Concetti Chiave
- L'estrazione di idrocarburi in Italia ha iniziato alla fine degli anni Sessanta, con pozzi diffusi nell'Adriatico e nello Ionio.
- Gli impianti estrattivi offshore sono costruiti con tecnologie avanzate per minimizzare l'inquinamento, ma permangono rischi ambientali legati alle petroliere.
- L'archeologia subacquea rivela relitti di navi antiche e moderne nei fondali marini, offrendo una risorsa storica di grande valore.
- I ritrovamenti subacquei includono navi fenicie, greche e romane, oltre a porti antichi sommersi e reperti più recenti come quelli della Seconda guerra mondiale.
- Il lento progresso delle ricerche archeologiche subacquee favorisce il saccheggio, con significative perdite di tesori marini italiani.
Indice
Risorse marine e sfruttamento
Dopo la pesca, il gas naturale come il metano e il petrolio dei giacimenti sottomarini sono la risorsa marina più importante. Lo sfruttamento dei giacimenti iniziò alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso e da quel momento i pozzi si sono diffusi nell'Adriatico e nello Ionio: sono stati trivellati a decine nel mare antistante le coste della Romagna, delle Marche, del Veneto e, più recentemente, della Sicilia. All'inizio degli anni Novanta del secolo scorso sono state scoperte nuove, inaspettate quantità di petrolio nello Ionio, per cui le prospettive di proseguire nello sfruttamento di giacimenti sottomarini di idrocarburi si sono rafforzate.
Problemi ambientali e sicurezza
Anche l'estrazione degli idrocarburi produce problemi ambientali, ma diversi da quelli causati dalla pesca. Mentre per la pesca si deve proteggere il fondo e non pescare troppo pesce, nel caso degli idrocarburi bisogna fare in modo che le piattaforme estrattive, installate in mare, non inquinino. Per questo gli impianti sono stati costruiti con tecniche molto avanzate e sono tenuti sempre sotto stretto controllo. Il problema più grave è tuttavia rappresentato dal passaggio delle petroliere che, come è accaduto diverse volte in molti mari del mondo, possono subire incidenti perdendo in mare il loro carico altamente inquinante.
Archeologia sottomarina e saccheggi
Seminascosti nei fondali, si trovano relitti di navi fenicie, greche e romane, a volte con i carichi ancora intatti, antichi porti e sedi umane sepolti a causa dell'innalzamento del livello del mare o dell'abbassamento del livello della terraferma. Vi si trovano, inoltre, le navi affondate nel corso dei secoli recenti, fino a quelle della Seconda guerra mondiale. Da qualche tempo l'archeologia sottomarina sta portando alla luce reperti di immenso valore ma, per quanti sforzi si facciano, si è ben lontani dal conoscere tutti i resti sepolti sul fondo. Purtroppo quanto più le ricerche e i recuperi procedono lentamente, tanto più si lascia mano libera ai saccheggiatori, che hanno già sottratto all'Italia grandissimi tesori custoditi nelle sue acque.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali risorse marine menzionate nel testo e quali problemi ambientali comportano?
- Quali sono le scoperte archeologiche subacquee più significative descritte nel testo?
- Quali sono le sfide principali affrontate dall'archeologia subacquea secondo il testo?
Le principali risorse marine menzionate sono il gas naturale, come il metano, e il petrolio dei giacimenti sottomarini. L'estrazione di idrocarburi comporta problemi ambientali legati all'inquinamento causato dalle piattaforme estrattive e dal rischio di incidenti con le petroliere.
Le scoperte archeologiche subacquee più significative includono relitti di navi fenicie, greche e romane, antichi porti e sedi umane sommersi, oltre a navi affondate nei secoli recenti, fino alla Seconda guerra mondiale.
Le sfide principali includono la lentezza delle ricerche e dei recuperi, che favorisce i saccheggiatori, i quali hanno già sottratto molti tesori dalle acque italiane.