Concetti Chiave
- Il saggio heideggeriano sostiene che l'opera d'arte svela la verità dell'ente, rendendo manifesta la verità intrinseca della cosa.
- La verità di un'opera non risiede nel suo contenuto mimetico, ma nel suo ruolo di prolungamento della cosa stessa.
- L'artista è visto come un tramite che si annulla per far emergere l'opera, portando alla luce la verità latente della cosa.
- Heidegger propone una visione anti-moderna dell'artista, contrario all'idea rinascimentale dell'artista come creatore divino.
- L'artista è paragonato a un artigiano premoderno, al servizio dell'opera piuttosto che un creatore autonomo.
La verità nell'opera d'arte
Il saggio heideggeriano, pubblicato nel 1950 nella raccolta Sentieri interrotti, si basa sulla tesi che l’opera d’arte «realizza la verità dell’ente», cioè porta alla luce la verità della cosa. Della cosa che rappresenta, che raffigura (se si tratta di arte figurativa), o della materia di cui è fatta, e del luogo stesso in cui si trova, se si tratta per esempio di un edificio. In un certo senso la verità di una cosa (ciò che quella cosa propriamente è) si trova, nella cosa, in potenza, e l’opera d’arte la porta all’atto, la rende manifesta. Ciò significa che il valore di un’opera d’arte non sta nel suo contenuto mimetico, ossia nel fatto di raffigurare fedelmente un qualche oggetto, di rappresentarlo, perché l’opera d’arte non è mai una rappresentazione, bensì piuttosto un prolungamento della cosa.
Il ruolo dell'artista secondo Heidegger
L’artista è un «puro tramite, che, nel fare l’opera, quasi si annulla perché l’opera venga fuori». L’artista non crea, perché la forma dell’opera è già, latente, nella cosa (è la sua verità latente), e il compito dell’artista sarà quello di portarla alla luce. La teoria heideggeriana è quindi programmaticamente anti-moderna: è il rovesciamento dell’enfasi rinascimentale sull’Artista come «secondo dio» (→estetica albertiana: l’Artista si emancipa dalla condizione di semplice artigiano per assumere prerogative semidivine) e il ritorno all’idea premoderna dell’artista come artigiano al servizio dell’opera.