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Platone
Platone è uno dei massimi pensatori di tutti i tempi, a lui dobbiamo gran parte dei temi, dei concetti e del lessico della filosofia. Nasce ad Atene, in una delle più importanti famiglie, e già da giovane era destinato dall'impegno politico-amministrativo. Non lo convince molto quest’idea, a causa della profonda delusione per l’ingiustizia e la corruzione all’interno del governo della città. Soprattutto a causa della condanna fatta a Socrate, che alimenta nel suo animo la volontà di promuovere una rinascita della politica ateniese attraverso la filosofia. Sostiene infatti che la mancanza di valori morali e culturali porta le persone allo sbando e che la filosofia è in grado di edificare una società ordinata e giusta. La crisi della società è causata da una profonda crisi dell’esistenza umana; nella società infatti si predilige un pensiero relativista e scettico diffuso dai sofisti.
Platone istituì una sua accademia: tutta la sua attività intellettuale si concentrò all’interno di questa scuola, che era un’associazione religiosa dedicata al culto delle muse, ma anche un luogo dedicato agli studi e in cui teneva le sue lezioni.
Il Dialogo
Platone, istruito da Socrate non è molto favorevole agli scritti, ma predilige comunque un metodo di scrittura particolare, ovvero il dialogo aporetico. Un dialogo che presenta più opzioni di interpretazione su determinati argomenti; le caratteristiche del dialogo:
- gli interlocutori sono persone ben identificate.
- il fine dei dialoghi è la ricerca della verità perseguita con metodo razionale.
- è composto da discorsi brevi con domande e risposte rapide.
I miti
Hanno un ruolo sia didattico che filosofico, poiché permettono di:
comunicare in maniera più accessibile dottrine particolarmente difficili
alludere a realtà che vanno al di là dei limiti dell’indagine razionale
La teoria delle idee
In primo luogo Platone riconosce che i sensi non consentono di pervenire a un’idea oggettiva e unica del bene. Ricerca dei parametri oggettivi a cui fare riferimento nel giudicare la realtà, ovvero le idee.
Si domanda se la causa delle cose sensibili e mutevoli possa essere qualcosa che trascenda dal sensibile stesso, e che sia immutabile, eterno e assoluto.
Nella seconda navigazione (metafora) si concentra su altro e inizia a intraprendere un percorso indipendente dal pensiero di Socrate.
In questo periodo della sua vita, stipula la teoria delle idee, che starà al centro di tutto il pensiero platonico.
Le idee secondo Platone sono entità di natura differente rispetto al sensibile e indipendenti dalla nostra mente. Sono sostanze immutabili e perfette. Infatti quando pensiamo, facciamo riferimento alle idee perché costituiscono i criteri di verità delle cose ma anche la loro causa.
Il mondo delle idee si chiama iperuranio. È una realtà extra terrena dove le idee sono ancora pure e non corrotte dalla realtà. Non è tangibile ovvero di può entrare solo l'anima e ed è intellegibile, solo l'anima lo sa leggere.
L’iperunaio e il mondo sensibile, nonostante siano uno l’opposto dell’altro, hanno una relazione che li collega: le idee infatti sono presenti in tutte le cose.
Le cose sono le proiezioni delle idee e la realtà è la rielaborazione delle idee. Sono la vera essenza delle cose, mentre il fenomeno (o realtà) è la manifestazione delle idee. L'uomo non percepisce le idee, ma solo la loro proiezione e vive in una realtà soggettiva, ma può raggiungere l’essenza tramite la reminiscenza, da cui deriva la conoscenza umana.
Ogni idea in un certo senso è identica a se stessa, ma dall’altro diversa da ogni altra.
Le idee sono distinte in tre grandi categorie:
-idea del bene: il Bene rappresenta qualcosa di divino, è come il sole la cui luce permette di vedere tutte le cose; è il valore supremo a cui tutti gli altri si ispirano e costituisce l’armonia e la ragione di tutto.
- idee valori: valori morali e politici
- idee matematiche: concetti scientifici, basati su ragionamento e intuizione
- idee oggettive: oggetti naturali o artificiali
Il rapporto che le idee hanno con il mondo sensibile (chiarito nel dialogo della maturità):
- mimesi: è l’imitazione, le cose sono copie imperfette delle idee
- metessi: è la partecipazione, le cose sono parte delle idee
- parusia: è la presenza delle cose nelle idee
Ad ogni realtà sensibile corrisponde una forma ideale.
Grande somiglianza con Parmenide, le idee sono eterne incorruttibili e immutabili, solamente che non sono un universo compatto come lo era l’essere di Parmenide, perché le idee erano molteplici, e variamente connesse tra loro. Secondo Platone anche il non essere partecipa all’essere di Parmenide.
