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Concetti Chiave

  • Hume sostiene che la morale è guidata dal sentimento, che influenza le scelte e i giudizi sulle azioni proprie e altrui.
  • Il sentimento morale si manifesta come simpatia, intesa come partecipazione alle emozioni degli altri, evidenziando la connessione sociale tra gli individui.
  • La simpatia diventa il criterio della moralità: le azioni sono giudicate buone o cattive in base al vantaggio o al danno arrecato alla comunità.
  • Le azioni che ricevono approvazione e simpatia generale sono considerate buone, mentre quelle disapprovate dalla società sono viste come cattive.
  • Hume afferma che l'ingiustizia, anche se non ci tocca personalmente, ci dispiace per il danno che provoca alla società, guidati dalla simpatia.

Indice

  1. Il ruolo del sentimento nella morale
  2. Simpatia come criterio di moralità
  3. Hume e la simpatia universale

Il ruolo del sentimento nella morale

Anche la morale presuppone il sentimento. è il sentimento, infatti, che porta l’uomo a scegliere un’azione piuttosto che un’altra e ad approvare e a disapprovare la condotta altrui. Questo sentimento si manifesta come simpatia (nel senso etimologico della parola), cioè come partecipazione alle gioie ed ai dolori degli altri uomini, perché ogni individuo sente di non vivere isolato ma di costituire una comune società con i suoi simili.

Simpatia come criterio di moralità

Il principio della simpatia è perciò il criterio della moralità: ogni uomo giudica buone o cattiva le azioni degli altri che, apportando vantaggio o danno alla comunità, incontrano l’universale approvazione e simpatia o il biasimo generale; così ugualmente considera buono il suo comportamento se riscuote la simpatia degli altri e lo reputa, invece, cattivo se gli altri lo disapprovano.

Hume e la simpatia universale

Scrive Hume nel suo “Trattato sulla natura umana”: “Anche quando l’ingiustizia è così distante da noi da non colpire in nessun modo il nostro interesse, essa tuttavia ci dispiace, perché la consideriamo dannosa alla società. Noi allora partecipiamo al danno degli altri per simpatia. E benché questo sentimento, nel caso presente, sia derivato solo dal contemplare le azioni degli altri, noi non manchiamo tuttavia di estenderlo alle nostre azioni.”

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