Concetti Chiave
- Giambattista Vico critica la filosofia cartesiana per negare l'importanza dell'educazione, vista come un tutt'uno con l'etica.
- Vico ritiene che il dubbio universale di Cartesio minacci l'educazione e la tradizione, impedendo di sviluppare una vera morale.
- Cartesio non riesce a integrare le passioni nell'etica, poiché la sua visione razionalista separa l'anima dalla corporeità.
- Vico sottolinea l'assenza di retorica nel cartesianesimo, essenziale per la saggezza e l'integrazione delle passioni nell'etica.
- L'etica moderna, secondo Vico, è deontologica e razionale, riducendo il ruolo dell'"altro" nel contesto etico.
Indice
Critica di Vico alla filosofia cartesiana
Vico, nel 1700, contesta la filosofia cartesiana. Un'obbiezione di Vico, che in una sua orazione insiste sul concetto di educazione, che fa un tutt'uno con l'etica. Ciò che noi impariamo non sono altro che i principi dell'educazione
Il pericolo del metodo cartesiano
Dire che tutto è sototposto al dubbio, come faceva Cartesio, significa negare l'educazione. Questo è ciò che Vico reputa un pericolo nel metodo cartesiano. Cartesio intravvede il problema e cerca di prevenirlo con la morale provvisoria. Si ha il problema di capire com'è la vera realtà. Cartesio non scriverà mai un'etica.
L'assenza di etica in Cartesio
Nel suo unico trattato, le passioni etiche non saranno una morale ma un discorso previo; da quel metodo, infatti, non è proprio possibile arrivare ad una morale. L'educazione non può essere spazzata via e il metodo deve essere trasmesso. La teoria di Cartesio, invece, annienterebbe la tradizione e quindi anche l'educazione. Per Cartesio tutto ciò ha portato ad un abbassamento delle passioni nei tempi moderni. Le passioni sono quelle affezioni nelle quali l'anima è integrata alla corporeità. La corporeità è chiusa nella nostra razionalità e le passioni dell'anima restano quindi lontane dalla morale.
L'importanza della saggezza e della retorica
Per poter operare liberamente, l'anima deve aiutarsi con la saggezza, ma Vico si rende conto che questo non può avvenire perchè nel cartesianesimo non esiste la retorica. Tacito fu molto importante per questa teoria e Vico lo cita insieme a Francesco Bacone. Vico infatti esce fuori dagli schemi cartesiani e li contesta.
I presupposti del metodo cartesiano impediscono di capire in che modo bisogna usare la saggezza.
Il problema dell'altro Io
Vico si pone anche il problema del "l'altro Io" (=lo vedo ma non so se esiste). L'"altro" è un dato razionale e non più un fondamento dell'etica.
L'etica moderna è un'etica deontologica, dedita al dovere di vedere la ragione e il proprio "Io". L'"altro" sparisce un pò dalla visione.
Domande da interrogazione
- Qual è la critica principale di Vico alla filosofia cartesiana?
- Perché Vico considera pericoloso il metodo cartesiano?
- Come Vico vede il ruolo della saggezza e della retorica rispetto al cartesianesimo?
Vico critica la filosofia cartesiana per la sua mancanza di etica e per il pericolo che il metodo del dubbio universale rappresenta per l'educazione e la tradizione.
Vico ritiene pericoloso il metodo cartesiano perché, sottoponendo tutto al dubbio, nega l'educazione e la trasmissione della tradizione, portando a un abbassamento delle passioni e all'assenza di una vera morale.
Vico sottolinea l'importanza della saggezza e della retorica, che nel cartesianesimo sono assenti, impedendo all'anima di operare liberamente e comprendere come usare la saggezza.