Anna___04
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Concetti Chiave

  • Agostino d'Ippona, nato nel 354 a Tagaste, si avvicina alla filosofia attraverso Cicerone, cercando di conciliare religione cristiana e pensiero filosofico.
  • Durante la sua vita, Agostino si confronta con varie dottrine come il manicheismo, donatismo e pelagianesimo, difendendo la dottrina cristiana tradizionale.
  • Agostino sviluppa la teoria dell'illuminazione, sostenendo che l'uomo riceve la verità da Dio, che illumina la mente umana per apprendere e conoscere le verità.
  • Le opere principali di Agostino includono "Le Confessioni", dove esplora la memoria e il tempo, e "La Città di Dio", che presenta una visione della storia divisa tra città terrena e celeste.
  • Agostino critica il pelagianesimo, sostenendo che la salvezza è possibile solo attraverso la grazia divina, e che l'uomo, segnato dal peccato originale, non può salvarsi con le sole capacità.

Sant'Agostino - vita e pensiero filosofico

Agostino D’Ippona nasce a Tagaste nel 354. La sua famiglia non era particolarmente ricca. Sua madre era cristiana e suo padre era pagano. Frequenta prima la scuola a Tagaste e poi a Cartagine. Si avvicina alla filosofia leggendo Cicerone, e tenta di conciliare la filosofia con la religione cristiana. Nella prima fase della sua vita intellettuale, Agostino si avvicina alla predicazione dei manichei. Il manicheismo è una setta religiosa persiana, dove si ritiene che ci sia una lotta tra il Bene e il Male.
Per i manichei tutto ciò che è spirituale si oppone a ciò che è materiale. Infatti, le cose materiali sono viste in modo negativo, e sono considerate opera del diavolo. Agostino lascia l’Africa nel 383, andando a Roma. Quando poi arriva a Milano nel 384, si converte al cristianesimo dopo aver ascoltato le parole del vescovo Ambrogio (che gli rivela il vero contenuto dell’Antico Testamento). Inoltre Agostino aderisce al platonismo grazie ad alcuni scritti di Plotino e Porfirio. Questo permette ad Agostino di affrontare le due questioni sollevate dai manichei: il dualismo e l’origine del male. Durante i suoi anni di vita, Agostino si scontra con diverse persone. Egli infatti vuole difendere la dottrina cristiana e si scaglia contro i manichei, i donatisti, e Pelagio. Il manicheismo sostiene che ci sono due principi, il bene e il male, che combattono continuamente tra di loro. Secondo il donatismo, comunità religiosa e comunità laica sono 2 mondi diversi. Pelagio sostiene che dopo il peccato originale, l’uomo può raggiungere la salvezza con le sue capacità. Per Agostino, invece, non è così: l’uomo è macchiato a vita e può essere salvato solo con la grazie divina che, però, non è concessa a tutti. Muore il 28 agosto 430 a 76 anni. La sua morte è presentata come quella di un uomo solo e tormentato (diversa dalle concezioni filosofiche greche).

Per Agostino la religione e la filosofia sono sullo stesso piano. Il fine della filosofia è la ricerca della felicità, che è Dio. Dio resta un mistero per l’uomo: tuttavia, l’anima è principio di conoscenza. La ricerca è una ricerca oggettiva, ma anche soggettiva perché riguarda se stesso. Agostino racconta il percorso di ogni anima tramite il percorso della sua anima. Egli vuole conoscere Dio e l’anima umana. Parte dal dubbio scettico per descrivere il percorso dell’anima, partendo dalla sua esistenza. Deduce che poiché dubita, allora esiste: “dubito, quindi esisto”. Se si dubita di qualcosa, vuol dire che tale cosa si conosce parzialmente. Ciò che si conosce parzialmente è la verità. L’uomo è nella verità, ma non è la verità assoluta che deriva da Dio. Quest’ultimo può illuminare la mente umana con la verità (teoria dell’illuminazione).

