Concetti Chiave
- Cartesio rigetta la fisica aristotelica e adotta la matematica per comprendere la struttura del mondo, promuovendo una visione unificata delle scienze naturali.
- Introduce un metodo filosofico basato su quattro precetti: evidenza, analisi, sintesi ed enumerazione, per cercare la verità con chiarezza e distinzione.
- Cartesio distingue tra due sostanze: res cogitans (mente) e res extensa (corpo), fondando il dualismo cartesiano che separa spirituale e materiale.
- La cosmologia cartesiana combina una visione spiritualistica dell'uomo con un approccio meccanicistico alla natura, basandosi sulla costanza della natura divina.
- Le passioni dell'anima sono centrali nel comportamento umano; Cartesio suggerisce che la ragione deve controllare le emozioni per raggiungere un carattere morale virtuoso.
Indice
- Nuovo metodo filosofico
- Unificazione delle scienze
- Critica alla logica tradizionale
- Quattro precetti del metodo
- Dubbio metodico e genio maligno
- Esistenza di Dio e idee innate
- Distinzione tra sostanze
- Dualismo cartesiano
- Interazione tra corpo e mente
- Errore e volontà umana
- Intelletto e immaginazione
- Probabilità del mondo corporeo
- Nuova cosmologia cartesiana
- Fisica matematica e vortici
- Corpo organico come macchina
- Scienza pratica e umanesimo
- Passioni dell'anima
- Controllo delle passioni
Nuovo metodo filosofico
Ricerca un nuovo metodo filosofico che sappia corrispondere alla matematizzante della natura introdotta in campo fisico da Galilei. Concorda nel rigettare la fisica di Aristotele e nell’assumere la matematica come unico strumento idoneo a capire la struttura del mondo. Si propone di fare fondamento alla nuova visione della natura. Paragona la filosofia ad un albero le cui radici sono la metafisica, il tronco la fisica e i rami tutte le altre scienze.
Unificazione delle scienze
Cartesio voleva unificare nella nuova scienza matematica della natura, discipline che la tradizione affidava a scienze diverse (aritmetica, geometria, astronomia, musica).
Critica alla logica tradizionale
Egli nega che siano utili la storia, le lingue e le letterature classiche. Osserva inoltre che la filosofia non è stata in grado di delineare una conoscenza certa e che si risolve sostenendo con successo le opinioni su uno stesso argomento. Rifiuta la logica peripatetica insegnata nelle scuole perché appare più adatta a trasmettere un sapere già costituito invece di ricercare e dimostrare la verità. Respinge l’uso dogmatico del sillogismo aristotelico. Ritiene che il filosofo non deve occuparsi di teologia perché da un lato le verità rilevate sono superiori all’intelligenza umana e dall’altro non è necessario essere dotti per salvarsi.
Quattro precetti del metodo
Cartesio riassume il proprio metodo originale sotto forma di 4 precetti: regola dell’evidenza che contiene il criterio di verità e che devono essere accolte solo quelle idee che si presentano alla nostra mente in modo chiaro e distinto. Regola dell’analisi che dice di suddividere ogni problema nelle sue parti elementari giungendo quindi ad un problema la cui soluzione è vicina. Regola della sintesi che afferma di disporre i propri pensieri secondo un ordine che va da una minore ad una maggiore complessità. Procedimento opposto al precedente che rappresenta la ricostruzione deduttiva. Regola dell’enumerazione ovvero una regola di controllo delle operazioni condotte nell’analisi e nella sintesi con specifiche tecniche.
Dubbio metodico e genio maligno
Per riedificare la metafisica Cartesio parte dal dubbio e trasforma il dubbio scettico in metodico. Quando sogniamo abbiamo le stesse certezze della veglia ma che si rivelano false al risveglio dal sonno. Potrebbe esistere un genio maligno o dubbio iperbolico che ci inganna. L’unica qualità di cui non possiamo dubitare è il pensiero poiché noi siamo una cosa che pensa.
