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In questo appunto di geografia si descrive il Continente dell'Africa, di cui si descrivono gli aspetti principali, le varie caratteristiche fisiche e territoriali del Continente africano, le popolazioni dell'Africa, con alcuni approfondimenti su alcuni Stati africani, ovvero Ruanda, Etiopia, Sudafrica.
Africa
L’Africa si estende a cavallo dell’Equatore, quasi in egual misura nell’emisfero boreale e in quello australe. La maggior parte del suo territorio è quindi compresa fra i due tropici e solo parte della regione dell’Atlante, a nord-ovest, e la terra del Capo, a sud, non rientrano nei climi tropicali. Estremamente limitate sono anche le zone di alta montagna, con clima costantemente freddo, tanto che l’Africa è il più caldo tra tutti i continenti. Le zone più calde non corrispondono, però, alla fascia equatoriale; qui, infatti, le piogge molto intense, la fitta vegetazione e la forte evaporazione non consentono alla temperatura di innalzarsi troppo. Le temperature massime si rilevano nel Sahara centrale. La continentalità dell’Africa accentua la forte escursione tra le temperature diurne e notturne: il freddo notturno, ad esempio, nel deserto può essere intenso. Le stagioni si distinguono in realtà più in base alle piogge e alla siccità che alla differenza di temperatura. In conseguenza della sua disposizione simmetrica rispetto all’equatore, l’Africa presenta una regolare distribuzione di climi per fasce parallele. L’Africa è una terra antichissima, che faceva parte della Pangea, prima che questa si frantumasse nei grandi blocchi continentali e prima che il Sud America si staccasse dalle sue coste occidentali. L’Africa è una terra di altipiani e di bassi tavolati. La maggior parte del suo territorio al Sud del Sahara si trova a 250 metri o poco più sul livello del mare e non vi sono al suo interno vere e proprie catene montuose; quella dell’Atlante, che è l’unico esempio, è infatti posta sul bordo nordoccidentale del continente è collegata al corrugamento europeo più che a quello Africano. Il Kilimangiaro (5895 m) ed il Kenya (5201 m), entrambi vulcani spenti, ed il gruppo cristallino del Ruwenzori (5119 m), pur trovandosi tutti vicinissimi all’ Equatore, sono sempre incappucciati di neve. I fiumi più importanti sono il Nilo, il più lungo del mondo, che si getta con un ampio delta nel Mediterraneo. Il deserto è solcato dagli uadi (uidian) cioè i letti dei corsi d’acqua perlopiù asciutti, che solo quando cadono le bervi e rarissime piogge si riempiono d’acqua. Essi non giungono fino al mare. Altri fiumi importanti sono il Niger, il Senegal, il Chari, il Volta, il Gambia, il Congo dove nascono le cascate Livingstone che permettono la creazione di dighe molto grandi. Vi sono numerosi laghi: Alberto, Edoardo, Kivu e Tanganica, il Lago Tana, Il Lago Vittoria che occupa una parte della famosissima Rift Valley, Malawi, Turkana e il lago Nasser.
