Concetti Chiave
- I simboli in Cassirer sono storicamente e culturalmente condizionati, partecipando alla storicità complessiva dell'uomo.
- Cassirer rivaluta il mito come funzione conoscitiva, considerando il simbolo chiave per esplorare il mondo della cultura.
- Il simbolo unifica l'intelletto non solo nella scienza naturale ma anche nella sfera culturale, ampliando il significato kantiano.
- Cassirer vede la cultura come una "grande connessione problematica", trasformando impressioni passive in espressioni spirituali.
- Il simbolo possiede dimensioni estetiche e spirituali, partendo dalla sensibilità e trascendendola, riflettendo la natura umana simbolica.
La storicità della cultura
A differenza delle categorie kantiane, essi risultano storicamente e culturalmente condizionati, in quanto partecipano della storicità complessiva dell’uomo.
Il simbolo come chiave culturale
In Cassirer vi è una rivalutazione conoscitiva della funzione del mito, anche nell’attualità; il simbolo è la chiave per indagare il mondo della cultura, nella sua totalità, un’indagine che non ricerca un principio metafisico della cultura, ma un principio unitario solo dal punto di vista metodologico, utile come funzione di orientamento nelle varie realtà di fatto, quindi kantianamente inteso come atto unificante dell’intelletto; tuttavia, rispetto a Kant, tale unificazione assume un significato ben più ampio, aprendosi non soltanto alla mera scienza naturale ma anche alla sfera culturale. Il simbolo è un «punto focale di riferimento», un centro ideale e soprattutto è un compito comune; Cassirer si riferisce alla cultura (mito, arte, religione) come prodotto dell’uomo, intesa quale «unica grande connessione problematica», guidata da un unico scopo: «il trasformare il mondo passivo delle semplici impressioni, nelle quali lo spirito appare chiuso, in un mondo di pura espressione spirituale».
Il simbolo e la sensibilità
Il simbolo è quindi attività e, agl’occhi del filosofo, possiede due precise connotazioni: in riferimento alla sensibilità, assume anzitutto una dimensione estetica, in quanto “fatto sensibile” il cui significato è tutto contenuto della, dalla e nella sensibilità (perciò il linguaggio deve far riferimento alla sensibilità come elemento essenziale, alla sua storicità: questa sua concezione, che fa scarso riferimento alla struttura logico-sintattica, concentrandosi invece alla sua dimensione sensibile, fu molto criticata dai filosofi analitici, accusata di appartenere ad una “vecchia scuola” del linguaggio); assieme a tale contenuto sensibile, il simbolo assume anche un «significato spirituale», proprio in riferimento alla natura dell’uomo quale animale simbolico, che parte dalla sensibilità e la trascende spiritualmente: il simbolo è segno di qualcosa di concreto ma ha in sé anche un che di spirituale.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del simbolo nella cultura secondo Cassirer?
- Come viene interpretata la funzione del mito da Cassirer?
- Quali sono le due connotazioni del simbolo in riferimento alla sensibilità?
Secondo Cassirer, il simbolo è la chiave per indagare il mondo della cultura nella sua totalità, fungendo da punto focale di riferimento e da atto unificante dell'intelletto, che va oltre la scienza naturale per abbracciare anche la sfera culturale.
Cassirer rivaluta la funzione del mito, considerandolo rilevante anche nell'attualità, e lo vede come parte integrante della cultura, un prodotto dell'uomo che trasforma il mondo passivo delle impressioni in un mondo di espressione spirituale.
Il simbolo possiede una dimensione estetica, essendo un "fatto sensibile" il cui significato è contenuto nella sensibilità, e un significato spirituale, che trascende la sensibilità e riflette la natura dell'uomo come animale simbolico.