Il Dio di Agostino è diverso dall’Uno di Plotino, infatti per Agostino Dio è un Dio personale. Agostino riprende da Platone l’idea dell’anima immateriale. Inoltre, da lui prende le Idee, che diventano appartenenti a Cristo (le Idee sono i modelli originari di tutta la realtà). Nonostante ciò, il Dio di Platone è un principio da cui tutto deriva in modo eterno e necessario, mediante delle leggi. Il Dio di Agostino, invece, produce il mondo dal nulla. Inoltre, per Agostino, l’attività di Dio è caratterizzata dalla volontà, intesa come un qualcosa di autonomo. Può, in questo modo, giustificare volontà, giustizia e Provvidenza.

La conoscenza parte dalla sensibilità e si unisce alla parola, ma la conoscenza reale è data dall’illuminazione. L’uomo non è la verità ma solo colui che ne accoglie una parte. L’essere umano non essendo e non possedendo di per sé la verità, la riceve da Dio, che, simile ad una luce, illumina la nostra mente permettendole di apprendere e di conoscere le verità. Dio, infatti, è garante di tutte le verità: sia di quelle sensibili, sia di quelle intellettuali.

L’anima è principio di conoscenza e di vita. La ragione è l’elemento principale che spiega le azioni umane. Sant’Agostino si distacca da questa concezione, in quanto ritiene che gli aspetti intellettuali siano insufficienti per spiegare le azioni di uomini. Infatti, Dio ha creato l’uomo libero, con la volontà, quindi è responsabile delle proprie azioni e può scegliere se avvicinarsi o meno a Dio. Inoltre, Dio conosce in anticipo anche la nostra volontà. Il tema della volontà si intreccia al tema del male. Secondo Agostino, il male non dev’essere spiegato come un principio negativo. Infatti, per lui, il male è solo una privazione, un’assenza di bene. Il male morale, invece, è quando la volontà, piuttosto che rivolgersi al vero bene, si rivolge alle cose che stanno in basso, ai beni inferiori.

Un’opera fondamentale di Sant’Agostino sono Le Confessioni. La prima parte dell’opera è dedicata all’anima che trova Dio in se stessa, passando dal peccato alla conversione. Nella seconda parte vengono trattati temi più generali: la memoria e il tempo. Infine, dedica l’ultima parte al commento sui primi capitoli del Genesi. Le sezioni più importanti sono quelle dedicate alla memoria e al tempo. Agostino ci fa una rivelazione: il tempo è tensione dell’anima. La memoria è un percorso dell’anima dentro sé stessa. Alla fine di questo percorso l’anima non trova nient’altro che Dio. Per Agostino, l’anima delle creature è legata al tempo: noi non possiamo renderci identici a Dio che è eterno. Se potessimo elevarci a Dio con le nostre capacità, verrebbe meno la differenza tra creatore e creatura. L’anima consente di trattenere le percezioni per richiamarle alla mente. Inoltre, ha una dimensione non solo intellettuale, ma anche affettiva. L’anima definisce la misura del nostro pensiero, che è sempre diverso dalla conoscenza eterna di Dio. Molte persone si sono chieste cosa facesse Dio prima della creazione. Agostino ritiene che non c’è un tempo prima della creazione, in quanto Dio è fuori dal tempo. Che cos’è il tempo? Agostino dice che il passato non esiste più, il futuro non esiste ancora, mentre il presente se ne va subito nel passato. Ma, allora, come può esistere il tempo? Agostino, nelle Confessioni, dice che il tempo è soggettivo ed è legato all’anima. Il tempo si trova in un luogo in cui ci sono il futuro e il passato, e il presente è stabile: questo luogo è l’animo. L’animo possiede il passato, il presente e il futuro. Il passato esiste nella forma del ricordo, il futuro esiste nella forma dell’attesa, il presente esiste nella forma dell’attenzione.