Popolazioni ed altri aspetti
Il continente africano è abitato da popolazioni molto diverse. La suddivisione principale è tra popolazioni bianche a nord e nere a sud del Sahara. Nella cosiddetta Africa bianca abitano genti berbere ed arabe. Il gruppo di popolazioni nere si articola in diversi sottogruppi, di cui i principali sono i sudanesi, i nilotici e i bantu, distribuiti diversamente sul territorio sub sahariano. I sudanesi prevalgono nella regione compresa tra il Sahara e il Golfo di Guinea. Il gruppo bantu , il più numeroso, la cui identità si riconosce soprattutto nella analogia dei caratteri linguistici, abita le regioni centro meridionali, dove si è sovrapposto alle popolazioni originarie, ricacciati in territori meno fertili: nelle zone aride del sud- ovest boscimani ed ottentotti, che presentano alcuni tratti somatici simili a quelli di alcune popolazioni asiatiche (pelle giallastra e forma degli occhi); nelle foreste equatoriali i pigmei, bruni di pelle, e molto bassi di statura (non superano i 150 cm di altezza). Anche nel Madagascar la popolazione presenta un quadro vario, frutto di successive ondate migratorie provenienti dal sud-est asiatico (i Malgasci). Le popolazioni africane parlano una grandissima varietà di lingue e dialetti molto diversi da loro, ma riconducibili ad alcuni grandi gruppi affini (lingue bantu, sudanesi e semitiche). Le lingua portate da i colonizzatori (inglese e francese soprattutto). L’arabo conferisce una certa omogeneità ai paesi islamizzati, e dal quale derivano i vocaboli della lingua swahili . L’islamismo, non solo nell’Africa bianca, ma anche nelle regioni dove erano giunti i mercanti arabi (costa del Golfo di Guinea e dell’Oceano Indiano). Oltre alle regioni primitive, fin dal principio dell’evangelizzazione, era presente in Africa, in Etiopia in particolare, ma anche in Egitto, la chiesa cristiana copta. All’inizio della prima guerra mondiale solo due stati in tutta l’Africa erano indipendenti: l’Etiopia e la Liberia. Tutto il resto del continente era dominio coloniale delle potenze europee, soprattutto Francia e Gran Bretagna, che possedevano i più vasti imperi. La colonizzazione era stata la conseguenza dei viaggi di esplorazione, iniziati dai portoghesi nei secoli XV-XVI, lungo le coste e proseguiti nell’800 all’interno del continente. All’iniziale sfruttamento, consistente soprattutto nella tratta degli schiavi, seguì la ricerca di materie prime e la creazione di piantagioni per la coltivazione di prodotti tropicali (caffè, cacao). L’Africa mediterranea e quella australe divennero inoltre colonie di popolamento, la prima per la popolazione francese, la seconda per quella olandese e in seguito per quella inglese. Il colonialismo ha inoltre profondamente influito sull’economia del continente. Lo sfruttamento delle ricchezze minerarie e naturali ha provocato l’alterazione agli equilibri ambientali e lo sconvolgimento della tradizioni. Uguale impatto ha avuto l’introduzione dell’agricoltura di piantagione negli altipiani dell’Africa orientale e sulla costa dell’Africa Guineana.

L’Africa si presenta come una grande riserva di risorse naturali. Nonostante molti territori siano improduttivi, l’agricoltura nella regione tropicale umida produce in grande quantità generi molto richiesti dai mercati dei paesi sviluppati. Cacao e caffè sono produzioni importanti dell’Africa nera. Il cacao viene prodotto principalmente in Ghana, Nigeria e Costa D’Avorio. Il caffè trova negli altipiani dell’Africa orientale (Uganda, Kenya ed Etiopia) il suo terreno d’elezione, ma viene coltivato anche nelle terre alte dei paesi del Golfi di Guinea, nell’Ex Zaire e in Angola. Il cotone si adatta alle Savane ai margini del Sahara e a quella della Tanzania, del Mozambico e della Nigeria. Non va dimenticato, inoltre, la grande risorsa di legni pregiati della foresta equatoriale. La ricchezza agricola è stata la prima ad essere sfruttata dagli europei, che ben presto, però, rivolsero i loro investimenti alle risorse minerarie, indispensabili alla nascente industrializzazione. Oggi in quest’area si estrae un terzo di tutta la produzione d’oro dal mondo, la produzione di diamanti e buona parte di quella di rame. Il petrolio, divenuto una ricchezza per alcuni paesi del nord Africa (Libia e Algeria in particolare), è stato trovato anche nell’Africa Nera. I distretti minerari, tuttavia, sono pochi e le esportazioni interessano quindi un numero esiguo di paesi: la Repubblica Sudafricana, in misura predominante, per oro, diamanti e altri minerali (detiene da sola il 35% di tutte le esportazioni dell’Africa nera); la Nigeria (17% delle esportazioni) per il petrolio, grazie al quale anche Gabon e Angola sono entrati nella classifica dei paesi Africani esportatori. Repubblica del Congo e Zambia si dividono le esportazioni di rame. Nella maggior parte dei paesi dell’Africa il modello commerciale è rimasto quello del periodo coloniale: si esportano materie prime e prodotti agricoli in cambio di manufatti industriali e prodotti petroliferi, ma, per quanto rincarino i primi, i prezzi dei secondi sono sempre più alti. Il turismo è molto produttivo soprattutto nella zona tropicale.
