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Concetti Chiave

  • Freud sees religion as a manifestation of childhood desires, comparing religious phenomena to neurotic symptoms reflecting forgotten historical events.
  • He maintains that religious representations are illusions fueled by humanity's deepest and most pressing desires, rather than outcomes of rational thought.
  • Freud critiques religion's claim to truth, suggesting it attempts to address sensory experiences through desires driven by biological and psychological needs.
  • He argues that religion's ethical demands need firmer foundations than faith, as they are crucial for human society and potentially dangerous if linked to religious belief.
  • Freud views religion not as a permanent achievement but as a neurotic phase each individual must overcome in their journey from childhood to maturity.

Indice

  1. Freud e la religione
  2. L'illusione religiosa
  3. Critica alla religione

Freud e la religione

Freud si è occupato della religione in generale nonché di singole religioni in numerosi scritti, tra cui Totem e Tabù (1913), Il futuro di una illusione (1927), Il disagio della cultura (1930) e, poco prima della morte, in L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1939). Tuttavia, o forse proprio a causa di queste sua inarrestabili riflessioni, Freud si dichiarava come essenzialmente ateo, le sue tesi hanno esercitato una loro propria influenza storica, ed egli dovrebbe averle in fondo sostenute sino alla morte.

Infatti, nell’avvertenza seconda al terzo saggio del suo libro su Mosè si può leggere: «Ciò non vuol dire che io sia poco convinto del risultato cui sono pervenuto. La convinzione della sua correttezza l’ho acquisita già un quarto di secolo fa, quando scrissi il libro su Totem e Tabù, nel 1912, e da allora si è soltanto rafforzata. Fin da allora non ho più dubitato che sia possibile concepire i fenomeni religiosi solamente usando il modello dei sintomi nevrotici individuali a noi familiari, come ritorni di significativi eventi da lungo tempo dimenticati della storia primordiale della famiglia umana; non ho più avuto dubbi che essi debbano il loro carattere coattivo a quest’origine, e che dunque, agiscano sugli uomini in forma del loro contenuto di verità storica».

L'illusione religiosa

In Il futuro di una illusione troviamo la sua tesi fondamentale: le rappresentazioni religiose «non sono esiti dell’esperienza o risultati di un’attività di pensiero, ma sono illusioni, appagamenti dei desideri più antichi, più forti, più pressanti dell'umanità; il segreto della loro forza sta nella forza stessa di questi desideri». Sono desideri infantili quelli che spingono il bambino ad invocare un Padre al di là della sua infanzia, l'umanità a continuare a fare altrettanto al di là delle fasi primitive della sua storia, di fronte a questa concezione, Freud propone una sorta di «educazione alla realtà», che non può però essere condizionata in alcun modo dalle religioni.

Critica alla religione

Nella Nuove lezioni di introduzione alla Psicoanalisi (1933) egli ha sintetizzato così la propria critica: «Mentre le singole religioni contendono fra loro su quale di esse sia in possesso della verità, noi riteniamo che il contenuto di verità della religione possa essere del tutto trascurato. La religione è un tentativo di vincere il mondo dei sensi, nel quale siamo posti, per mezzo del mondo dei desideri che abbiamo sviluppato in noi in seguito a necessità biologiche e psicologiche. Ma in quest’opera non può riuscire. Le sue dottrine recano l’impronta dei tempi in cui sono sorte, tempi di ignoranza, appartenenti all'infanzia del genere umano. Le sue consolazioni non meritano fiducia. L’esperienza ci insegna che il mondo non è un giardino d’infanzia. Le esigenze etiche, che la religione vuole accentuare, richiedono ben altri fondamenti; essendo indispensabili alla società umana, è pericoloso mettere in rapporto la loro osservanza con la fede religiosa. Se si cerca di inserire la religione nel percorso evolutivo dell’umanità, essa non appare come una conquista permanente, ma piuttosto un corrispettivo della nevrosi attraverso cui ogni individuo civilizzato deve passare nel suo itinerario dall’infanzia alla maturità».


Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di Freud sulla religione?
  2. Freud considera la religione come un'illusione e un appagamento di desideri infantili, paragonandola a sintomi nevrotici individuali e sostenendo che non è basata su esperienze o pensiero razionale.

  3. Come Freud descrive l'origine della forza delle rappresentazioni religiose?
  4. Freud afferma che la forza delle rappresentazioni religiose risiede nei desideri antichi e pressanti dell'umanità, che sono desideri infantili di invocare un Padre oltre l'infanzia.

  5. Qual è la critica di Freud alle religioni nelle sue lezioni di introduzione alla Psicoanalisi?
  6. Freud critica le religioni come tentativi di vincere il mondo dei sensi attraverso desideri sviluppati per necessità biologiche e psicologiche, affermando che le loro dottrine sono impronte di tempi di ignoranza e che le loro consolazioni non meritano fiducia.

  7. Cosa propone Freud come alternativa alla religione?
  8. Freud propone un'educazione alla realtà che non sia condizionata dalle religioni, suggerendo che le esigenze etiche richiedono fondamenti diversi dalla fede religiosa.

  9. Come Freud inserisce la religione nel percorso evolutivo dell'umanità?
  10. Freud vede la religione non come una conquista permanente, ma come una nevrosi che ogni individuo civilizzato deve attraversare nel suo percorso dall'infanzia alla maturità.

Domande e risposte

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