Concetti Chiave
- Il termine "Infinito" deriva dal latino "finitus" con il prefisso negativo "in-", rappresentando qualcosa senza limiti.
- Per i Pitagorici, l'infinito era imperfetto poiché solo ciò che è finito è considerato compiuto e perfetto.
- Parmenide e Zenone attribuivano all'infinito un valore negativo, associandolo all'incompiutezza e alla divisibilità infinita del tempo.
- Nel Cristianesimo, l'infinito è associato a Dio, mentre tutto ciò che è limitato è umano e terreno.
- Nicolò Cusano vede l'infinito come ignoto e divino, con Dio che rappresenta la coincidenza degli opposti e un universo che è un'esplicazione contratta di Dio.
Indice
- Origine e significato dell'infinito
- Pitagorici e numeri perfetti
- Parmenide e il valore negativo
- Zenone e i paradossi del tempo
- Aristotele e la logica infinita
- Cristianesimo e l'infinito divino
- Plotino e l'emanazione divina
- Medioevo e concezione dell'infinito
- Umanesimo e l'uomo infinito
- Nicolò Cusano e l'infinito ignoto
- Giordano Bruno e la materia infinita
Origine e significato dell'infinito
La parola “Infinito” deriva dal latino “finitus”, cioè limitato, più il prefisso negativo “in-“, ed è solitamente indicato col simbolo “∞”.
Per Infinito solitamente viene inteso l’essere senza limiti o l’essere senza limiti di un qualcosa, poiché è, appunto, infinito, senza fine.
Pitagorici e numeri perfetti
• Pitagorici: per i Pitagorici solo ciò che è Finito è prefetto (in quanto è compiuto), invece ciò che è infinito non ha fine e non sarà mai compiuto nella sua realtà e, quindi, non può essere perfetto.
Essi dividevano i Numeri in Pari e Dispari, e solo questi ultimi li consideravano perfetti, cioè Finiti, mentre quelli Dispari erano considerati non finiti, cioè Infiniti.
Parmenide e il valore negativo
• Parmenide: con Parmenide l’Infinito assume un valore negativo, poiché essere Infinito significava un qualcosa che è senza fine, che non è completo e che quindi manca in qualcosa e allora è imperfetto.
Zenone e i paradossi del tempo
• Zenone: il concetto di Infinito viene usato da Zenone nei suoi Paradossi, secondo i quali il Tempo è divisibile all’Infinito, e quindi esso non è una cosa finita.
Aristotele e la logica infinita
• Aristotele: secondo Aristotele non è possibile cercare una Causa all’Infinito, poiché la causa prima è il Motore Immobile; Potenza e Atto compongono una catena Infinita; secondo la sua concezione di Logica bisognerebbe analizzare Infinite cose per essere sicuri di ciò di cui si parla, ma ciò è impossibile; per Aristotele, così come per i Pitagorici, esiste un Infinito numerico.
Cristianesimo e l'infinito divino
• Cristianesimo: secondo il Cristianesimo l’Infinito corrisponde a Dio, mentre ciò che è limitato riguarda quello che è terreno o umano (e quindi ha connotazione negativa ciò che è limitato).
Plotino e l'emanazione divina
• Plotino: anche secondo Plotino l’Infinito corrisponde a Dio, che per emanazione crea il tutto.
Medioevo e concezione dell'infinito
• Medioevo: anche la concezione Medioevale dell’Infinito è simile alle due precedenti, infatti ciò che era Infinito era Dio, mentre ciò che era Finito era l’Uomo.
Umanesimo e l'uomo infinito
• Umanesimo: per la concezione Umanistica, era l’Uomo l’Infinito, poiché era considerato come “copula mundi” (copula del mondo) e quindi come termine medio tra il terreno e il divino.
Nicolò Cusano e l'infinito ignoto
• Nicolò Cusano: secondo egli l’Infinito era qualcosa d’ignoto, poiché l’Uomo non ha tale conoscenza per concepirlo. Quindi l’Infinito corrisponde a Dio, figura nella quale, secondo Cusano, coincidono gli opposti. Dio inoltre contiene in se tutte le cose, ma è anche presente in tutte le cose; quindi l’Universo può essere considerato come un’esplicazione di Dio contratta, perciò l’Universo rappresenta l’Infinito in maniera contratta.
Giordano Bruno e la materia infinita
• Giordano Bruno: secondo egli l’Infinito corrisponde a Dio e per questo anche la Materia può essere infinita.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e il significato della parola "Infinito"?
- Come interpretavano i Pitagorici il concetto di Infinito?
- Qual è la visione di Aristotele sull'Infinito?
- Come viene associato l'Infinito a Dio nel Cristianesimo e nel pensiero di Nicolò Cusano?
La parola "Infinito" deriva dal latino "finitus", che significa limitato, con il prefisso negativo "in-", e indica qualcosa senza limiti o fine.
I Pitagorici consideravano solo ciò che è Finito come perfetto, mentre l'Infinito era visto come imperfetto poiché non compiuto.
Aristotele riteneva impossibile cercare una causa all'Infinito e considerava l'Infinito numerico, ma impossibile da analizzare completamente.
Nel Cristianesimo e secondo Nicolò Cusano, l'Infinito corrisponde a Dio, che contiene e si manifesta in tutte le cose, rappresentando l'Infinito in modo contratto nell'Universo.