Ruanda
Esteso su circa 26 000 kmq, il Ruanda (capitale Kigali, 234 000 ab.) è uno dei due piccoli stati della regione dei grandi laghi. La storia recente del paese è stata contrassegnata da sanguinosi conflitti interetnici tra i due gruppi prevalenti: gli Hutu, costituenti la maggioranza della popolazione, e i Tutsi (Vatussi, la minoranza che gestiva il potere). La convivenza tra queste due etnie, che ha visto il dominio plurisecolare della minoranza Tutsi, è sempre stata particolarmente difficile. Nel 1994 gli scontri hanno raggiunto il culmine, dando vita ad uno dei conflitti più spaventosi che la storia dell’Africa ricordi: il bilancio finale è stato di 1 milione di morti e di alcuno milioni di rifugiati, ammassatisi nei campi profughi dei paesi confinanti. Questa tragedia di immani proporzioni a posto in luce l’incapacità della comunità internazionale di proporsi come forza efficace nel prevenire e nel risolvere i conflitti. Mentre appare ancora molto lontano l’obbiettivo della pacificazione, è iniziato il rientro di una parte dei profughi. La guerra civile ha influito pesantemente sul quadro socio-economico, peraltro già prostrato dell’endemica povertà. L’economia è basata su un’ agricoltura di sussistenza ( sorgo e manioca ), mentre i principali prodotti destinati all’esportazione sono il caffè, il tè, il piretro, le banane.
Etiopia
L’Etiopia è lo stato africano di più antica indipendenza. Retto da una monarchia che vantava mitiche origini, fino alla sua caduta (1974) fu organizzato con un sistema feudale che privilegiava l’aristocrazia fondiaria legata all’imperatore (negus). Il Paese fu conquistato dall’Italia nel 1936 e unito per cinque anni all’Eritrea e alla Somalia nell’Africa Orientale Italiana. Liberato dalle truppe britanniche, nel 1941 riacquistò l’indipendenza. Nel 1952 l’ONU unì all’Etiopia anche l’Eritrea, come regione autonoma federata. Dieci anni dopo (1962), l’autonomia eritrea venne abolita e la regione fu annessa al territorio etiope. I movimenti indipendentistici eritrei diedero avvio ad un lungo conflitto, che continuò anche dopo la deposizione dell’imperatore Hailé Selassié (1974) e l’istituzione di una repubblica socialista, presieduta dal dittatore Menghistu (1977). Movimenti secessionisti, che nel Sud del Paese hanno portato ad una guerra con la Somali, e lotte contro il potere centrale hanno sconvolto e impoverito il Paese, esasperando le ripetute crisi dovute alle carestia nelle regioni settentrionali. La fuga di Menghistu nel 1991 ha posto fine agli scontri tra le fazioni e ha consentito l’inizio di un processo di democratizzazione. Il paese è oggi una repubblica federali. Il referendum del 1993 ha formalizzato l’indipendenza dell’Eritrea. Dopo una guerra durata trent’anni.
Sudafrica
La componente bianca del Sudafrica è il risultato di una storia che, pur con dimensioni e sviluppi diversi, ricorda quella del popolamento del Nord America. Il primo insediamento europeo si ebbe fin dal lontano 1652, quando gli olandesi si installarono al Capo, per farne uno scalo per le navi della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Fin dal 1913 una legge assegnò l’87% della terra ai bianchi, lasciando ai neri solo il rimanente territorio, che doveva essere ripartito in realtà amministrative autonome (bauntustans). Tale politica di apartheid, ufficializzata dal 1948, è stata abolita del 1993: è stato allora finalmente possibile per la popolazione di colore partecipare per la prima volta ( 1994 ) alle elezioni ed eleggere propri rappresentanti e il primo presidente nero: Nelson Mandela. Il Sudafrica è oggi impegnato a rafforzare le proprie istituzioni democratiche. L’obiettivo è rendere stabili le grandi trasformazioni che il Paese ha subito in campo politico e sociale e far crescere nella popolazione, in tutte le sue componenti, il senso di appartenenza ad un’unica Nazione.
