Concetti Chiave
- L'elettroforo di Volta, creato nel 1775, è il primo strumento elettrostatico a induzione per accumulare e dividere cariche elettriche.
- Consiste in uno strato di resina caricato negativamente e un piatto metallico con un manico isolante che si carica positivamente tramite induzione.
- Il processo di induzione permette di ricaricare il manico senza dover ricaricare la resina, da cui il nome "elettroforo perpetuo".
- La semplicità e l'efficacia dell'elettroforo hanno portato alla sua diffusione e alla creazione di molte varianti.
- Volta utilizzava una miscela di resina, trementina, colofonio e cera per creare la superficie di carica nella versione originale.
L'elettroforo di volta, che prende il nome dal suo inventore Alessandro Volta, fu creato nel 1775 e rappresenta il primo strumento elettrostatico a induzione capace di accumulare e dividere le cariche elettriche. È composto da uno strato di resina e da un piatto metallico sorretto da un manico isolante. Lo strato di resina viene caricato con carica negativa attraverso strofinio e successivamente si mette lo scudo a contatto con la resina. Attraverso induzione, il manico si carica positivamente sulla faccia della resina e negativamente sulla quella superiore.
Il manico resta così carico positivamente, mentre se si alza lo scudo e si scarica l'elettricità positiva, possiamo mettere nuovamente lo scudo sullo strato di resina e ricominciare lo stesso processo precedente senza il bisogno che la resina venga di nuovo elettrizzata. Perciò l'ideatore chiamò questo strumento l' elettroforo perpetuo. Essendo molto semplice in fatto di funzioni, l'elettroforo ha riscosso tantissimo successo ed è stato successivamente realizzato in diverse varianti. Nella versione originale, Volta realizzò la stiacciata (oggi per lo più di perspex) con una miscela riscaldata di resina, trementina, colofonio e cera, che veniva poi versata e spianata nel piatto metallico.