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Concetti Chiave

  • Rousseau concepisce la libertà come un rapporto attivo e non conflittuale tra individuo e legge, diversamente da Hobbes e Locke.
  • La legge è vista come uno spazio che permette all'obbedienza di trasformarsi in dovere, senza accettazione passiva.
  • Rousseau esplora la democrazia diretta e la rappresentanza, tentando di bilanciare autonomia e relazioni interdipendenti.
  • L'autenticità è intesa come autonomia, dove l'obbedienza non dipende da fattori esterni ma da un rapporto trasparente con se stessi.
  • Il dovere non è una categoria eteronoma, ma un atto di auto-obbedienza che elimina l'autoinganno.

Indice

  1. Il concetto di libertà secondo Rousseau
  2. Differenze con Hobbes e Locke
  3. La sfida dell'autonomia e dell'autenticità

Il concetto di libertà secondo Rousseau

Per libertà Rousseau intende, soprattutto, un rapporto non conflittuale tra individuo e legge, ma è anche quella facoltà di dare leggi a se stessi.

Differenze con Hobbes e Locke

Da quest’ultimo punto di vista, rispetto agli autori precedenti, introduce importanti differenze: il fatto che la legge non sia un’imposizione subita, rispetto ad Hobbes, perché il rapporto che Rousseau immagina dei singoli individui con la legge non è un rapporto che potremmo derubricare con la cifra della passività; la legge non è qualcosa che subiamo e che supinamente accettiamo in virtù di un bene, non è il prezzo che si paga per la vita; rispetto a Locke, c’è un richiamo alla legge molto più presente e forte, che non il silenzio della legge lockeano: Rousseau intende la libertà esattamente come quello spazio che rende possibile trasformare l’obbedienza in dovere, senza immaginare il dovere come una forma di accettazione supina.

La sfida dell'autonomia e dell'autenticità

Siamo al cospetto di un autore che prometeicamente prova a tenere insieme, attorno al rapporto libertà-legge, una serie di questioni quasi esagerate: anzitutto il tema della mancanza di rappresentanza (democrazia diretta), la sfida di tenere un’autonomia che non sia una forma di indipendenza assoluta, il tentativo di rivendicare una forma di relazione che al tempo stesso non sia una forma di indipendenza, di concepire il dovere non come una categoria eteronoma (che ha la fonte di sé in qualcosa di esterno a noi), di intendere l’autenticità come una forma di autonomia, cioè il fatto che obbedire non ad un esterno ma a me significa immediatamente avere un rapporto di totale trasparenza con se stessi, in cui non dev’esserci autoinganno.

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