Concetti Chiave
- Marx utilizza un linguaggio comprensibile nel Manifesto per spiegare la dialettica in termini di lotta tra classi sociali.
- Il Manifesto descrive la storia come una lotta continua tra classi, incarnando le forze e i rapporti di produzione in classi sociali specifiche.
- Il documento è noto per il suo incipit e per l'invito finale ai proletari a unirsi per una rivoluzione sociale.
- Marx descrive il comunismo come un processo in due fasi: dittatura del proletariato e successiva eliminazione dello stato.
- Il vero comunismo, secondo Marx, richiede l'eliminazione dello stato e una distribuzione dei beni basata sui bisogni e le capacità individuali.
Marx - Manifesto del partito comunista
Marx in quest’opera ripropone la visione dialettica ma la adatta al pubblico, per divulgarla. Non può utilizzare nel Manifesto un linguaggio strettamente filosofico, deve quindi adottare un linguaggio comprensibile da tutti, perciò anziché parlare di forze di produzione di rapporti di produzione, nel Manifesto egli parla di classi sociali, perché alla fine le forze di produzione e i rapporti di produzione vanno a incarnarsi di volta in volta in classi sociali, o in ceti: nell'epoca feudale i rapporti di produzione sono incarnati nel ceto dei signori feudali, mentre le forze di produzione sono costituite dai servi della gleba; nell’epoca borghese le forze di produzione sono incarnate dal proletariato, mentre i rapporti di produzione sono nelle mani dell’alta borghesia, dunque della classe dei capitalisti. Dunque, all’interno del Manifesto lui presenta la storia come lotta fra classi, cioè la dialettica tra forze di produzione e rapporti di produzione diventa lotta fra classi. Il manifesto è celebre anche per il suo incipit, si apre infatti con la famosa frase “uno spettro si aggira per l’Europa” (spettro del comunismo), e si chiude con l’invito “proletari di tutto il mondo unitevi” (invito alla rivoluzione sociale, a prendere il potere nelle proprie mani attraverso un’iniziale fase di dittatura del proletariato dove il proletariato prende nelle proprie mani la proprietà privata, per poi passare alla seconda fase del comunismo, in cui lo stato viene completamente eliminato. Infatti, nella visione di Marx, il comunismo si realizza in due differenti fasi: prima fase: “Dittatura del proletariato”, fase in cui lo stato accentra tutto il potere nelle proprie mani; lo stato però non è più controllato dalla borghesia ma è controllato dalla maggioranza, quindi dal proletariato, in cui l’eliminazione della proprietà privata è un’eliminazione forzata, perché la proprietà viene statalizzata. Lo stato si occupa della distribuzione dei beni, che è una distribuzione equa; tale distribuzione e questo periodo in cui lo stato diventa l’elemento principale della gestione della ricchezza, serve secondo Marx a eliminare le classi da una parte, perché appunto c’è l’equa distribuzione, dall’altra parte a educare la popolazione a vivere in assenza di proprietà privata e quindi anche in assenza di classi sociali. La seconda fase è l’eliminazione dello stato. Dopo questa fase, quando la gente sarà entrata all’interno della mentalità comunista, e quindi non ci saranno più conflitti di classe, allora si potrà passare al comunismo vero e proprio che non necessita più dello stato. Lo stato viene visto infatti come strumento di coercizione che serve a mantenere l’ordine sociale, ma se non ci sono più conflitti e classi, non c’è bisogno di coercizione e stato. (visione utopica). Per Marx la fase della dittatura del proletariato (fase intermedia), o anche le varie teorie sul comunismo che si sono susseguite nel corso della storia vengono considerate come una forma di comunismo rozzo perché anzitutto il vero comunismo necessita dell’eliminazione completa dello stato, ma soprattutto anche per il modo in cui è concepita la divisione dei beni, questo perché secondo Marx i beni non devono essere distribuiti equamente, nel senso che ciascuno deve avere la stessa parte, ma ciascuno deve avere quello di cui ha bisogno e ciascuno deve dare quello che è capace di dare.Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale del Manifesto del partito comunista di Marx?
- Come Marx descrive la transizione verso il comunismo?
- Qual è la famosa frase di apertura del Manifesto?
- Come Marx vede il ruolo dello stato nel comunismo?
- Cosa intende Marx per "comunismo rozzo"?
L'obiettivo principale del Manifesto è divulgare la visione dialettica di Marx in un linguaggio comprensibile, presentando la storia come una lotta fra classi sociali.
Marx descrive la transizione verso il comunismo in due fasi: la dittatura del proletariato, dove lo stato centralizza il potere e distribuisce equamente i beni, e la fase finale in cui lo stato viene eliminato.
La famosa frase di apertura del Manifesto è "uno spettro si aggira per l’Europa" riferendosi allo spettro del comunismo.
Marx vede lo stato come uno strumento di coercizione necessario solo finché esistono conflitti di classe; nel vero comunismo, lo stato non è più necessario.
Marx considera "comunismo rozzo" le teorie che non eliminano completamente lo stato e che non distribuiscono i beni secondo i bisogni e le capacità individuali.