Concetti Chiave
- Il capitalismo è analizzato come un sistema che mette il denaro al centro, ignorando i suoi effetti negativi.
- Il valore di un prodotto è distinto in valore d'uso e di scambio, derivante dal lavoro necessario alla sua produzione.
- Il feticismo delle merci critica la visione economica classica che vede i beni come semplici oggetti.
- Il plusvalore è generato dal plus lavoro degli operai, ma il profitto è ridotto dagli investimenti del capitalista.
- Il capitale si divide in variabile, legato ai salari, e costante, relativo a macchinari e materie prime.
Analisi del capitalismo e dei suoi mali, sistema che pone il denaro come fine.
Il valore secondo Marx
Innanzitutto afferma che il valore non è il prezzo di un prodotto, ma è duplice, quello d'uso (come viene impiegato) e quello di scambio, stabilito nel momento della produzione, è dato dal lavoro socialmente necessario per produrre il prodotto.
Il feticismo delle merci
Marx considera feticismo delle merci la teoria degli economisti classici, poiché guardano le merci come oggetto in sé anziché come il risultato di un lavoro.
Il plus valore e il profitto
Il plus valore deriva dal plus lavoro degli operai nel momento della produzione, questo è possibile da due punti di vista: quello quantitativo, cioè attraverso il sottopagare l'operaio, quello qualitativo, cioè attraverso un salario di sussistenza che consente di considerare merce l'operaio pagandolo tanto quanto basta per continuare a lavorare, tuttavia egli è una merce particolare in quanto produce un valore che non è il suo, ma del capitalista. Il profitto non coincide, tuttavia, con il plus valore poiché a quest'ultimo vanno tolti tutti gli investimenti che il capitalista è costretto a fare.
L'imprenditore ha delle spese variabili, come il salario (può aumentare o diminuire il numero dei dipendenti secondo la necessità), che definisce capitale variabile; questo può variare a seconda di quanto egli abbia investito in macchinari, di cui la fabbrica necessita per funzionare più efficacemente e per essere competitiva, o in materie prime, che egli definisce capitale costante.