Esistenza di Dio e idee innate
Applicando il proprio criterio di verità Cartesio dimostra l’esistenza di Dio seguendo un proseguimento psicologico. Distingue l’insieme delle idee presenti alla nostra mente. Alcune sono idee innate come i principi della matematica e della logica. Altre sono idee avventizie formate in seguito all’esperienza sensibile. Le ultime sono idee fittizie prodotte da noi stessi unendo parti di idee avventizie. L’idea di Dio invece corrisponde ad un’idea innata perché nessuna esperienza contiene l’idea di perfezione. Io che sono una cosa pensante potrei essere causa sia delle idee innate che di quelle avventizie e fittizie, ma essendo io un essere imperfetto e finito non potrei essere causa di quella realtà perfetta e infinita che è Dio. L’esistenza non può essere separata dall’essenza di Dio.
Distinzione tra sostanze
L’esistenza chiara di Dio fornisce a Cartesio un modello per concepire la nozione di sostanza. Definisce la sostanza come ciò che esiste in modo tale da non aver bisogno di nessun’altra cosa per esistere. Solo di Dio possiamo affermare che sia sostanza, poiché esiste in virtù di un atto di pensiero infinito. Possiamo definire sostanza quegli enti che possono sussistere nell’esistenza senza ulteriori interventi divini. Cartesio distingue due tipi di sostanze: res cogitans ovvero la mente e la res extensa ovvero l’estensione geometrica concepita come essenza del corpo. Alla distinzione tra sostanza e accidente Cartesio sostituisce quella di sostanza e attributo, con il quale definiamo qualsiasi proprietà o qualità della sostanza. In modo specifico diciamo attributo della sostanza ciò che ne esprime l’essenza e che è sufficiente a farla conoscere.
Dualismo cartesiano
In ogni sostanza esiste un attributo principale, ad esempio l’estensione costituisce la natura della sostanza corporea. Viceversa il pensiero costituisce la natura della sostanza pensante. Poiché si tratta di idee chiare e distinte, non dobbiamo attribuire alla res cogitans le qualità della materia come non dobbiamo attribuire alla res extensa quelle del pensiero. Cartesio previene così a concepire una separazione reale tra le due sostanze (materiale e spirituale). Con dualismo cartesiano si intende la tesi che l’uomo sia composto di due sostanze distinte: anima e corpo. Tale concezione solleva problemi nello spiegare l’interazione tra corpo e mente.
Interazione tra corpo e mente
Il rapporto tra due sostanze è concepito come unione e mescolanza. Le sensazioni di fame e sete sono invece maniere confuse di pensare che provengono e dipendono dall’unione dello spirito con il corpo. Nell’attributo spirituale del pensiero bisogna distinguere intelletto e volontà. Con la prima conosciamo le cose e formuliamo giudizi mentre con la seconda diamo o neghiamo l’assenso al giudizio e imprimiamo nell’anima la tendenza di agire di conseguenza.
Errore e volontà umana
Da qui Cartesio trae una spiegazione del problema dell’errore e dice che ha un’origine pratica. Lo spiega paragonando la mente finita dell’uomo con quella infinita di Dio. In Dio non può esservi errore e falsità poiché intelletto e volontà sono eguali, mentre nell’uomo sono differenti. Dio ha dato all’uomo una volontà simile alla sua ma un’intelligenza minore. Se l’uomo fa uso prudente della propria facoltà di giudizio dando l’assenso solo a ciò di cui ha evidenza, non cadrà mai in errore.
Intelletto e immaginazione
Un’altra distinzione importante è quella tra intelletto e immaginazione. Cartesio contrappone sensibilità e intelletto. La prima è conoscenza confusa delle qualità apparenti delle cose, la seconda ce ne da l’idea chiara e distinta. A questa distinzione Cartesio fa corrispondere quella tra qualità secondarie e primarie. Questa distinzione diviene ontologica fondandosi sulla distinzione tra res cogitans e res extensa. L’immaginazione è quindi la facoltà del conoscere sensibile che modifica quella pura dell’intelletto mescolando anche elementi sensibili.
