Concetti Chiave
- Pico esalta la dignità umana reinterpretando i concetti di "uomo come miracolo" e "uomo cosa meravigliosa".
- Rivisitando il mito biblico della Creazione, Pico identifica la libertà come origine della dignità umana.
- L'uomo gode di un "privilegio di una suprema ammirazione", ma deve dimostrare qualcosa di più, forse una felicità distinta.
- Pico si interroga su come l'essere umano possa gioire, considerando i limiti e le potenzialità dell'uomo rinascimentale.
- La grandezza dell'uomo è legata al momento della Creazione, con Pico che ambisce a riscrivere il Testo sacro.
Indice
La meraviglia dell'uomo secondo Pico
Per Pico l’uomo è qualcosa di meraviglioso, se non un grande miracolo. È il filone della dignitas hominis, nel quale Pico si dichiara insoddisfatto delle spiegazioni precedentemente date al riguardo, nel passato ma anche recentemente (quindi sono indicate con il passato prossimo). Si riflette quindi sui due precedenti concetti di “uomo come miracolo” e “uomo cosa meravigliosa”, nello spettro semantico di dignitas e excellentia.
Rilettura del mito della Creazione
Pico, audacemente, passa attraverso una rilettura e rivisitazione del mito della Creazione in ambito biblico, che va in una direzione precisa: riconoscere in questo momento e sulla sua base l’origine della dignità, che consiste in una forma di libertà, enorme. L’uomo gode di “privilegio di una suprema ammirazione”, e quindi deve dimostrare un qualcosa in più. Ma può anche essere detto “felice”, quindi una condizione che esula dal filone che non intende dimenticare i limiti dell’uomo, cioè la visione rinascimentale di uomo splendido ma forse non felice. E perché, di cosa, l’uomo può gioire?
La condizione umana e la felicità
Ci si interroga su come si è ottenuta la particolare condizione umana: l’essere dell’uomo non viene prima di un’altra cosa, cioè l’essere di Dio. Quindi la grandezza dell’uomo, se c’è, è da ricercare nel momento della Creazione. C’è l’ambizione di Pico di addirittura riscrivere il Testo sacro