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Nella prima metà del 1800, in contemporanea con la filosofia di Hegel, si sviluppa una filosofia anti-idealista.
Tuttavia, i filosofi Anti-idealisti non avranno successo fino alla morte di Hegel.
I filosofi anti-idealisti si pongono in contrasto con l’Idealismo [L'idealismo è una filosofia ottimistica, secondo cui tutto ciò che accade è razionale e ha una sua ragion d'essere, perché ha un fine, e tutto procede verso traguardi sempre maggiori. L'ottimismo deriva proprio dalla ragione, ossia dal considerare tutto razionale].
Essi avevano una visione della vita, del mondo, della realtà, che si poneva in contrapposizione con quella idealista di Hegel, e che saranno alla base della filosofia contemporanea del 1900.
Tra gli elementi di contemporaneità troviamo l’attenzione verso il soggetto, e quindi, i filosofi guardano alla situazione concreta in cui si trova l’individuo, contro le visioni universali, e lo spirito.
Per questo, quella del 1900 sarà una filosofia esistenzialistica. Altro elemento della filosofia del 1900 è la critica che i filosofi fanno alla ragione: essa, secondo i filosofi anti-idealisti, non è in grado di spiegare tutti gli aspetti della realtà. Da qui deriva anche la critica presente anche nel celebre aforisma idealista: ‘’tutto ciò che è reale è razionale, tutto ciò che è razionale è reale’’.
Da questa concezione, si avranno diverse rotte che porteranno ad una filosofia irrazionalistica, a partire dalla filosofia di Schopenhauer, e Kierkegaard. Ciò che influenzerà i filosofi anti-idealisti saranno gli eventi del 1800, secolo caratterizzato da grandi rivolgimenti sul piano sociale, economico, e politico.
Primo fra tutti, la Rivoluzione Industriale, che da un lato ha portato a dei miglioramenti, dall’altro presentava degli aspetti negativi: il capitalismo, vedeva da un lato gli imprenditori, e dall’altro gli operai, la parte più debole, sfruttata dagli imprenditori.