L’Africa
L’Africa si estende a cavallo dell’Equatore, quasi in egual misura nell’emisfero
boreale e in quello australe. La maggior parte del suo territorio è quindi compresa
tropici
fra i due e solo parte della regione dell’Atlante, a nord-ovest, e la terra del
Capo, a sud, non rientrano nei climi tropicali. Estremamente limitate sono anche
le zone di alta montagna, con clima costantemente freddo, tanto che l’Africa è il
più caldo tra tutti i continenti. Le zone più calde non corrispondono, però, alla
fascia equatoriale; qui, infatti, le piogge molto intense, la fitta vegetazione e la
forte evaporazione non consentono alla temperatura di innalzarsi troppo. Le
temperature massime si rilevano nel Sahara centrale. La continentalità dell’Africa
forte escursione tra le temperature diurne e notturne :
accentua la il freddo
Le stagioni si distinguono
notturno, ad esempio, nel deserto può essere intenso.
in realtà più in base alle piogge e alla siccità che alla differenza di
temperatura. In conseguenza della sua disposizione simmetrica rispetto
all’equatore, l’Africa presenta una regolare distribuzione di climi per fasce
Pangea,
parallele. L’Africa è una terra antichissima, che faceva parte della prima
che questa si frantumasse nei grandi blocchi continentali e prima che il Sud
L’Africa è una terra di altipiani
America si staccasse dalle sue coste occidentali.
e di bassi tavolati. La maggior parte del suo territorio al Sud del Sahara si trova
a 250 metri o poco più sul livello del mare e non vi sono al suo interno vere e
proprie catene montuose; quella dell’Atlante, che è l’unico esempio, è infatti posta
sul bordo nordoccidentale del continente è collegata al corrugamento europeo più
che a quello Africano. Il Kilimangiaro ( 5895 m ) ed il Kenya ( 5201 m ), entrambi
vulcani spenti, ed il gruppo cristallino del Ruwenzori ( 5119 m ), pur trovandosi
tutti vicinissimi all’ Equatore, sono sempre incappucciati di neve. I fiumi più
Nilo,
importanti sono il il più lungo del mondo, che si getta con un ampio delta
uadi
nel Mediterraneo. Il deserto è solcato dagli (uidian ) cioè i letti dei corsi
d’acqua perlopiù asciutti, che solo quando cadono le bervi e rarissime piogge si
riempiono d’acqua. Essi non giungono fino al mare. Altri fiumi importanti sono il
Niger, il Senegal, il Chari, il Volta, il Gambia, il Congo dove nascono le cascate
Livingstone che permettono la creazione di dighe molto grandi. Vi sono numerosi
laghi: Alberto, Edoardo, Kivu e Tanganica, il Lago Tana, Il Lago Vittoria che
occupa una parte della famosissima Rift Valley, Malawi, Turkana e il lago Nasser.
Il continente africano è abitato da popolazioni molto diverse. La suddivisione
popolazioni bianche a nord e nere a sud del Sahara.
principale è tra Nella
Africa bianca genti berbere ed arabe.
cosiddetta abitano Il gruppo di
popolazioni nere si articola in diversi sottogruppi, di cui i principali sono i
sudanesi, i nilotici e i bantu, distribuiti diversamente sul territorio sub sahariano.
