Concetti Chiave
- Lo sviluppo sostenibile mira a soddisfare i bisogni attuali senza compromettere le generazioni future, come definito nel Rapporto Brundtland del 1987.
- Le definizioni di sviluppo sostenibile si concentrano sulla qualità della vita e sull'uso delle risorse naturali entro i limiti degli ecosistemi, come evidenziato dall'ONU e dall'economista Herman Daly nel 1992.
- Nel 1972, il rapporto "Limiti dello sviluppo" e la conferenza ONU sull'Ambiente Umano hanno sottolineato i rischi della crescita produttiva illimitata e la necessità di un sviluppo sostenibile.
- Negli anni '70, la crisi petrolifera e le conferenze sul clima hanno portato alla consapevolezza dei problemi ambientali come l'effetto serra e il buco nell'ozono.
- L'UNESCO nel 2001 ha definito la diversità culturale come elemento essenziale dello sviluppo, paragonandola all'importanza della biodiversità per la natura.
Sostenibilità ambientale
Chiaramente nel Rapporto Brundtland, del 1987, ed è il seguente: “Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”. In pratica lo sviluppo sostenibile quindi vuole permettere a chi verrà dopo di noi di fare le stesse cose che facciamo noi.
Altre definizioni di sviluppo sostenibile sono le seguenti:
ONU, 1992: per sviluppo sostenibile si intende un miglioramento di qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi alla base;
Herman Daly (economista), 1992: svilupparsi mantenendosi entro la capacità di carico degli ecosistemi;
ICLEI, 1994: sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l'operabilità dei sistemi naturale, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi;
UNESCO, 2001: la diversità culturale è necessaria per l'umanità quanto la biodiversità per la natura.
Il concetto di sostenibilità inizia a nascere negli anni ’70, quando a seguito delle conferenze sul clima gli Stati si resero conto della presenza e delle conseguenze negative di problemi come l’effetto serra e il buco nell’ozono. La crisi petrolifera del 1973 creò seri problemi a livello internazionale, infatti la diminuzione delle esportazione petrolifere dall’Oriente verso Europa e USA portò a un aumento dei costi dell’energia e dell’inflazione. La conseguenza di questa crisi fu l’applicazione di politiche di austerità da parte di vari Paesi nel mondo, che presero misure drastiche per limitare il consumo di energia.
Inoltre nel 1972 venne pubblicato il rapporto si “Limiti dello sviluppo”, che mostrava come la crescita produttiva illimitata avrebbe portato al consumo delle risorse energetiche ed ambientali. Il rapporto però diceva che sarebbe stato possibile giungere ad un tipo di sviluppo che non avrebbe portato al consumo totale delle risorse del pianeta. Sulla base di questi risultati si tenne, nel 1972, la conferenza ONU sull’Ambiente Umano.
Alla fine degli anni ’80 un oncologo svedese riuscì a riscuotere un ampio consenso nella comunità scientifica per la creazione di una definizione di sviluppo sostenibile.
Il Rapporto Brundtland viene quindi elaborato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo.
anno risale la definizione di Daly, che pone le seguenti condizioni fondamentali:
• il peso dell'impatto antropico sui sistemi naturali non deve superare la capacità di carico della natura;
• il tasso di utilizzo delle risorse rinnovabili non deve essere superiore alla loro velocità di rigenerazione;
• l'immissione di sostanze inquinanti e di scorie non deve superare la capacità di assorbimento dell'ambiente;
• il prelievo di risorse non rinnovabili deve essere compensato dalla produzione di una pari quantità di risorse rinnovabili, in grado di sostituirle.
In questa definizione viene introdotto il concetto di equilibrio tra uomo ed ecosistema.
A seguire verranno poi create le definizioni dell’ICLEI e dell’UNESCO.
Domande da interrogazione
- Qual è la definizione di sviluppo sostenibile secondo il Rapporto Brundtland del 1987?
- Quali sono le condizioni fondamentali per lo sviluppo sostenibile secondo Herman Daly?
- Come viene definito lo sviluppo sostenibile dall'ONU nel 1992?
- Qual è il ruolo della diversità culturale nello sviluppo sostenibile secondo l'UNESCO?
- Quali eventi storici hanno contribuito alla nascita del concetto di sostenibilità negli anni '70?
Il Rapporto Brundtland definisce lo sviluppo sostenibile come quello che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di fare lo stesso.
Herman Daly stabilisce che l'impatto antropico non deve superare la capacità di carico della natura, il tasso di utilizzo delle risorse rinnovabili non deve superare la loro rigenerazione, l'immissione di inquinanti non deve superare la capacità di assorbimento dell'ambiente, e il prelievo di risorse non rinnovabili deve essere compensato da risorse rinnovabili.
L'ONU definisce lo sviluppo sostenibile come un miglioramento della qualità della vita che non eccede la capacità di carico degli ecosistemi.
L'UNESCO afferma che la diversità culturale è necessaria per l'umanità quanto la biodiversità per la natura, ed è una delle radici dello sviluppo, inteso non solo come crescita economica ma anche come mezzo per una vita più soddisfacente intellettualmente, emotivamente, moralmente e spiritualmente.
Gli eventi storici includono le conferenze sul clima che hanno evidenziato problemi come l'effetto serra e il buco nell'ozono, la crisi petrolifera del 1973 che ha portato a politiche di austerità, e la pubblicazione del rapporto "Limiti dello sviluppo" nel 1972.