Le idee, in contrapposizione col relativismo dei sofisti, sono punti fermi e stabili che presentano ben due dualismi:
- dualismo gnoseologico
- dualismo ontologico, secondo cui esistono due piani dell'essere, quello intellegibile e quello sensibile
(Ontologia: studio dell’essere, gnoseologia: teoria della conoscenza)
Dal punto di vista ontologico, distingue la natura perfetta ed eterna delle idee in contrapposizione a quella imperfetta e mutevole degli oggetti sensibili.
Dal punto di vista gnoseologico invece, si parla di dualismo sul piano dell’essere: il mondo perfetto delle idee è oggetto di una conoscenza stabile e universale (oggettiva), che coincide con la scienza o Episteme, si contrappone alla dimensione mutevole e imperfetta delle cose sensibili, che è all’origine di una conoscenza basata sull’opinione, chiamata Doxa.
Egli è innatista: crede che alcune idee sono già presenti nell’anima anche prima della nascita. Le idee sono presenti da sempre e senza mai averle acquisite, sono dette archetipiche.
L'uomo come già visto prima, può raggiungere la conoscenza, tramite alla reminiscenza.
Reminiscenza o anamnesi: è il ricordo o risveglio di una conoscenza che all’interno dell’iperuranio esiste già.
Perciò non è l’esperienza sensibile a farci acquisire conoscenze, ma è la reminiscenza che ci fa riaffiorare il ricordo di una conoscenza già esistente.
I 4 gradi della conoscenza:
Doxa
- immaginazione: ombre e immagini sensibili
- credenza: oggetti sensibili
Episteme
- ragione scientifica: enti matematici
- intelligienza filosofica: idee valori e idee del bene
La dialettica ha il compito di ricostruire la trama delle possibili connessioni tra le idee, e permette cioè di comprendere e contemplare il mondo reale.
Anima
L’anima è un vero e proprio principio spirituale, una sostanza incorporea e semplice, prigioniera di un corpo da cui deve progressivamente purificarsi attraverso la conoscenza. (Collegamento culto dell’orfismo).
L'anima, è immutabile ed eterna ed il suo destino deriva dalla sua cura nella vita terrena. In caso l’anima si sia macchiata di qualche colpa, viaggerà in uno stato di totale incertezza, fino a quando verrà imprigionata, nel caso in cui l’anima sia pura verrà accolta nella parte più alta del cielo.
Platone descrive l’anima aiutandosi col mito della biga alata.
Socrate infatti descrive l’anima come e una biga alata, legata a una coppia di cavalli:
L’auriga è simbolo della ragione, il cavallo bianco, di buona razza, simboleggia la parte dell’anima dotata di sentimenti esclusivamente di carattere spirituale, in particolare il coraggio, esso infatti si dirige verso l’iperuranio. Il cavallo non di razza, quello nero, invece rappresenta la parte concupiscibile dell’anima e la furia degli istinti carnali, si dirige verso il basso; vi è una vera e propria lotta tra pulsioni e desideri contrapposti. Possiamo così dedurre la tripartizione dell’anima, formata da: una parte irascibile e piena di coraggio, e da una parte concupiscibile e accecata dagli istinti carnali. Tony non nega la forza delle passioni, ma ritiene che sia compito della ragione ricondurle nella giusta direzione, il filosofo espone così informa figurata il conflitto interiore dell'essere umano.
Amore
L’oggetto dell’amore per Platone è la bellezza, infatti, è ciò a cui ogni essere aspira. Eros, è figlio della povertà e del dio dell’abbondanza, non ha la bellezza ma la desidera, non ha la sapienza ma la cerca e quindi è per eccellenza filosofo. L'amore è perciò desiderio di bellezza, e la bellezza si desidera perché è il bene che rende felici. L'uomo, destinato a morire, tende a generare nella bellezza e quindi a "immortalarsi" attraverso la generazione, lasciando, dopo di sé, un figlio che gli somigli. La bellezza è dunque il fine dell’amore.
Virtù
La virtù consiste nella conoscenza del bene, vi sono 4 virtù fondamentali:
- saggezza (parte razionale dell’anima)
- coraggio (parte irascibile dell’anima)
- temperanza (capacità di limitare i piaceri)
- giustizia (garantire l’armonia di tutto e tutti)
Anche se l’obiettivo primario dell’uomo deve essere comunque la conoscenza.
Visione politica
Ritiene che lo stato sia lo specchio dell’uomo e della sua anima.
