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Concetti Chiave

  • Tra il 1800 e il 1914, circa 40 milioni di europei emigrarono per cercare migliori opportunità in America e Australia a causa di carestie e conflitti.
  • L'emigrazione europea nel XIX secolo era principalmente dal nord Europa, mentre tra il 1870 e la prima guerra mondiale coinvolse italiani, greci e spagnoli.
  • Oggi, la "fuga di cervelli" vede europei qualificati trasferirsi negli Stati Uniti per lavorare in università e centri di ricerca.
  • Questo fenomeno offre benefici culturali e professionali, ma solleva preoccupazioni per il possibile rallentamento del progresso tecnologico in Europa.
  • L'immigrazione attuale include anche profughi e rifugiati che fuggono da guerre e persecuzioni, come i curdi e i profughi dell'ex Jugoslavia.

Fuga di cervelli

Oggi l’Europa è il punto di arrivo di coloro che lasciano la propria terra per migliorare le condizioni di vita, ma non è sempre stato così. Tra il 1800 e il 1914 quasi 40 milioni di persone cercarono migliori opportunità partendo dall’Europa. Molti attraversarono l’oceano diretti verso l’America o l’Australia a causa di gravi carestie, dell’aumento della popolazione o di conflitti tra gruppi etnici. Questi movimenti non furono continui: nella prima metà del XIX secolo furono soprattutto gli Europei del nord a dirigersi oltre oceano; invece tra il 1870 e la prima guerra mondiale partirono italiani, greci e spagnoli.
L’emigrazione continua anche oggi, ma in misura ridotta e con caratteristiche particolari. Negli ultimi decenni gli europei si sono recati soprattutto negli Stati Uniti: sono dirigenti, ricercatori o tecnici qualificati in possesso di una laurea e di alta specializzazione. È il fenomeno della «fuga di cervelli»: i laureati più brillanti trovano facilmente lavoro presso grandi università e centri di ricerca statunitensi, con livelli di retribuzione adeguati e migliori prospettive di carriera. Questo fenomeno, se da un lato è un elemento di arricchimento culturale e professionale, dall’altro è preoccupante perché può rallentare il progresso tecnologico europeo.

Alle persone in cerca di lavoro negli ultimi anni si è aggiunto un numero consistente di profughi che fuggono da guerre e carestie, come è accaduto nella ex Jugoslavia, e di rifugiati che chiedono asilo perché nella propria terra sono perseguitati, come i curdi (una minoranza etnica che vive tra la Turchia e l’Iraq).

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