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Concetti Chiave

  • La dualità onda-particella della luce ha portato alla teoria delle "onde di materia", suggerendo che particelle come elettroni possano esibire proprietà ondulatorie.
  • De Broglie ha proposto che la lunghezza d'onda di una particella è inversamente proporzionale alla sua quantità di moto, spiegando il comportamento ondulatorio a livello atomico.
  • Le proprietà ondulatorie sono osservabili solo in particelle di massa relativamente piccola, poiché la lunghezza d'onda è significativa solo quando il prodotto di massa e velocità è piccolo.
  • L'equazione di Schrödinger descrive il comportamento delle onde di materia e introduce il concetto di funzione d'onda per determinare la probabilità di posizione di una particella.
  • La funzione d'onda e il principio di indeterminazione di Heisenberg sono fondamentali in meccanica quantistica, suggerendo l'impossibilità di conoscere esattamente posizione e quantità di moto di una particella simultaneamente.

Indice

  1. Le proprietà ondulatorie della materia e onde di probabilità
  2. Le proprietà ondulatorie della materia
  3. L’equazione di Schrödinger

Le proprietà ondulatorie della materia e onde di probabilità

Le proprietà ondulatorie della materia

I problemi scaturiti dalle scoperte fatte all’inizio del XX secolo portarono a una nuova lettura dei fenomeni che si occupavano delle proprietà microscopiche della materia. Un importante passo nella costruzione della fisica quantistica venne realizzato riflettendo sulla dualità onda-particella della luce: l’oggetto fisico luce si presenta come onda o come particella a seconda delle condizioni sperimentali.

De Broglie formulò l’ipotesi rivoluzionaria sull’esistenza di “onde di materia” che gli valse il premio Nobel per la Fisica. Essa afferma: poiché la luce, che di solito consideriamo come un’onda può esibire un comportamento corpuscolare, è possibile che una particella di materia, ad esempio un elettrone, possa esibire un comportamento ondulatorio. In particolare egli propose di applicare alle particelle la stessa relazione fra lunghezza d’onda e quantità di moto che Compton aveva applicato al fotone:
λ = h/p → λ = h/mv
dove λ è la lunghezza d’onda, h è la costante di Planck e vale 6.626 × 10¯³⁴ J · s, p è la quantità di moto della particella, m è la massa della particella e v è la velocità della particella. Ovviamente tale lunghezza d’onda non è osservabile nei sistemi macroscopici, ma riveste grande importanza su scala atomica. Perché λ sia misurabile, infatti, il prodotto di m per v deve essere molto piccolo, dato l’altrettanto piccolo valore di h. È possibile osservare proprietà ondulatorie soltanto per particelle di massa relativamente piccola come elettroni, protoni e neutroni.

L’equazione di Schrödinger

Il successo ottenuto dalle onde di materia di De Broglie portò i fisici dell’epoca a porsi degli interrogativi: Come si comportano le onde di materia? Cosa determina il valore di un’onda? Qual è il suo significato fisico? Per tutte queste domande Erwin Schrödinger propose un’equazione che costituisce la base della meccanica quantistica.
Il moto di una particella è descritto da una funzione d’onda che indichiamo con ψ. Il suo quadrato rappresenta la probabilità che la particella si trovi nella posizione x all’istante t. Non possiamo prevedere esattamente dove si troverò una particella ma soltanto probabilisticamente. La rappresentazione delle proprietà di un sistema quantistico attraverso le funzioni d’onda è strettamente collegata ad un altro principio fondamentale: il principio di indeterminazione di Heisenberg, secondo il quale non è possibile conoscere con precisione dove l’elettrone si trovi senza impartirgli una quantità di moto determinabile. Se Δx rappresenta la posizione e Δp la quantità di moto:
Δx · Δp = ħ
Dove ħ è la cosiddetta costante di Planck ridotta e vale h/2π.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza delle onde di materia nella fisica quantistica?
  2. Le onde di materia, proposte da De Broglie, hanno rivoluzionato la fisica quantistica dimostrando che particelle come elettroni possono esibire comportamenti ondulatori, simili alla luce, e sono fondamentali per comprendere le proprietà microscopiche della materia.

  3. Come si calcola la lunghezza d'onda di una particella secondo De Broglie?
  4. La lunghezza d'onda di una particella si calcola usando la formula λ = h/mv, dove λ è la lunghezza d'onda, h è la costante di Planck, m è la massa della particella e v è la sua velocità.

  5. Qual è il significato fisico della funzione d'onda ψ proposta da Schrödinger?
  6. La funzione d'onda ψ descrive il moto di una particella e il suo quadrato rappresenta la probabilità che la particella si trovi in una determinata posizione x all'istante t, riflettendo la natura probabilistica della meccanica quantistica.

  7. Cosa afferma il principio di indeterminazione di Heisenberg?
  8. Il principio di indeterminazione di Heisenberg afferma che non è possibile conoscere con precisione sia la posizione Δx che la quantità di moto Δp di una particella, poiché il loro prodotto è sempre maggiore o uguale a ħ, la costante di Planck ridotta.

Domande e risposte

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