sudanesi
I prevalgono nella regione compresa tra il Sahara e il Golfo di Guinea. Il
bantu
gruppo , il più numeroso, la cui identità si riconosce soprattutto nella
analogia dei caratteri linguistici, abita le regioni centro meridionali, dove si è
sovrapposto alle popolazioni originarie, ricacciati in territori meno fertili: nelle
boscimani ottentotti,
zone aride del sud- ovest ed che presentano alcuni tratti
somatici simili a quelli di alcune popolazioni asiatiche ( pelle giallastra e forma
pigmei,
degli occhi ) ; nelle foreste equatoriali i bruni di pelle, e molto bassi di
statura ( non superano i 150 cm di altezza ). Anche nel Madagascar la
popolazione presenta un quadro vario, frutto di successive ondate migratorie
Malgasci
provenienti dal sud-est asiatico ( i ). Le popolazioni africane parlano
grandissima varietà di lingue e dialetti
una molto diversi da loro, ma
lingue bantu,sudanesi e semitiche
riconducibili ad alcuni grandi gruppi affini (
Le lingua portate da i colonizzatori
). ( inglese e francese soprattutto ). L’arabo
conferisce una certa omogeneità ai paesi islamizzati, e dal quale derivano i
lingua swahili
vocaboli della . L’islamismo , non solo nell’Africa bianca, ma
anche nelle regioni dove erano giunti i mercanti arabi ( costa del Golfo di Guinea
e dell’ Oceano Indiano ). Oltre alle regioni primitive, fin dal principio
dell’evangelizzazione, era presente in Africa, in Etiopia in particolare, ma anche in
chiesa cristiana copta.
Egitto, la All’inizio della prima guerra mondiale solo due
l’Etiopia e la Liberia.
stati in tutta l’Africa erano indipendenti: Tutto il resto del
continente era dominio coloniale delle potenze europee, soprattutto Francia e
Gran Bretagna, che possedevano i più vasti imperi. La colonizzazione era stata la
conseguenza dei viaggi di esplorazione, iniziati dai portoghesi nei secoli XV-XVI,
lungo le coste e proseguiti nell’800 all’interno del continente. All’iniziale
sfruttamento, tratta degli schiavi, ricerca
consistente soprattutto nella seguì la
di materie prime creazione di piantagioni
e la per la coltivazione di prodotti
tropicali ( caffè, cacao ). L’Africa mediterranea e quella australe divennero inoltre
colonie di popolamento, la prima per la popolazione francese, la seconda per
quella olandese e in seguito per quella inglese. Il colonialismo ha inoltre
Lo sfruttamento delle
profondamente influito sull’economia del continente.
ricchezze minerarie e naturali ha provocato l’alterazione agli equilibri ambientali e
lo sconvolgimento della tradizioni. Uguale impatto ha avuto l’introduzione
di piantagione
dell’agricoltura negli altipiani dell’Africa orientale e sulla costa
dell’Africa Guineana.
L’Africa si presenta come una grande riserva di risorse naturali. Nonostante molti
territori siano improduttivi, l’agricoltura nella regione tropicale umida produce in
Cacao e
grande quantità generi molto richiesti dai mercati dei paesi sviluppati.
cacao
caffè sono produzioni importanti dell’Africa nera. Il viene prodotto
caffè
principalmente in Ghana, Nigeria e Costa D’Avorio. Il trova negli altipiani
dell’Africa orientale ( Uganda, Kenya ed Etiopia ) il suo terreno d’elezione, ma
viene coltivato anche nelle terre alte dei paesi del Golfi di Guinea, nell’Ex Zaire e
cotone
in Angola. Il si adatta alle Savane ai margini del Sahara e a quella della
Tanzania, del Mozambico e della Nigeria. Non va dimenticato, inoltre, la grande
legni pregiati
risorsa di della foresta equatoriale. La ricchezza agricola è stata la
prima ad essere sfruttata dagli europei, che ben presto, però, rivolsero i loro
risorse minerarie,
investimenti alle indispensabili alla nascente
industrializzazione. Oggi in quest’area si estrae un terzo di tutta la produzione
diamanti rame.
