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Concetti Chiave

  • Schopenhauer sostiene che il mondo è una rappresentazione costituita da soggetto e oggetto inseparabili, criticando il materialismo e l'idealismo.
  • La causalità è l'unica categoria fondamentale che ordina le percezioni, riducendo le 12 categorie kantiane.
  • Il filosofo individua quattro forme del principio di causalità: divenire, conoscere, essere e agire, che strutturano la rappresentazione del mondo.
  • L'arte e l'ascesi sono vie di liberazione dalla sofferenza, con l'arte che oggettiva la volontà e l'ascesi che sopprime la volontà di vivere.
  • La bontà, intesa come compassione, è il fondamento dell'etica schopenhaueriana e supera la giustizia nella liberazione dall'egoismo.

Nato a Danzica, si laurea in filosofia all’università di Jena e, dopo un periodo a Dresda, si trasferisce a Berlino per intraprendere la carriera accademica. La riflessione di Schopenhauer parte dal presupposto che il mondo è rappresentazione, ed esso è costituito da due metà necessarie ed inseparabili:

1. Soggetto --> sostegno del mondo, condizione universale sottintesa di ogni oggetto;

2. Oggetto --> ciò che è condizionato dalle forme a priori (ossia spazio e tempo).

Indice

  1. Critica al materialismo e idealismo
  2. Principio di causalità e realtà
  3. Principi di ragion sufficiente
  4. Il mondo come fenomeno e volontà
  5. Arte e ascesi come liberazione
  6. Musica e ottimismo trascendentale

Critica al materialismo e idealismo

Essendo soggetto ed oggetto necessariamente inseparabili, di conseguenza, il materialismo è un errore, in quanto nega il soggetto, riducendolo a materia; allo stesso modo l’idealismo, poiché nega l’oggetto riducendolo al soggetto, e ciò è assurdo ed inconfutabile. Viene criticato anche il realismo, dal momento che, secondo questo filone, la realtà esterna si rispecchierebbe nella nostra mente per quello che è. Per quanto riguarda spazio e tempo queste sono, come già Kant aveva affermato, forme a priori della rappresentazione: ogni nostra percezione avviene necessariamente in un contesto spazialmente e temporalmente definito; ed è proprio su queste percezioni che l’intelletto agisce, ordinandole mediante la categoria della causalità (Schopenhauer riduce così le 12 categorie kantiane all’unica categoria della causalità).

Principio di causalità e realtà

Tramite la categoria della causalità, gli oggetti vengono posti uno come determinante (o causa), l’altro come determinato (o effetto): ciò significa che l’intera realtà dell’oggetto è l’azione causale dell’oggetto su altri oggetti. Conseguentemente, la realtà della materia si esaurisce nella sua causalità, come fa comprendere anche il termine tedesco “wirklichkeit”, che sta per “realtà” e deriva dal verbo “agire”. Attraverso il principio di causalità, viene determinata una successione nel tempo rispetto ad uno spazio determinato.

Principi di ragion sufficiente

Secondo Schopenhauer, le diverse forme di detto principio determinano le categorie degli oggetti conoscibili:

Principio di ragion sufficiente del divenire, regola la causalità tra gli oggetti naturali;

Principio di ragion sufficiente del conoscere, regola i rapporti tra i giudizi (dunque la verità delle premesse determina quella delle conclusioni);

Principio di ragion sufficiente dell’essere, regola le relazioni tra tempo e spazio, nonché la concatenazione degli enti matematici;

Principio di ragion sufficiente dell’agire, regola i rapporti tra le azioni ed i loro motivi.

Per Schopenhauer, sono queste le quattro forme necessarie del principio di causalità, che strutturano l’intero mondo della rappresentazione.