Sant’Agostino scrive La Trinità e La città di Dio. Nella prima opera, Sant’Agostino cerca di conoscere la Trinità Divina, e dice che Dio è sia il Padre, sia il Figlio, sia lo Spirito Santo. Nella seconda opera, Sant’Agostino propone una nuova visione della storia. In entrambe le opere emerge una visione negativa dell’uomo e delle sue capacità. Agostino ritiene che gli uomini siano compromessi dal peccato originale. Essi sono incapaci di elevarsi a Dio con le sole capacità intellettuali e morali. Hanno bisogno della grazie divina, che non è concessa a tutti.

Il suo scopo non è proprio quello di conoscere la Trinità (in quanto è impossibile per l’uomo), ma offrire delle tracce che possano aiutare l’uomo a continuare nell’esperienza di Dio. Infatti, possiamo avvicinarci ad essa solo attraverso delle analogie psicologiche, in quanto nell’anima incontriamo una serie di trinità che corrispondono alla trinità di Padre, Figlio e Spirito Santo. Nell’anima, infatti, abbiamo mente, conoscenza e amore che, in qualche modo, riproducono la Trinità.

Nel 410 Roma è saccheggiata dai Visigoti. Questo prende il nome de il Sacco di Roma. I cristiani sono visti come la causa del saccheggio. Agostino scrive “La Città di Dio”; dove esistono due città, una terrena e una divina. Esse coesistono. La città celeste è caratterizzata dall’amore di Dio, conduce al paradiso, ed è accessibile mediante la grazia divina. La città terrena è caratterizzata dall’amore di sé, e conduce all’inferno.

Per molti anni Agostino si è confrontato polemicamente con Pelagio, e con l’eresia che da lui ha preso il nome di pelagianesimo. Pelagio sostiene che gli uomini possano raggiungere la salvezza grazie alle loro capacità. Che siano in grado di farlo indipendentemente dal peccato originale. Davanti a queste parole, Agostino dice che è impossibile la salvezza senza il dono della grazia divina. Il peccato originale, infatti, ha reso gli uomini una massa di peccatori destinati alla dannazione. Contro Pelagio, Agostino dice anche che tutti i bambini non battezzati sono destinati alla dannazione.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza della conversione di Sant'Agostino al cristianesimo?
  2. La conversione di Sant'Agostino al cristianesimo, avvenuta dopo aver ascoltato il vescovo Ambrogio a Milano, è fondamentale perché segna il suo distacco dal manicheismo e l'inizio della sua riflessione sulla conciliazione tra filosofia e religione cristiana.

  3. Come Sant'Agostino affronta il problema del male?
  4. Sant'Agostino affronta il problema del male definendolo non come un principio negativo, ma come una privazione del bene. Il male morale si verifica quando la volontà si rivolge ai beni inferiori piuttosto che al vero bene.

  5. Qual è la concezione di Sant'Agostino riguardo al tempo?
  6. Sant'Agostino concepisce il tempo come una tensione dell'anima, dove il passato esiste come ricordo, il futuro come attesa e il presente come attenzione. Egli afferma che il tempo è soggettivo e legato all'anima.

  7. Qual è la visione di Sant'Agostino sulla salvezza e la grazia divina?
  8. Sant'Agostino sostiene che la salvezza non può essere raggiunta solo con le capacità umane, ma necessita della grazia divina, che non è concessa a tutti. Egli si oppone alla visione di Pelagio, che credeva nella possibilità di salvezza indipendente dal peccato originale.

  9. In che modo Sant'Agostino descrive la relazione tra Dio e l'anima umana?
  10. Sant'Agostino descrive Dio come un mistero per l'uomo, ma l'anima è il principio di conoscenza che permette di avvicinarsi a Dio. La conoscenza è illuminata da Dio, che garantisce la verità, e l'anima è coinvolta in un percorso di ricerca sia oggettiva che soggettiva.

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