d’oro dal mondo, la produzione di e buona parte di quella di Il
petrolio, divenuto una ricchezza per alcuni paesi del nord Africa ( Libia e Algeria
in particolare ), è stato trovato anche nell’Africa Nera . I distretti minerari,
tuttavia, sono pochi e le esportazioni interessano quindi un numero esiguo di
paesi: la Repubblica Sudafricana, in misura predominante, per oro, diamanti e
altri minerali ( detiene da sola il 35% di tutte le esportazioni dell’Africa nera ) ; la
Nigeria ( 17% delle esportazioni ) per il petrolio, grazie al quale anche Gabon e
Angola sono entrati nella classifica dei paesi Africani esportatori. Repubblica del
Congo e Zambia si dividono le esportazioni di rame. Nella maggior parte dei paesi
modello commerciale periodo coloniale:
dell’Africa il è rimasto quello del si
esportano materie prime e prodotti agricoli in cambio di manufatti industriali e
prodotti petroliferi, ma , per quanto rincarino i primi, i prezzi dei secondi sono
sempre più alti. Il turismo è molto produttivo soprattutto nella zona tropicale.
Ruanda Kigali
Esteso su circa 26 000 kmq, il Ruanda ( capitale , 234 000 ab. ) è uno dei
due piccoli stati della regione dei grandi laghi. La storia recente del paese è stata
conflitti interetnici
contrassegnata da sanguinosi tra i due gruppi prevalenti: gli
Hutu Tutsi
, costituenti la maggioranza della popolazione, e i ( Vatussi, la
minoranza che gestiva il potere ). La convivenza tra queste due etnie, che ha visto
il dominio plurisecolare della minoranza Tutsi, è sempre stata particolarmente
difficile. Nel 1994 gli scontri hanno raggiunto il culmine, dando vita ad uno dei
conflitti più spaventosi che la storia dell’Africa ricordi: il bilancio finale è stato di
1 milione di morti e di alcuno milioni di rifugiati, ammassatisi nei campi profughi
dei paesi confinanti. Questa tragedia di immani proporzioni a posto in luce
l’incapacità della comunità internazionale di proporsi come forza efficace nel
prevenire e nel risolvere i conflitti. Mentre appare ancora molto lontano
l’obbiettivo della pacificazione, è iniziato il rientro di una parte dei profughi. La
guerra civile ha influito pesantemente sul quadro socio-economico, peraltro già
agricoltura di
prostrato dell’endemica povertà. L’economia è basata su un’
sussistenza sorgo manioca
( e ), mentre i principali prodotti destinati
caffè tè, piretro, banane.
all’esportazione sono il , il il le
Etiopia
L’Etiopia è lo stato africano di più antica indipendenza. Retto da una monarchia
che vantava mitiche origini, fino alla sua caduta ( 1974 ) fu organizzato con un
sistema feudale che privilegiava l’aristocrazia fondiaria legata all’imperatore (
negus ). Il Paese fu conquistato dall’Italia nel 1936 e unito per cinque anni
all’Eritrea e alla Somalia nell’Africa Orientale Italiana. Liberato dalle truppe
britanniche , nel 1941 riacquistò l’indipendenza. Nel 1952 l’ONU unì all’Etiopia
anche l’Eritrea, come regione autonoma federata. Dieci anni dopo ( 1962 ),
l’autonomia eritrea venne abolita e la regione fu annessa al territorio etiope. I
movimenti indipendentistici eritrei diedero avvio ad un lungo conflitto, che
continuò anche dopo la deposizione dell’imperatore Hailé Selassié ( 1974 ) e
l’istituzione di una repubblica socialista, presieduta dal dittatore Menghistu
( 1977 ). Movimenti secessionisti, che nel Sud del Paese hanno portato ad una
guerra con la Somali, e lotte contro il potere centrale hanno sconvolto e
impoverito il Paese, esasperando le ripetute crisi dovute alle carestia nelle regioni
settentrionali. La fuga di Menghistu nel 1991 ha posto fine agli scontri tra le
processo di democratizzazione.
fazioni e ha consentito l’inizio di un Il paese è
oggi una repubblica federali. Il referendum del 1993 ha formalizzato
l’indipendenza dell’Eritrea. Dopo una guerra durata trent’anni.
Sudafrica
La componente bianca del Sudafrica è il risultato di una storia che, pur con
dimensioni e sviluppi diversi, ricorda quella del popolamento del Nord America. Il
primo insediamento europeo si ebbe fin dal lontano 1652, quando gli olandesi si
Compagnia Olandese
installarono al Capo, per farne uno scalo per le navi della