santiagoceresa
Ominide
5 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • I sofisti del V secolo a.C. erano intellettuali che insegnavano la sapienza a pagamento, e furono criticati da Platone e Aristotele come falsi sapienti.
  • Spostarono l'attenzione dalla natura all'uomo, concentrandosi su politica, leggi, religione e educazione, promuovendo l'arte dell'eloquenza come virtù politica.
  • Protagora di Abdera sosteneva che "l'uomo è misura di tutte le cose", con interpretazioni che variano dal soggettivismo radicale al relativismo culturale.
  • La filosofia di Protagora combinava umanismo, fenomenismo e relativismo, negando l'esistenza di verità assolute e affermando che la verità è relativa all'individuo o alla comunità.
  • Per Protagora, il criterio dell'utile, inteso sia individualmente che collettivamente, era fondamentale per la scelta e la legittimazione delle teorie, influenzando la retorica e la politica.

I I sofisti (V sec. a.C.)

Sofisti = intellettuali che della sapienza facevano una professione, insegnandola dietro compenso

→ erano accusati dagli altri filosofi (Platone e Aristotele) di essere dei falsi sapienti (pseudofilosofi)

→ spostano attenzione dalla natura all’uomo (politica, leggi, religione, lingua, educazione, …)

→ sfiducia nella ricerca naturalistica

→ si basano sulla democrazia dove era necessario far valere con efficace discorso la propria opinione frammezzo alle altre opinioni → arte dell’eloquenzavirtù politica

Caratteristiche culturali della sofistica

→ Critica: “Illuminismo greco”: uso libero e spregiudicato della ragione in tutti i campi miti e credenze criticati razionalmente: libera critica del passato in nome della ragione

→ Cultura: prima elaborazione del concetto di “cultura” (paidéia): formazione globale di un individuo → Cosmopotolismo: essere cittadini del mondo

Indice

  1. Protagora di Abdera e il principio dell'homo mensura
  2. Umanismo, fenomenismo e relativismo

Protagora di Abdera e il principio dell'homo mensura

Protagora di Abdera (circa 480 a.C.)

→ Formazione influenzata dal pensiero di Eraclito

→ Principio: homo mensura = “L’uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono” = le cose sono in base a ciò che l’uomo afferma

→ L’uomo è il metro, cioè il soggetto di giudizio, della realtà o irrealtà delle cose, del loro modo di essere e del loro significato: tre interpretazioni:

Interpretazione platonica (da Platone): per “uomo” si intende il singolo individuo e per “cose” gli oggetti percepiti attraverso i sensi (=fenomeni, enti) → le cose appaiono diversamente a seconda degli individui che le percepiscono (soggettivismo radicale);

▪ Seconda interpretazione: a “uomo” viene attribuito il significato universale di “umanità”, “natura umana”, “essere razionale umano” (ossia la razionalità umana) e a “cose” il significato di “realtà in generale” → gli individui giudicano la realtà tramite parametri comuni tipici della specie razionale cui appartengono.

▪ Terza interpretazione: a “uomo” accosta il significato di “comunità” o “civiltà” a cui l’individuo appartiene e a “cose” i valori e gli ideali che ne stanno alla base → ognuno valuta le cose secondo la mentalità e le caratteristiche del gruppo sociale a cui appartiene.

→ L’uomo protagoreo è misura delle cose ai vari livelli della propria umanità: dapprima come singolo (interpretazione platonica), poi come comunità o civiltà (terza interpretazione) e infine come specie (seconda interpretazione).

Umanismo, fenomenismo e relativismo

Umanismo, fenomenismo, relativismo

La posizione di Protagora è un ibrido tra:

Umanismo: ciò che si afferma o si nega intorno alla realtà presuppone sempre l’uomo come criterio di giudizio, regola o metro di valutazione);

Fenomenismo: noi non abbiamo mai a che fare con la realtà in se stessa, ma con il “fenomeno”, ossia la realtà che “appare” a noi;

Relativismo: non esiste una verità assoluta, ossia “sciola” dai vari punti di vista, ma ogni “verità” o “ideale” o “modello di comportamento” è “relativo” a chi giudica nell’ambito di una certa situazione.

