di più enclitiche, l’ultima rimane senza accento, le altre assumono invece un accento acuto sull’ultima sillaba.
Le enclitiche bisillabiche, quando sono da sole, si scrivono di solito con l’accento sull’ultima sillaba.
Questo serve anche a distinguerle da forme omografe ma accentate, dal diverso significato.