Concetti Chiave
- I sofisti del V secolo a.C. erano intellettuali che insegnavano la sapienza a pagamento, e furono criticati da Platone e Aristotele come falsi sapienti.
- Spostarono l'attenzione dalla natura all'uomo, concentrandosi su politica, leggi, religione e educazione, promuovendo l'arte dell'eloquenza come virtù politica.
- Protagora di Abdera sosteneva che "l'uomo è misura di tutte le cose", con interpretazioni che variano dal soggettivismo radicale al relativismo culturale.
- La filosofia di Protagora combinava umanismo, fenomenismo e relativismo, negando l'esistenza di verità assolute e affermando che la verità è relativa all'individuo o alla comunità.
- Per Protagora, il criterio dell'utile, inteso sia individualmente che collettivamente, era fondamentale per la scelta e la legittimazione delle teorie, influenzando la retorica e la politica.
I I sofisti (V sec. a.C.)
Sofisti = intellettuali che della sapienza facevano una professione, insegnandola dietro compenso
→ erano accusati dagli altri filosofi (Platone e Aristotele) di essere dei falsi sapienti (pseudofilosofi)
→ spostano attenzione dalla natura all’uomo (politica, leggi, religione, lingua, educazione, …)
→ sfiducia nella ricerca naturalistica
→ si basano sulla democrazia dove era necessario far valere con efficace discorso la propria opinione frammezzo alle altre opinioni → arte dell’eloquenza → virtù politica
Caratteristiche culturali della sofistica
→ Critica: “Illuminismo greco”: uso libero e spregiudicato della ragione in tutti i campi miti e credenze criticati razionalmente: libera critica del passato in nome della ragione
→ Cultura: prima elaborazione del concetto di “cultura” (paidéia): formazione globale di un individuo → Cosmopotolismo: essere cittadini del mondo
Protagora di Abdera e il principio dell'homo mensura
Protagora di Abdera (circa 480 a.C.)
→ Formazione influenzata dal pensiero di Eraclito
→ Principio: homo mensura = “L’uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono” = le cose sono in base a ciò che l’uomo afferma
→ L’uomo è il metro, cioè il soggetto di giudizio, della realtà o irrealtà delle cose, del loro modo di essere e del loro significato: tre interpretazioni:
▪ Interpretazione platonica (da Platone): per “uomo” si intende il singolo individuo e per “cose” gli oggetti percepiti attraverso i sensi (=fenomeni, enti) → le cose appaiono diversamente a seconda degli individui che le percepiscono (soggettivismo radicale);
▪ Seconda interpretazione: a “uomo” viene attribuito il significato universale di “umanità”, “natura umana”, “essere razionale umano” (ossia la razionalità umana) e a “cose” il significato di “realtà in generale” → gli individui giudicano la realtà tramite parametri comuni tipici della specie razionale cui appartengono.
▪ Terza interpretazione: a “uomo” accosta il significato di “comunità” o “civiltà” a cui l’individuo appartiene e a “cose” i valori e gli ideali che ne stanno alla base → ognuno valuta le cose secondo la mentalità e le caratteristiche del gruppo sociale a cui appartiene.
→ L’uomo protagoreo è misura delle cose ai vari livelli della propria umanità: dapprima come singolo (interpretazione platonica), poi come comunità o civiltà (terza interpretazione) e infine come specie (seconda interpretazione).
Umanismo, fenomenismo e relativismo
Umanismo, fenomenismo, relativismo
La posizione di Protagora è un ibrido tra:
→ Umanismo: ciò che si afferma o si nega intorno alla realtà presuppone sempre l’uomo come criterio di giudizio, regola o metro di valutazione);
→ Fenomenismo: noi non abbiamo mai a che fare con la realtà in se stessa, ma con il “fenomeno”, ossia la realtà che “appare” a noi;
→ Relativismo: non esiste una verità assoluta, ossia “sciola” dai vari punti di vista, ma ogni “verità” o “ideale” o “modello di comportamento” è “relativo” a chi giudica nell’ambito di una certa situazione.
→ L’utile come criterio di scelta: l’unico criterio al quale l’uomo può attenersi è il principio “debole” dell’utilità privata e pubblica delle credenze
→ L’utile, inteso come il bene del singolo e delle comunità, diviene così lo strumento di verifica e di legittimazione delle teorie stesse
→ Filosofia protagorea: concezione umanistico-storicista della verità (la verità è ciò che si è dimostrato storicamente e socialmente utile all’individuo, alla comunità e alla specie), e non concezione oggettivistica e assolutistica della verità (la verità è qualcosa di già dato e scoperto per sempre, una volta volta per tutte, che si impone a tutti allo stesso modo).
→ Invito a mettersi d’accordo almeno su ciò che, al di là delle varie credenze o convinzioni ideali, può e deve unire gli individui e i popoli: la pubblica utilità e la sopravvivenza ella specie.
→ Utile viene sempre inteso come l’utile del più forte, ossi di colui che riesce a convincere al comunità che la sua opinione è la migliore
→ Un livello che ti aiuta a scegliere è il criterio dell’utile, non inteso solo a livello individuale, ma anche a livello collettivo;
→ Per Protagora: sofista è un “propagandista dell’utile”, ossia intellettuale che mediante il logos persuasivo tenta di modificare le opinioni in base al principio dell’utile → l’esercizio della retorica era subordinato a questa funzione politico-educativa.
→ Ma il sofista si metterà al servizio dell’aristocrazia, che gli può garantire una paga: perciò i sofisti, convincendo sull’utile, rischiavano di legittimare soltanto l’utile dei potenti, trasformandosi in propagandisti della classe dominante.
→ Tuttavia la filosofia protagorea concepiva l’utile e le leggi in prospettiva del benessere comune della pόlis.
Domande da interrogazione
- Chi erano i sofisti e quale ruolo avevano nella società?
- Quali sono le caratteristiche culturali della sofistica?
- Qual è il principio fondamentale di Protagora di Abdera?
- Come si caratterizza la posizione di Protagora in termini di umanismo, fenomenismo e relativismo?
- Qual è il ruolo dell'utile nella filosofia di Protagora?
I sofisti erano intellettuali del V secolo a.C. che facevano della sapienza una professione, insegnandola dietro compenso. Erano accusati da filosofi come Platone e Aristotele di essere falsi sapienti e spostavano l'attenzione dalla natura all'uomo, concentrandosi su politica, leggi, religione, lingua ed educazione.
La sofistica è caratterizzata da un uso libero e spregiudicato della ragione, criticando miti e credenze in nome della ragione. Ha introdotto il concetto di "cultura" come formazione globale dell'individuo e promuoveva il cosmopolitismo, ovvero l'essere cittadini del mondo.
Il principio fondamentale di Protagora è "homo mensura", che significa "L'uomo è misura di tutte le cose". Questo implica che la realtà è determinata da ciò che l'uomo afferma, con interpretazioni che variano dal soggettivismo radicale al giudizio basato su parametri comuni della razionalità umana.
La posizione di Protagora è un ibrido tra umanismo, fenomenismo e relativismo. L'umanismo pone l'uomo come criterio di giudizio, il fenomenismo si concentra sulla realtà che appare a noi, e il relativismo nega l'esistenza di una verità assoluta, affermando che ogni verità è relativa a chi giudica.
Nella filosofia di Protagora, l'utile è il criterio di scelta, inteso come il bene del singolo e delle comunità. L'utile diventa lo strumento di verifica e legittimazione delle teorie, e il sofista è visto come un "propagandista dell'utile", cercando di modificare le opinioni in base a questo principio, pur rischiando di legittimare l'utile dei potenti.