→ L’utile come criterio di scelta: l’unico criterio al quale l’uomo può attenersi è il principio “debole” dell’utilità privata e pubblica delle credenze

→ L’utile, inteso come il bene del singolo e delle comunità, diviene così lo strumento di verifica e di legittimazione delle teorie stesse

Filosofia protagorea: concezione umanistico-storicista della verità (la verità è ciò che si è dimostrato storicamente e socialmente utile all’individuo, alla comunità e alla specie), e non concezione oggettivistica e assolutistica della verità (la verità è qualcosa di già dato e scoperto per sempre, una volta volta per tutte, che si impone a tutti allo stesso modo).

→ Invito a mettersi d’accordo almeno su ciò che, al di là delle varie credenze o convinzioni ideali, può e deve unire gli individui e i popoli: la pubblica utilità e la sopravvivenza ella specie.

→ Utile viene sempre inteso come l’utile del più forte, ossi di colui che riesce a convincere al comunità che la sua opinione è la migliore

→ Un livello che ti aiuta a scegliere è il criterio dell’utile, non inteso solo a livello individuale, ma anche a livello collettivo;

→ Per Protagora: sofista è un “propagandista dell’utile”, ossia intellettuale che mediante il logos persuasivo tenta di modificare le opinioni in base al principio dell’utile → l’esercizio della retorica era subordinato a questa funzione politico-educativa.

→ Ma il sofista si metterà al servizio dell’aristocrazia, che gli può garantire una paga: perciò i sofisti, convincendo sull’utile, rischiavano di legittimare soltanto l’utile dei potenti, trasformandosi in propagandisti della classe dominante.

→ Tuttavia la filosofia protagorea concepiva l’utile e le leggi in prospettiva del benessere comune della pόlis.

Domande da interrogazione

  1. Chi erano i sofisti e quale ruolo avevano nella società?
  2. I sofisti erano intellettuali del V secolo a.C. che facevano della sapienza una professione, insegnandola dietro compenso. Erano accusati da filosofi come Platone e Aristotele di essere falsi sapienti e spostavano l'attenzione dalla natura all'uomo, concentrandosi su politica, leggi, religione, lingua ed educazione.

  3. Quali sono le caratteristiche culturali della sofistica?
  4. La sofistica è caratterizzata da un uso libero e spregiudicato della ragione, criticando miti e credenze in nome della ragione. Ha introdotto il concetto di "cultura" come formazione globale dell'individuo e promuoveva il cosmopolitismo, ovvero l'essere cittadini del mondo.

  5. Qual è il principio fondamentale di Protagora di Abdera?
  6. Il principio fondamentale di Protagora è "homo mensura", che significa "L'uomo è misura di tutte le cose". Questo implica che la realtà è determinata da ciò che l'uomo afferma, con interpretazioni che variano dal soggettivismo radicale al giudizio basato su parametri comuni della razionalità umana.

  7. Come si caratterizza la posizione di Protagora in termini di umanismo, fenomenismo e relativismo?
  8. La posizione di Protagora è un ibrido tra umanismo, fenomenismo e relativismo. L'umanismo pone l'uomo come criterio di giudizio, il fenomenismo si concentra sulla realtà che appare a noi, e il relativismo nega l'esistenza di una verità assoluta, affermando che ogni verità è relativa a chi giudica.

  9. Qual è il ruolo dell'utile nella filosofia di Protagora?
  10. Nella filosofia di Protagora, l'utile è il criterio di scelta, inteso come il bene del singolo e delle comunità. L'utile diventa lo strumento di verifica e legittimazione delle teorie, e il sofista è visto come un "propagandista dell'utile", cercando di modificare le opinioni in base a questo principio, pur rischiando di legittimare l'utile dei potenti.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community