Concetti Chiave
- Nel Cinquecento, filosofi come Telesio, Bruno e Campanella riaffermano il naturalismo, negando realtà oltre quella naturale.
- Questi pensatori riprendono il panteismo vitalistico stoico, rispondendo ai cambiamenti scientifici, religiosi e geografici del loro tempo.
- Nati nel Sud Italia sotto dominio spagnolo, influenzano comunque la cultura europea, affrontando temi centrali come la critica all'aristotelismo.
- Criticano l'autorità tradizionale e rivalutano l'attività manuale, opponendosi alla supremazia dell'intellettuale.
- Rivalutano la magia come parte della natura, pur criticando gli aspetti ciarlataneschi, vedendo nell'uomo la capacità di controllare la natura.
Indice
Filosofi italiani del Cinquecento
Nel Cinquecento, i principali filosofi italiani furono Telesio, Bruno e Campanella, che rientrano nel naturalismo, perché non riconoscono l’esistenza di nessuna realtà, se non di quella naturale.
Naturalismo e influenze antiche
Nell’antichità il naturalismo si divideva in: materialismo meccanico degli atomisti e panteismo vitalistico degli stoici, ma fu accusato per secoli di empietà e riemerse solo nel Cinquecento, riaffermando che l’uomo in quanto essere naturale, ha l’interesse e anche le capacità necessarie per comprendere la natura.
Questi 3 filosofi, riprendono in particolare i temi stoici del panteismo vitalistico, cercando di elaborare nuove filosofie, in modo da rispondere ai mutamenti in campo scientifico, religioso e geografico che avvengono nel Cinquecento.Ruolo dei filosofi italiani
Telesio, Bruno e Campanella, nascono inoltre in Italia meridionale, che essendo sotto la dominazione spagnola, è isolata economicamente e socialmente rispetto allo sviluppo borghese, che avviene nel resto dell’Europa, eppure nonostante ciò essi, non saranno estranei alla cultura europea, ma anzi avranno un ruolo in primo piano, occupandosi dei temi più affrontati nel loro tempo:
Rapporti con la tradizione culturale
- i rapporti con la tradizione culturale, dove rifiutano il principio di autorità, che obbligava ai filosofi a ritirare i loro testi, in caso fossero stati in contrasto con i testi antichi riconosciuti dalla tradizione, criticano l’aristotelismo, e rivalutano l’attività manuale, disprezzata dall’antichità per favorire quella intellettuale;
Rapporti con la Chiesa e la magia
- i rapporti con la Chiesa, dove cercano di attuare un rinnovo spirituale, criticando le posizioni dei riformati, anche se il Tribunale dell’Inquisizione e l’Indice dei libri proibiti, giudicheranno le loro dottrine eretiche, cercando di ridurli al silenzio;
- i rapporti con la magia, che viene rivalutata e considerata come un essere animato, retto da forze che interagiscono fra loro secondo leggi di simpatia e antipatia fra gli enti; l’uomo può controllare la natura anche attraverso la componente pre-scientifica della magia, anche se vengono criticati gli aspetti ciarlataneschi.
Domande da interrogazione
- Chi furono i principali filosofi italiani del Cinquecento e quale corrente filosofica rappresentavano?
- Quali influenze antiche hanno ripreso i filosofi italiani del Cinquecento nel loro pensiero?
- Come si rapportavano i filosofi italiani del Cinquecento con la Chiesa e la magia?
I principali filosofi italiani del Cinquecento furono Telesio, Bruno e Campanella, che rappresentavano il naturalismo, riconoscendo solo la realtà naturale.
I filosofi italiani del Cinquecento ripresero i temi stoici del panteismo vitalistico, cercando di rispondere ai mutamenti scientifici, religiosi e geografici del loro tempo.
I filosofi cercavano un rinnovo spirituale criticando le posizioni riformate, ma furono giudicati eretici dall'Inquisizione. Rivalutavano la magia come un sistema animato, pur criticandone gli aspetti ciarlataneschi.