Concetti Chiave
- Nel periodo umanista italiano, intellettuali si dividono in platonici e aristotelici, due scuole di pensiero distinte.
- L'accademia platonica, fondata da Marsilio Ficino a Firenze, cerca di armonizzare platonismo e cristianesimo.
- I platonici mirano a integrare l'aspetto terreno con il divino, evidenziando l'importanza religiosa della filosofia.
- La scuola aristotelica, con Pietro Pompanazzi a Padova, si concentra sull'indagine dei meccanismi della realtà, distanziandosi dalla teologia.
- Entrambe le correnti condividono il desiderio di libertà intellettuale e indipendenza dalla tradizione medievale.
Nell'umanesimo, in Italia, gli intellettuali si dividono in due scuole di pensiero: platonici e aristotelici.
L’accademia platonica, fondata da Marsilio Ficino, uno dei massimi esponenti del platonismo, sorse a Firenze. Gli studi dei platonici vogliono rafforzare l’accordo tra platonismo e cristianesimo. Il loro scopo è quello di mettere insieme, in armonia, ciò che è terreno con ciò che è divino.
(Neoplatonici: Marsilio Ficino. Questi studi vogliono mettere in rilievo l’aspetto religioso che scaturisce dall’indagine filosofica, collegata a Platone per questi autori significava mettere in evidenza le esigenze [..] e deve andare a scoprire l’essenza che non fa rimanere sulla terra ma porta a una presenza divina.).
La scuola aristotelica sorge a Padova e il massimo esponente di tale scuola filosofica è Pietro Pompanazzi. Gli aristotelici, invece, cercano di affrancarsi (allontanarsi) dalla teologia e pensano che il riflettere sulla realtà non deve fare altro che andare a scoprire quali sono i meccanismi che sottostanno alla realtà.
Ciò che accomuna le due correnti è il desiderio di libertà intellettuale e di indipendenza dalla tradizione medievale.