Concetti Chiave
- Kierkegaard definisce l'angoscia come una condizione legata alla possibilità dell'esistenza umana rispetto al mondo esterno.
- L'angoscia, secondo Kierkegaard, emerge dalla possibilità stessa, non dalle conseguenze delle azioni.
- Utilizzando l'episodio biblico di Adamo, Kierkegaard illustra come l'angoscia derivi dalla libertà di poter scegliere.
- Adamo prova angoscia non per le conseguenze del divieto di Dio, ma per il semplice fatto che può infrangerlo.
- L'angoscia è generata dalla possibilità di compiere una scelta, indipendentemente dalla consapevolezza delle sue conseguenze.
L’opera di riferimento è “ il concetto dell’angoscia”. Essa parte sempre dal concetto di esistenza come possibilità e considera questa possibilità dell’uomo rispetto al mondo esterno.
L'angoscia secondo Kierkegaard
L’angoscia nasce secondo Kierkegaard dalle possibilità mondane dell’uomo, nella realizzazione del mondo.
L'episodio biblico di Adamo
Che cos’è l’angoscia per Kierkegaard? Anche qui riprende un episodio biblico, cioè la vicenda di Adamo e attraverso la figura di Adamo cerca di spiegarci che cos’è l’angoscia. Nel momento in cui Adamo riceve da Dio la proibizione di non mangiare la mela, Adamo così come Eva, prova angoscia. Ma l’angoscia non nasce dal fatto che Adamo sa le conseguenze di un eventuale proibizione, di questo divieto di Dio, Adamo prova angoscia perché semplicemente PUO’ FARE QUELLA COSA.
La possibilità di scelta
L’angoscia non è legata a un qualcosa di specifico ma in questo caso, dice Kierkegaard l’angoscia di Adamo è legata al fatto che lui può, che cosa? Non lo sa. Però l’angoscia di Adamo, ciò che lo tormenterà, ciò che alla fine lo porterà a peccare, è legato alla possibilità di POTERE.
In altri termini: è la semplice POSSIBILITA’ DI POTERE OPERARE UNA SCELTA che genera l’angoscia NON la conseguenza perché Adamo non sa cosa comporti l’atto di mangiare la mela, non conosce la conseguenza. In questo caso l’angoscia di Adamo è legata alla pura e semplice possibilità.