Il mondo come fenomeno e volontà

Il mondo come rappresentazione è fenomeno, vale a dire apparenza, illusione; perciò, secondo il nostro filosofo, non è possibile una distinzione tra veglia e sogno (il quale ha solo meno continuità della veglia). Ed ecco come il mondo diventa “velo di Maia”, che ottenebra i mortali e fa loro vedere un mondo solo illusorio ed apparente. Secondo Schopenhauer, dunque, il corpo è volontà resa visibile, strumento attraverso il quale sentiamo di vivere, proviamo piacere e dolore. Questa volontà è particolare, in quanto si presenta per una via immediata, nella quale è difficile distinguere il soggetto dall’oggetto: quindi, l’essenza del nostro essere è volontà, la vita non è altro che un pendolo che oscilla tra noia e dolore, la storia cieco caso.

Arte e ascesi come liberazione

Secondo il pensiero di Schopenhauer ci si può liberare da dolore e noia, sottraendosi così dalla catena dei bisogni, attraverso l’arte e l’ascesi. Proprio nell’esperienza estetica, l’individuo si svincola dalle catene della volontà, tramutandosi in puro occhio del mondo>>, immergendosi cioè nell’oggetto e dimenticando se stesso e la sua sofferenza (annullamento temporaneo del dolore). E questo “puro occhio del mondo” non vede più semplici oggetti, bensì scorge idee, essenze delle cose, al di fuori di spazio, tempo e causalità. L’arte oggettiva la volontà, e ci permette di contemplare la natura del mondo (concezione di arte come “liberatrice” e, quindi, come un valore metafisico). Scala delle arti figurative secondo Schopenhauer:

1. Tragedia (forma più alta e catartica di arte);

2. Poesia;

3. Pittura;

4. Scultura;

5. Architettura.

Musica e ottimismo trascendentale

Caso particolare è quello della musica, la quale non esprime le idee, quanto piuttosto la volontà stessa: proprio per questo motivo essa è l’arte più universale e profonda, poiché capace di narrare la storia più segreta della volontà>>. L’ascesi, invece, significa che la liberazione dell’uomo dal fatale alternarsi di dolore e noia debba realizzarsi sopprimendo in noi la volontà di vivere; Schopenhauer parla di “ottimismo trascendentale”, nel senso di suicidio, che per il filosofo è massima espiazione, pace definitiva. Il primo passo verso ciò è la giustizia, tuttavia essa mi fa considerare gli altri come distinti da me, dunque non distrugge il mio egoismo che mi contrappone agli altri. Bisogna perciò oltrepassare la giustizia con la bontà, vista come amore disinteressato verso esseri che soffrono esattamente come noi, esseri che vivono il nostro identico destino (in poche parole, la bontà è vista come compassione, la quale è il fondamento dell’etica per Schopenhauer). Quindi, l’ascesi non è altro che l’espiazione dell’orrore che si prova a causa dell’esistenza in un mondo pieno di dolore. In conclusione l’uomo è, in quanto fenomeno, un anello fondamentale della catena causale del mondo fenomenico; tuttavia, riconoscendo la volontà come “cosa in sé”, si avrà che questa conoscenza agisce su di lui come una sorta di calmante del suo volere.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il presupposto fondamentale della riflessione di Schopenhauer?
  2. Schopenhauer parte dal presupposto che il mondo è rappresentazione, costituito da due metà inseparabili: soggetto e oggetto.

  3. Come Schopenhauer critica il materialismo e l'idealismo?
  4. Schopenhauer critica il materialismo perché nega il soggetto riducendolo a materia, e l'idealismo perché nega l'oggetto riducendolo al soggetto, considerandoli entrambi errori.

  5. Qual è il ruolo del principio di causalità secondo Schopenhauer?
  6. Il principio di causalità struttura l'intero mondo della rappresentazione, determinando la successione temporale e spaziale degli oggetti e regolando le relazioni tra essi.

  7. In che modo l'arte e l'ascesi liberano l'individuo secondo Schopenhauer?
  8. L'arte libera l'individuo dalle catene della volontà, permettendo di contemplare le essenze delle cose, mentre l'ascesi sopprime la volontà di vivere, portando alla pace definitiva.

  9. Qual è il fondamento dell'etica per Schopenhauer?
  10. Il fondamento dell'etica per Schopenhauer è la bontà, vista come compassione e amore disinteressato verso gli altri esseri che condividono lo stesso destino di sofferenza.

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