Concetti Chiave
- I Sofisti hanno spostato l'attenzione filosofica dalla natura all'uomo e alla società, segnando l'inizio di un periodo umanistico nella filosofia antica.
- Il pensiero sofista si è sviluppato in un contesto di cambiamenti sociali, economici e culturali, favoriti da una crisi dell'aristocrazia e dall'ascesa del potere popolare.
- La Sofistica ha introdotto il concetto di relativismo culturale, sfidando l'idea che le virtù fossero innate e legate alla nascita aristocratica.
- L'educazione e la diffusione della conoscenza erano centrali per i Sofisti, che consideravano la virtù come un risultato del sapere piuttosto che del lignaggio.
- I Sofisti sono stati criticati per richiedere compensi per l'insegnamento e per il loro cosmopolitismo, ma hanno rotto schemi sociali offrendo istruzione a classi diverse dall'aristocrazia.
Sofisti - Origini e finalità del movimento
I Sofisti, termine che significa « esperto del sapere », ebbe il pregio di spostare l’asse della riflessione filosofica dalla “physis” e dal cosmo all’uomo e a ciò che concerne la vita dell’uomo come membro di una società.I temi dominanti del loro pensiero erano l’etica, la politica, la retorica, l’arte, la lingua, la religione. Per questo motivo è appropriato affermare che con i Sofisti è iniziato il periodo umanistico della filosofia antica.
Le motivazioni di questo spostamento di interesse ha diverse cause. Innanzitutto, la filosofia della “physis” si era venuta ad esaurire con tutte le sue possibilità e il pensiero “fisico” era ormai arrivato ai propri limiti estremi. Inoltre, nel V secolo a.C., si verificarono fermenti sociali, economici e culturali che, ad un tempo, favorirono lo sviluppo della Sofistica e a loro volta ne furono favoriti. Era il periodo in cui l’aristocrazia attraversava una fase di crisi e a questo declino si accompagnava il potere del popolo, sempre crescente; l’afflusso nelle città, soprattutto ad Atene, di un numero sempre più elevato di meteci (gli stranieri liberi, che risiedevano stabilmente nelle città, esclusi dalla partecipazione attiva alla politica e gravati di particolari imposte), l’ampliarsi del commercio che portava a contatti con un mondo sempre più ampio, il diffondersi delle esperienze e delle conoscenze di viaggiatori che portavano al raffronto fra usi, costumi e leggi totalmente diverse, furono tutti fattori che contribuirono al sorgere del pensiero sofista. La crisi dell’aristocrazia mise in crisi l’antica areté (in greco ἀρετή), cioè l’insieme dei valori tanto tenuti in pregio dalla classe nobiliare e corrispondente alla “virtus” romana. Il crescente affermarsi del potere del ceto popolare e il conseguente allargamento a cerchie più vaste della possibilità di accedere al potere, fecero crollare la convinzione che l’areté fosse legata alla nascita, cioè che “virtuosi” si nascesse e non si diventasse e pose in primo piano il problema di come di possa acquistare la “virtù politica”. L’apertura del ristretto cerchio della poléis, aprì le porte al relativismo, diffondendo la convinzione che quando era valido in un determinato ambiente non lo fosse in un altro. I giovani erano coloro che sentivano più degli altri queste nuove esigenze ed è per questo che i Sofisti avevano molto successo fra di essi.
L’obiettivo pratico delle dottrine sofiste era altamente positivo, per quanto nei secoli scorsi sia stato giudicato negativamente; per i Sofisti il problema educativo e l’impegno pedagogico assunsero un ruolo di primo piano e poiché la “virtù” non dipendeva dalla nobiltà di nascita ma sul sapere, è ovvio che l’indagine filosofica sul vero era legata alla diffusione della conoscenza. In questo senso si può affermare che con i Sofisti si cominciò a fare strada l’idea dell’ “educazione”, basata sul sapere.
Gli Antichi erano molto scandalizzati per il fatto che i Sofisti esigessero dei compensi per i loro insegnamenti perché erano abituati a considerare il sapere come un frutto di una disinteressata comunione spirituale dato che al sapere accedevano soltanto le classi aristocratiche e che avevano risolto tutti i problemi pratici della vita, legati alla sussistenza. Bisogna riconoscere che i Sofisti, in questo modo rompevano uno schema sociale poiché offrivano la possibilità di acquisire la cultura ad altri ceti sociali, oltre a quella nobiliare.
I Sofisti furono anche accusati di non essere attaccati alla propria città e di essere, pertanto, dei girovaghi. Ma anche questo aspetto risulta positivo per noi moderni. Essi avevano capito che i limiti così ristretti delle poléis non avevano più ragione di essere per cui si fecero portatori di istanze non delle singole città, ma di tutti i cittadini dell’Ellade, ponendosi così in una situazione molto più avanzata di Platone e di Aristotele che nella Città-Stato vedevano la città ideale.
I Sofisti furono chiamati dalla critica gli “Illuministi greci” per l’illimitata fiducia nelle possibilità della ragione e per la notevole libertà di spirito nei confronti della tradizione, delle norme e dei comportamenti codificati.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il contributo principale dei Sofisti alla filosofia antica?
- Quali fattori sociali ed economici hanno favorito lo sviluppo del pensiero sofista?
- Perché i Sofisti erano criticati per il loro approccio all'insegnamento?
- In che modo i Sofisti hanno influenzato l'idea di "virtù politica"?
- Perché i Sofisti sono stati definiti gli "Illuministi greci"?
I Sofisti hanno spostato l'attenzione della riflessione filosofica dalla "physis" e dal cosmo all'uomo e alla vita sociale, inaugurando il periodo umanistico della filosofia antica.
La crisi dell'aristocrazia, l'aumento del potere popolare, l'afflusso di meteci nelle città, l'espansione del commercio e il confronto con culture diverse hanno contribuito al sorgere del pensiero sofista.
Gli Antichi erano scandalizzati perché i Sofisti richiedevano compensi per i loro insegnamenti, rompendo lo schema sociale che vedeva il sapere come un privilegio delle classi aristocratiche.
I Sofisti hanno messo in discussione l'idea che l'areté fosse legata alla nascita, promuovendo l'idea che la "virtù politica" potesse essere acquisita attraverso il sapere e l'educazione.
I Sofisti sono stati chiamati così per la loro illimitata fiducia nelle possibilità della ragione e per la libertà di spirito nei confronti della tradizione e delle norme codificate.