Concetti Chiave
- Putnam critica la netta separazione tra fatti e valori, evidenziando come i valori epistemici siano fondamentali nella scienza.
- Sostiene che le teorie scientifiche sono un intreccio inscindibile di fatti e valori, opponendosi alla visione empirista.
- Putnam propone l'idea di "oggettività senza oggetti", dove i giudizi di valore epistemico e le verità normative non si basano su una corretta rappresentazione della realtà.
- Egli distingue tra concetti etici sottili e spessi, rifiutando la possibilità di separarli in componenti descrittive e valutative.
- Il superamento della dicotomia fatto/valore, secondo Putnam, evolve la nostra comprensione della razionalità, rendendola più integrata e inclusiva.
Indice
Il dibattito su fatti e valori
Putnam, in particolar modo, ha dato un rinnovato impulso al dibattito su fatti e valori, mostrando come la netta divisione tra descrittivo e normativo, sostenuta dagli empiristi classici e contemporanei, si basi su fondamenta non solo incerte, ma ormai del tutto venute meno. Nelle sue argomentazioni contro la dicotomia fatto/valore, egli sostiene che vi sono due motivi essenziali per respingerla: da una parte, vi è il ruolo svolto dai valori epistemici nella scienza, dall’altra, la funzione dei cosiddetti “concetti etici spessi”.
Il ruolo dei valori epistemici
Sulla scia di James e di Dewey, Putnam afferma che i valori permeano tutta l’esperienza e informano i fatti della scienza, fatti determinati da principi metafisici regolativi e da criteri metodologici condivisi, che implicano e a loro volto sono guidati da valori epistemici quali la coerenza, la semplicità, la ragionevolezza, l’affidabilità, la bellezza, la naturalezza ecc., che legittimano le nostre credenze e pratiche conoscitive.
L'indispensabilità della valutazione
Questi criteri metodologici, che vincolano i nostri giudizi e le scelte che ne derivano, definiscono la razionalità scientifica. Se dunque in ogni elaborazione teorico-pratica la valutazione svolge un ruolo essenziale, allora questo implica la sua «indispensabilità», ossia che le teorie scientifiche sono costituite da un inestricabile intreccio di fatti e valori, per cui non è possibile separare l’aspetto conoscitivo da quello valutativo. Diversamente dagli empiristi logici e da Popper, che hanno invece cercato, con «tentativi patetici», di mascherare l’evidenza secondo cui i giudizi fattuali, anche nelle scienze fisiche, dipendono dai valori epistemici, Putnam sostiene che tanto nelle scienze (e in modo particolare nelle scienze sociali) quanto nella filosofia come attività culturale, fatti, valori e teorie sono intrecciati e interdipendenti.
Oggettività senza oggetti
Per Putnam, del resto, l’oggettività non coincide con il rispecchiamento o la rappresentazione corretta della realtà. A suo avviso, non tutti i giudizi oggettivamente corretti sono rappresentazioni. L’idea che oggettività significhi «corrispondenza agli oggetti» è smentita non solo da contro-esempi di verità normative («L’assassinio è ingiusto»), ma anche dalle verità logiche e matematiche e dai giudizi di valore epistemico, che sono esempi di «oggettività senza oggetti». Come ogni altra forma di attività cognitiva, gli enunciati etici sono soggetti a norme di verità e di validità, e ciò dipende dal fatto che la «riflessione sull’azione ragionevole» è soggetta agli stessi «criteri fallibilisti» che dominano quei tipi di indagine teorica dove le pretese di verità e di validità cognitiva sono più evidenti.
Concetti etici sottili e spessi
Sulla scia di Iris Murdoch e Philippa Foot, egli mostra come il nostro linguaggio morale contenga due tipi di concetti etici: quelli astratti, detti “concetti etici sottili”, come bene, male, giusto e i loro contrari, e quelli più descrittivi, detti “concetti etici spessi”, come, ad esempio, crudele, prode, irrispettoso, virtuoso, codardo, leale, giusto, misurato, sincero, che sono al tempo stesso sia descrittivi che valutativi. Di questi, afferma Putnam, non è possibile isolare la componente descrittiva da quella valutativa; perché non si può, per esempio, parlare di crudeltà senza usare il termine crudele stesso o un sinonimo. I concetti etici spessi sono oltre la dicotomia fatto/valore, in quanto non possono essere “fattorizzati” o “scomposti” in una componente fattuale e in una “espressiva” o “emotiva”. Sebbene anche gli enunciati degli storici possano sembrare valutativi, è improbabile che lo storico stia pronunciando una condanna morale.
Superamento della dicotomia fatto/valore
Per Putnam, il superamento della dicotomia fatto/valore sradica dunque l’idea di una razionalità fonologica, ossia l’idea che solo ciò che è fattuale è razionale, oggettivo e, dunque, ha un logos. Putnam ha contribuito a spogliare la dicotomia fatto/valore della sua fascinazione mostrandoci come fatti e valori risultino sempre più intrecciati e interdipendenti o addirittura convergenti. Con tale compito egli ha contribuito così all’evoluzione della nostra stessa comprensione della razionalità, rendendola più integrata e inclusiva.
Domande da interrogazione
- Qual è il contributo principale di Hilary Putnam al dibattito su fatti e valori?
- Quali sono i due motivi essenziali per cui Putnam respinge la dicotomia fatto/valore?
- Come Putnam definisce l'oggettività?
- Cosa sono i "concetti etici spessi" secondo Putnam?
- In che modo Putnam ha influenzato la comprensione della razionalità?
Putnam ha rinnovato il dibattito mostrando che la divisione tra descrittivo e normativo è infondata, sostenendo che fatti e valori sono intrecciati e interdipendenti.
Putnam respinge la dicotomia a causa del ruolo dei valori epistemici nella scienza e della funzione dei "concetti etici spessi".
Putnam sostiene che l'oggettività non è semplicemente la corrispondenza agli oggetti, ma include anche verità normative, logiche e matematiche, e giudizi di valore epistemico.
I "concetti etici spessi" sono concetti che sono sia descrittivi che valutativi, e non possono essere separati in componenti fattuali ed emotive.
Putnam ha contribuito a rendere la razionalità più integrata e inclusiva, mostrando come fatti e valori siano sempre più intrecciati e interdipendenti.