Probabilità del mondo corporeo
La distinzione tra intelletto e immaginazione serve a Cartesio per dimostrare l’esistenza di un mondo corporeo. Questa esistenza e solo probabile. Il dubbio metodico colpiva la credenza nell’esistenza del mondo fisico-corporeo in quanto conosciuta dal senso. La dimostrazione dell’esistenza di Dio ammette la possibilità dell’esistenza di un mondo esterno. Ma fuori di noi percepiamo corpi dotati di qualità sensibili ossia il mondo naturale. Ma poiché siamo uomini creati da Dio come unione spirituale e di un corpo materiale abbiamo anche la facoltà di immaginazione che ci fa propendere verso la probabilità dell’esistenza di un mondo formato, come i sensi lo fanno apparire. Rimane quindi stabilito che l’esistenza dell’anima è certa mentre quella del mondo fisico solo probabile anche se dotata di un grado di certezza sufficiente alla vita pratica.
Nuova cosmologia cartesiana
Con la distinzione tra sostanza pensante ed estesa Cartesio pone le basi per una nuova cosmologia. In lui coesistono una visione spiritualistica dell’uomo e una concezione meccanicistica del mondo naturale. La creazione del cosmo discende in modo arbitrario dalla sovrabbondanza dell’essenza divina. Possiamo fondarci solo sulla costanza e immutabilità della natura divina nella costruzione di un modello meccanico di funzionamento delle leggi naturali.
Fisica matematica e vortici
Cartesio procede poi con la costruzione della nuova scienza della natura ossia della fisica matematica in cui le proprietà e le leggi di comportamento dei corpi sono dedotte dalle proprietà geometriche dello spazio. La definizione dell’attributo della sostanza corporea come pure estensione porta Cartesio a identificare tra loro spazio e materia. I singoli corpi non hanno un’essenza propria e i loro movimenti sono semplici spostamenti di parti nella estensione materiale totale determinati dall’urto meccanico tra corpi. L’unica differenza tra pura estensione geometrica dello spazio ideale e quella della materia fisica è l’impenetrabilità dei corpi. Cartesio afferma che anche le parti del cosmo che sembrano vuote sono in realtà piene di una materia sottile che trasmette il movimento. Cartesio fa proprio il modello galileiano della relatività del movimento: un corpo persevera nel proprio stato fino a quando non urta con un altro corpo modificando velocità e direzione. Il principio del moto è interno al corpo ma non va concepito come una forza. Le leggi a cui obbedisce il movimento fisico sono il principio di inerzia e la conservazione della quantità di moto. Per spiegare la formazione dell’universo e il moto dei corpi celesti, Cartesio introduce il modello dei vortici. Le parti più dense di materie e corpi più grandi si collocano al centro del vortice muovendosi velocemente. Quelle meno dense e i corpi minori si trovano nella periferia del vortice muovendosi lentamente. Questa ipotesi corrisponde al modello copernicano del moto dei pianeti.
Corpo organico come macchina
Anche il corpo organico è una macchina il cui movimento è assicurato da un fuoco posto nella sede centrale del cuore. La scoperta della circolazione del sangue è messa a frutto da Cartesio per estendere il modello meccanico dal macrocosmo al microcosmo, dove il cuore è il motore inserito in quella macchina più grande che è il corpo organico. L’uomo è l’unico essere vivente a possedere un’anima spirituale. L’anima è inestesa e agisce sul corpo senza bisogno di organi. Il corpo è una macchina. Si può però localizzare l’influsso di anima e corpo in un organo. L’anima la traduce nel proprio linguaggio qualitativo e registra i moti involontari del corpo ma può anche sospenderli mediante la volontà.
