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Concetti Chiave

  • Le marcite sono una tecnica agricola innovativa sviluppata dai monaci Benedettini per sfruttare le acque delle risorgive.
  • Questa tecnica prevede la canalizzazione dell'acqua sopra i campi, impedendo la formazione di paludi e aumentando la fertilità del terreno.
  • L'acqua delle risorgive, che non gela mai, garantisce temperature miti che proteggono le colture invernali.
  • Grazie alla marcita, è possibile ottenere fino a otto raccolti di foraggio all'anno, raddoppiando la produttività rispetto ai metodi tradizionali.
  • Le marcite hanno storicamente caratterizzato il paesaggio della pianura lombarda, ma oggi sono in declino a causa dell'incuria umana.

Le marcite

Le marcite sono un esempio particolare delle trasformazioni che il paesaggio naturale ha subito a causa dell’utilizzo di nuove tecniche per le coltivazioni agricole da parte degli uomini. I monaci Benedettini “inventarono” la tecnica di coltivazione dei prati detta marcita e la applicarono in tutti i luoghi che si prestavano. Vediamo un esempio concreto: intorno al 1135 la comunità di monaci che viveva nell’Abbazia di Chiaravalle, alle porte di Milano, decise si sfruttare l’abbondanza delle acque delle risorgive che rendevano, molto probabilmente, la zona poco fertile e malsana.

Se l’acqua non viene infatti canalizzata e utilizzata intelligentemente trasforma in palude i terreni sui quali sgorga. I monaci osservarono che l’acqua proveniente dalle risorgive e dai fontanili non gelava mai e quindi ebbero l’idea di strutturare i campi utilizzando in modo ingegnoso quelle stesse acque. Oggi che disponiamo dei termometri possiamo verificare che l’acqua dei fontanili si mantiene sempre sopra gli zero gradi centigradi, raggiungendo normalmente i 9-12 gradi in inverno. Una marcita si presenta come una divisione regolare del terreno in rettangoli, il cui suolo è stato impostato con la forma di un tetto. Sul colmo scorre un canaletto a fondo cieco che riceve l’acqua da una roggia principale, detta adacquatrice.
L’acqua tracima dai canaletti, scorre sul terreno e viene raccolta da due solchi alla base dei campi spioventi, che la convogliano in un fosso adduttore a valle. Per aumentare la resistenza al freddo delle colture di foraggio l’ultimo raccolto viene lasciato marcire sul campo. Da questa procedura deriva appunto il nome “marcita”. In tal modo si ottengono fino a otto raccolti di foraggio all’anno, contro i quattro di un campo normale.
Da quel periodo storico il paesaggio della pianura lombarda è stato, per secoli, in buona parte caratterizzato proprio dalla presenza delle marcite. Purtroppo l’incuria dell’uomo ha danneggiato le marcite che stanno ormai scomparendo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine della tecnica di coltivazione delle marcite?
  2. La tecnica delle marcite è stata "inventata" dai monaci Benedettini, che la applicarono in luoghi adatti, come l'Abbazia di Chiaravalle intorno al 1135, sfruttando l'acqua delle risorgive.

  3. Come funziona il sistema di irrigazione delle marcite?
  4. Le marcite sono divise in rettangoli con un suolo a forma di tetto, dove l'acqua scorre da un canaletto centrale e viene raccolta da solchi alla base, convogliata poi in un fosso adduttore.

  5. Quali sono i benefici della coltivazione delle marcite rispetto ai campi normali?
  6. Le marcite permettono di ottenere fino a otto raccolti di foraggio all'anno, rispetto ai quattro di un campo normale, grazie alla resistenza al freddo delle colture e all'uso ingegnoso dell'acqua.

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