Concetti Chiave
- Alberto Magno è noto per l'assimilazione del sapere scientifico riscoperto, formulando una filosofia che integra la conoscenza mondana autonoma.
- Ha studiato a Padova, in contatto con idee averroiste, e insegnato in Germania e Parigi, influenzando Tommaso d'Aquino.
- Alberto ha scritto numerose opere, tra cui commentari su Aristotele e testi contro l'averroismo, rielaborando sistematicamente le idee aristoteliche.
- Considera Aristotele "il filosofo", ma non esita a interpretare e criticare le sue idee, differenziandosi dagli averroisti.
- Alberto Magno ha contribuito a difendere il tomismo, con tesi che anticipano quelle di Tommaso, ma con significati ancora distinti.
L'assimilazione del sapere nel tomismo
Alberto dei conti di Bollstadt (1206 circa - 1280), conosciuto dai contemporanei come Alberto di Colonia e da noi, generalmente, come S. Alberto Magno, rappresenta la fase dell'assimilazione del riscoperto patrimonio scientifico. Alberto per primo (era di vent'anni più vecchio di Tommaso, a cui sopravvisse) formulò una filosofia che faceva posto a un conoscere mondano autonomo, perché lui stesso attribuì tanta importanza a tale sapere, da cercare di farlo proprio nella sua interezza, con un lavoro di assimilazione e di riesposizione colossale, che abbraccia la quasi totalità dello scibile di quei tempi.
Alberto aveva studiato a Padova, in ambiente aperto alle tendenze averroiste; poi, entrato diciottenne nei domenicani, insegnò dapprima in Germania, poi a Parigi, dove Tommaso lo ascoltò tra il 1245 e il '48.
Aristotele, come già per gli arabi e poi per Tommaso, è per lui "il filosofo", per eccellenza. Tuttavia, appunto perché si tratta di un "gentile", Aristotele non assume per Alberto (e per Tommaso) quel carattere di verità assoluta che tende molto spesso ad assumere per gli averroisti. Alberto, quindi, non si perita d'interpretare personalmente, e a volte di criticare, la filosofia di Aristotele. E grazie anche a questa originalità di pensiero Alberto Magno acquista una autorità altissima nel suo tempo, della quale si varrà anche per difendere il tomismo quando la reazione dei tradizionalisti cercherà di coinvolgere tale filosofia nella lotta contro l'averroismo. In Alberto si trovano già molte delle tesi filosofiche che saranno proprie di S. Tommaso: miste, peraltro, a elementi che il tomismo lascerà cadere. Inoltre, al di sotto delle somiglianze letterali, esse hanno quasi sempre un significato che, in realtà, è ancora lontano dal significato che assumeranno in Tommaso.
Domande da interrogazione
- Chi era Alberto dei conti di Bollstadt e quale fu il suo contributo al sapere?
- Qual è il rapporto tra Alberto Magno e Aristotele?
- In che modo Alberto Magno influenzò il tomismo?
Alberto dei conti di Bollstadt, noto come S. Alberto Magno, fu un filosofo che contribuì all'assimilazione del patrimonio scientifico riscoperto, formulando una filosofia che integrava un sapere mondano autonomo.
Alberto Magno considerava Aristotele come "il filosofo" per eccellenza, ma non lo vedeva come una verità assoluta, interpretandolo e criticandolo personalmente, a differenza degli averroisti.
Alberto Magno influenzò il tomismo introducendo molte tesi filosofiche che sarebbero state proprie di S. Tommaso, sebbene con significati che differivano da quelli che avrebbero assunto in seguito.