giannyetonia
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Concetti Chiave

  • Galilei mette in discussione il principio di autorità basato su 'ipse dixit', che limita la ricerca scientifica.
  • Il Concilio di Trento riafferma l'interpretazione letterale delle Scritture, contrastando la lettura libera di Lutero.
  • Galilei, nella lettera a Benedetto Castelli, esplora la relazione tra scienza e fede, sostenendo che Dio non può ingannare l'uomo.
  • Egli distingue due fonti di verità: le Sacre Scritture per la salvezza e la Natura per la conoscenza oggettiva.
  • In caso di apparente contrasto tra scienza e religione, Galilei suggerisce un'interpretazione allegorica delle Scritture.

Indice

  1. Galilei e il principio di autorità
  2. Concilio di Trento e interpretazione
  3. Galilei su scienza e fede
  4. Verità rivelate e conoscenza
  5. Natura e Sacre Scritture

Galilei e il principio di autorità

Galilei mette in discussione il principio di autorità basato sul concetto 'ipse dixit' (l'ha detto lui), che considera la parola di un autorità religiosa o culturale indiscutibile; questo era un limite per la ricerca scientifica.

Concilio di Trento e interpretazione

Il concilio di Trento, dichiarando unica interprete la Chiesa, ristabilì l'interpretazione letterale delle Sacre Scritture eliminata da Lutero, che sosteneva quella libera. Innanzi a tale decreto si pone il problema: se accettare le verità della Bibbia o le verità dimostrate dalla scienza.

Galilei su scienza e fede

In una delle lettere copernicane, quella a Benedetto Castelli (1613), Galilei affronta il rapporto tra scienza e fede.

Verità rivelate e conoscenza

Egli, ritenendosi buon cristiano e scienziato, consapevole che non possono esistere due verità, altrimenti Dio ci ingannerebbe e non sarebbe infinitamente buono, arriva alla conclusione che l'unica fonte di verità è Dio e apparentemente ne esistono due. Dio ha rivelato la verità agli uomini in due modi: attraverso la parola e attraverso l'opera. Le Sacre Scritture (parola), sono una verità rivelata (il Verbo) e sono finalizzate alla salvezza ('ci insegnano come si và in cielo e non come va il cielo'); la Natura (opera), è una rivelazione diretta (leggi universali e oggettive) ed è finalizzata alla conoscenza.

Natura e Sacre Scritture

Galilei, paragona la Natura a un grande libro sempre aperto davanti ai nostri occhi scritto in termini matematici; mentre la Bibbia è un libro in cui Dio si è dovuto adattare alla capacità di comprensione del volgo usando un linguaggio antropomorfico (metafore, analogie..). Quindi se incombe questo contrasto 'apparente' fra le due verità (religiosa e scientifica), 'bisogna andare aldilà del nudo senso delle parole', ovvero bisogna rivedere l'interpretazione delle Sacre Scritture, mutandola in interpretazione allegorica.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la posizione di Galilei riguardo al principio di autorità?
  2. Galilei mette in discussione il principio di autorità basato sul concetto 'ipse dixit', considerandolo un limite per la ricerca scientifica.

  3. Come Galilei vede il rapporto tra scienza e fede?
  4. Galilei ritiene che non possano esistere due verità separate e che Dio abbia rivelato la verità attraverso la parola (Sacre Scritture) e l'opera (Natura), suggerendo che le Scritture insegnano la salvezza mentre la Natura è finalizzata alla conoscenza.

  5. Cosa suggerisce Galilei riguardo all'interpretazione delle Sacre Scritture?
  6. Galilei suggerisce di andare oltre il senso letterale delle parole e di adottare un'interpretazione allegorica delle Sacre Scritture per risolvere il contrasto apparente tra verità religiosa e scientifica.

Domande e risposte

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