Concetti Chiave
- La cosmologia descritta propone un sistema gerarchico di intelletti emanati dall'Uno, un essere divino che rimane separato dalla catena dell'essere.
- Ogni intelletto genera successivamente un altro intelletto e una sfera celeste, creando una catena di intellezione e divisione ontologica.
- L'intelligenza agente connette il mondo umano e celeste, trasformando l'intelletto umano da materiale a acquisito, attraverso vari livelli di sviluppo.
- L'unione dell'intelletto acquisito con l'intelligenza agente porta all'immortalità impersonale, accessibile solo ai filosofi che raggiungono la perfezione intellettuale.
- La felicità è definita come perfezionamento dell'intelletto e conoscenza, una condizione esclusivamente terrena, contrastante con le concezioni religiose del Paradiso.
Indice
La cosmologia dell'Uno
Il primo a formulare una cosmologia completa. In cima al suo sistema pone l’Uno, o meglio, il “primo essere/esistente”. Dio insomma. L’Uno pensa se stesso e a nient altro, per non moltiplicarsi. Facendo ciò emana (fayd) il “primo intelletto”. In questo modo si pone Dio fuori dalla catena dell’essere, fuori della materialità e si dà all’idea di intelletto un carattere metafisico.
Il processo di emanazione
Il primo intelletto pensa all’Uno, e facendo ciò emana il “secondo intelletto”.
Il primo intelletto non deve salvaguardare la propria unicità, può anche essere molteplice. Allora il secondo intelletto pensa sia all’Uno, emanando il terzo intelletto; ma pensa anche a se stesso, emanando la sfera del “primo cielo”. Parte un processo a catena di intelletti che pensano a se stessi (emanando una sfera celeste) e che pensano all’Uno (emanando un intelletto “inferiore”). È un processo di puro pensiero e intellezione. Nel momento dell’emanazione avviene uno scarto ontologico, che conferisce uno status di inferiorià all’intelletto emanato.
Connessione tra intelletto umano e celeste
Il cielo che muove al sfera della Luna è connesso all’“intelletto agente”, che non ha più la forza di emanare ulteriormente. Allora va ad operare sull’intelletto umano: l’intelligenza agente è il livello in cui il mondo umano si connette al mondo celeste, consente a noi uomini di oscura base materiale di elevarci e metterci in connessione con il grande ingranaggio della struttura cosmica.
I livelli dell'intelletto umano
Per quanto riguarda l’intelletto umano, si distingue quindi in diversi livelli:
i. Intelletto materiale/potenziale: il sostrato che riceve i dati sensoriali, le percezioni. Venendo inverato dall’intelligenza agente, trasforma i dati sensoriali in intelligibili, quindi conservabili
ii. Intelletto in atto: è il sostrato che interviene nel momento della trasformazione dei dati da sensibili a intelligibili. È quindi la realizzazione della propria potenzialità
iii. Intelletto in habitu: la capacità di pensare. Un’inclinazione, una qualità propria dell’uomo. Se con intelletto materiale si intendeva una specie di “strato fisico” su cui si imprime la forma, a questo livello si ha la qualità che consente a tale materiale di ricevere la luce dell’intelligenza agente e trasformare il senso in intelligibile
iv. Intelletto acquisito: l’intelletto, perfezionando al massimo le proprie capacità intellettive e ricevendo gli intelligibili più puri, si connette all’intelligenza agente, diventando intelletto acquisito. È l’intelletto in atto che si purifica fino ad essere in grado di ricevere intelligibili puri, quindi può captare l’energia dell’intelligenza agente e divenire intelletto acquisito.
Non si tratta di quattro elementi distinti, ma sfaccettature e qualità dell’intelletto che interagiscono reciprocamente. Sono i filosofi che entrano in contatto con l’intelligenza agente, senza perdere però il livello del corpo: smaterializzazione nella permanenza della corporeità.
L'intelletto acquisito e l'immortalità
L’intelletto acquisito è la parte più divina dell’uomo, quando si connette all’intelligenza agente raggiunge il massimo delle sue possibilità di elevazione. Non può mai arrivare a Dio, nemmeno al primo intelletto, ma si limita al decimo intelletto. La capacità di spiritualizzarsi arriva fino ad un certo punto perché anche in questo tipo divino connessione, l’Uno rimane inaccessibile.
L’unione tra intelletto e intelligenza agente garantisce l’immortalità, ma ne consegue la perdita della propria individualità. Le anime immortali, dopo la morte, si uniscono in un’unica “grande anima”. Dissoluzione della propria individualità nell’unica intelligenza. Gli uomini non sono immortali di per sé, ma lo diventano scomparendo assorbiti in una grande anima intellettiva. Quindi, ereticamente, l’immortalità è impersonale e selettiva: Solo i filosofi possono accedervi, l’uomo comune non ha maturato il proprio intelletto fino al livello di perfezione adatto. Muore con la morte del corpo.
Felicità e immortalità
Anche la questione della felicità è influenzata: la vera felicità corrisponde al perfezionamento dell’intelletto, cioè nel conoscere. È la “felicità mentale”, “felicità del pensare”, che è comunque selettiva, rivolgendosi solo a chi sa pensare. Al di là dell’elitarismo filosofico, inoltre la felicità è esclusivamente terrena: l’immortalità non è individuale, il singolo non saprà mai di essere felice. Lo può essere solo sulla terra nel momento in cui pensa. Ciò è l’esatto contrario di quanto afferma la religione, e se la felicità è unicamente terrena, il Paradiso è un concetto inutile.
Domande da interrogazione
- Chi è considerato il "primo essere" nella cosmologia descritta?
- Qual è il ruolo dell'"intelletto agente" nel sistema cosmologico?
- Come si distingue l'intelletto umano secondo il testo?
- Qual è la concezione dell'immortalità secondo il testo?
- Come viene definita la felicità nel contesto descritto?
Nella cosmologia descritta, l'Uno è considerato il "primo essere" o Dio, che pensa solo a se stesso per evitare la moltiplicazione.
L'intelletto agente è il livello in cui il mondo umano si connette al mondo celeste, permettendo agli esseri umani di elevarsi e connettersi con la struttura cosmica.
L'intelletto umano si distingue in quattro livelli: intelletto materiale/potenziale, intelletto in atto, intelletto in habitu, e intelletto acquisito, che interagiscono reciprocamente.
L'immortalità è impersonale e selettiva, accessibile solo ai filosofi che raggiungono un livello di perfezione intellettuale, mentre l'uomo comune muore con il corpo.
La felicità è definita come il perfezionamento dell'intelletto e la capacità di pensare, una felicità esclusivamente terrena e selettiva, contraria alla concezione religiosa del Paradiso.