Scienza pratica e umanesimo
Cartesio indica come fine della sua riforma del sapere la fondazione di una scienza pratica che possa migliorare le condizioni di vita degli uomini. Sostiene un nuovo umanesimo tecnico-scientifico che indirizza l’uomo verso un fine morale immanente. Cartesio crea 3 regole pratiche o massime di comportamento: la prima consiglia un prudente conformismo in fatto di opinioni religiose, politiche o morali. La seconda suggerisce la perseveranza nelle decisioni assunte mentre la terza raccomanda di dominare i propri desideri.
Passioni dell'anima
L’intento scientifico di Cartesio si può vedere nel tema affrontato delle passioni dell’anima. Cartesio respinge la tripartizione dell’anima in sensitiva, intellettiva e volitiva: in noi c’è un’anima sola. Tutto ciò che è in noi è opposto alla ragione, viene dal corpo. Cartesio classifica le passioni tra le percezioni questo perché sono subite. A differenza delle idee poi non rappresentano oggetti esterni ma interni e sono riferite a noi nell’anima. L’anima quindi non è padrona delle passioni ma può controllarle con la rappresentazione delle cose che possono provocarle.
Controllo delle passioni
Cartesio individua 6 passioni fondamentali: l’ammirazione che è la passione suscitata in noi da ciò che è nuovo e inconsueto negli oggetti. La gioia che consiste nel godimento del bene. La tristezza in cui consiste il disagio che l’anima riceve dal male. Le due passioni più importanti sono amore e odio: l’amore è un’emozione dell’anima che la spinge verso altri oggetti mentre l’odio è un’emozione che le fa desiderare di voler essere separata da altri oggetti. Mentre il desiderio è una passione rivolta al futuro, l’amore si dirige verso gli oggetti presenti orientando l’agire pratico del soggetto. L’anima può quindi dirigere e orientare le passioni in funzione della migliore utilità soggettiva. L’uomo è dotato di ragione e memoria e ciò gli consente di separare le emozioni dalle idee che ne sono oggetto e di creare legami abituali tra idee. Nei confronti delle passioni la ragione deve adottare una strategia che utilizza le emozioni positive e utili alla vita contro quelle negative. Il carattere morale virtuoso corrisponde a questa forza della ragione che limita o annulla gli effetti delle passioni senza sopprimerle. Cartesio considera le passioni come elementi fondanti il comportamento dell’uomo che può dominarle e dirigerle con la volontà. L’ideale del saggio non è l’apatico come per gli stoici secondo i quali le passioni andavano estirpate, ma l’amante della gloria che è impegnato nel mondo e nella società.
Domande da interrogazione
- Qual è il nuovo metodo filosofico proposto da Cartesio?
- Come Cartesio distingue le sostanze?
- Qual è il ruolo di Dio nella filosofia di Cartesio?
- Come Cartesio spiega l'interazione tra anima e corpo?
- Qual è la visione di Cartesio sulle passioni dell'anima?
Cartesio propone un metodo filosofico che si basa sulla matematica come unico strumento per comprendere la struttura del mondo, rigettando la fisica di Aristotele e unificando diverse discipline scientifiche.
Cartesio distingue due tipi di sostanze: la res cogitans, ovvero la mente, e la res extensa, ovvero l'estensione geometrica del corpo, separando così la sostanza pensante da quella estesa.
Dio è considerato una sostanza perfetta e infinita, la cui esistenza è dimostrata attraverso un criterio di verità psicologico, e funge da modello per concepire la nozione di sostanza.
Cartesio concepisce l'interazione tra anima e corpo come un'unione e mescolanza, dove le sensazioni derivano dall'unione dello spirito con il corpo, e l'anima può influenzare il corpo attraverso la volontà.
Cartesio considera le passioni come percezioni interne che l'anima può controllare attraverso la rappresentazione delle cose, distinguendo sei passioni fondamentali e promuovendo l'uso della ragione per gestirle.