marylù89
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Concetti Chiave

  • Kant vede la metafisica come la ricerca di ciò che va oltre i sensi, definito come noumeno.
  • Critica la metafisica per la sua mancanza di basi empiriche, a differenza di scienze come la fisica.
  • Introduce un nuovo criterio di verità basato sull'unione di ragione e esperienza sensibile.
  • Sostiene che la metafisica è un'esigenza dello spirito umano di indagare oltre i limiti sensibili.
  • Nonostante i limiti riconosciuti, la ragione umana tende all'infinito e alla perfezione.

Indice

  1. La crisi della metafisica secondo Kant
  2. Il nuovo criterio di verità di Kant
  3. L'importanza della metafisica per lo spirito umano

La crisi della metafisica secondo Kant

la Metafisica per Kant è l'esigenza di cogliere ciò che non si vede, ciò che è posto al di là dei nostri sensi, ovvero ciò che egli chiama il noumeno.

Secondo Kant la metafisica era in crisi, poiché era una scienza inaffidabile che non si basava sulle certezze empiriche come ad esempio la fisica e la matematica.

Infatti tutte le risposte ai vari interrogativi della metafisica, che appunto quest'ultima faceva passare per vere erano invece infondate, come infatti erano rimasti in sospeso gli interrogativi su Dio, sull'idea del mondo e sul problema dell'anima.

Il nuovo criterio di verità di Kant

Kant allora elaborò un nuovo criterio di verità, affermando che una cosa è vera quando è accompagnata dalla ragione e dall'esperimento, cioè una cosa è vera quando è unione di forma e contenuto, per contenuto si intende il materiale raccolto dall'esperienza sensibile, per forma invece si intende il criterio di assemblaggio dei dati provenienti dall'esperienza sensibile.

L'importanza della metafisica per lo spirito umano

Kant nonostante avesse affermato che credere che la metafisica possieda la chiave del sapere signicherebbe scambiare fantasia per realtà come dei visionari, allo stesso tempo non può negare l'importanza della metafisica che si identifica come un'esigenza dello spirito umano che si spinge ad indagare oltre la conoscenza sensibile, perchè la ragione umana se pur riconosce la sua impotenza, i suoi limiti, non può fare a meno di tendere all'infinito in quanto perfezione.

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