Platone descrive così un modello di stato perfetto che secondo lui doveva fare da riferimento per i cittadini e i politici. Con parole moderne, Platone descrive un modello utopico del governo in cui le tre principale caratteristiche sono:
- inesistenza dei nuclei familiari
- accoppiamenti decisi dallo Stato
- bambini allevati dallo Stato
- beni in comune
La società dovrebbe essere strutturata in tre classi:
-governanti: coloro a cui è affidato il comando della città, rappresentano la parte razionale dell’anima e sono caratterizzati da molta saggezza
-guerrieri: coloro a cui è demandata la difesa militare, rappresentano la parte irascibile dell’anima e sono caratterizzati da grande coraggio
-lavoratori: coloro a cui è affidato il compito di provvedere ai bisogni materiali, rappresentano la parte concupiscibile dell’anima e dotati di molta temperanza
Le loro anime sono impastate con un metallo, rispettivamente sono: oro, argento, bronzo o ferro. La quarta virtù appartenente a ciascuno di loro è la giustizia, ognuno lavora bene per il bene di tutti; il lavoro rispecchia la loro natura, infatti se ciascuno fa qualcosa in cui è particolarmente capace, sarà di conseguenza più felice.
Lo Stato che Platone delinea è un regime aristocratico in cui il governo della città deve essere affidato ai migliori, ovvero coloro che sono dotati per natura della capacità di guidare gli altri uomini. Possiamo però evidenziare, in ordine crescente di degenerazione, quattro regimi corrotti:
1 timocrazia: il potere è affidato a coloro che pongono al vertice l’onore e non la sapienza, sono uomini chiamano il potere in quanto dà loro fama e gloria
2 oligarchia: significa letteralmente governo dei pochi, ovvero coloro che sono spinti dal desiderio di arricchirsi (egoismo).
3 democrazia: lo stato democratico non è giusto quando la massa dei poveri prevale sui ricchi, poiché il popolo ignorante ed egoista non agisce con la ragione ma bensì con l’istinto.
4 tirannide: È un governo basato su paura e sfruttamento, è una forma di degenerazione della democrazia poiché il tiranno è un accentratore guidato da impulsi e non disposto a condividere il potere con altri. I tiranni sono proprio i protagonisti dei più grandi misfatti.
Il corso educativo dei filosofi è strutturato in più fasi, in totale erano cinque:
l'educazione elementare si fonda sulla ginnastica e sulla musica
in secondo luogo si passa all’approfondimento studio della matematica
dai 30 ai 35 anni si studia la filosofia
dai 35 ai 50 un tirocinio per le cariche militari e civili
raggiunti i 50 anni si diventa governanti e quindi si ha l’incarico delle funzioni di comando, spinti ormai dalla ragione, data la loro lunga preparazione a questo mestiere, e non dalla fama o dal desiderio di arricchirsi, infatti non sono controllati da nessuno. È convinto che serva un potere forte e condiviso, non solo affidato ad un singolo perché se no appunto si rischia di arrivare ad una tirannia.
UNITÀ 5
PLATONE
Platone è uno dei massimi pensatori di tutti i tempi, a lui dobbiamo gran parte
dei temi, dei concetti e del lessico della filosofia. Nasce ad Atene, in una delle
più importanti famiglie, e già da giovane era destinato dall'impegno politico-
amministrativo. Non lo convince molto quest’idea, a causa della profonda
delusione per l’ingiustizia e la corruzione all’interno del governo della città.
Soprattutto a causa della condanna fatta a Socrate, che alimenta nel suo animo
la volontà di promuovere una rinascita della politica ateniese attraverso la
filosofia. Sostiene infatti che la mancanza di valori morali e culturali porta le
persone allo sbando e che la filosofia è in grado di edificare una società
ordinata e giusta. La crisi della società è causata da una profonda crisi
dell’esistenza umana; nella società infatti si predilige un pensiero relativista e
scettico diffuso dai sofisti.
Platone istituì una sua accademia: tutta la sua attività intellettuale si concentrò
all’interno di questa scuola, che era un’associazione religiosa dedicata al culto
delle muse, ma anche un luogo dedicato agli studi e in cui teneva le sue
lezioni.
IL DIALOGO
Platone, istruito da Socrate non è molto favorevole agli scritti, ma predilige
comunque un metodo di scrittura particolare, ovvero il dialogo aporetico. Un
dialogo che presenta più opzioni di interpretazione su determinati argomenti; le
caratteristiche del dialogo:
- gli interlocutori sono persone ben identificate.
- il fine dei dialoghi è la ricerca della verità perseguita con metodo razionale.
- è composto da discorsi brevi con domande e risposte rapide.
I MITI
Hanno un ruolo sia didattico che filosofico, poiché permettono di:
- co
municare in maniera più accessibile dottrine particolarmente difficili
- allu
dere a realtà che vanno al di là dei limiti dell’indagine razionale
LA TEORIA DELLE IDEE
In primo luogo Platone riconosce che i sensi non consentono di pervenire a
un’idea oggettiva e unica del bene. Ricerca dei parametri oggettivi a cui fare
riferimento nel giudicare la realtà, ovvero le idee.
Si domanda se la causa delle cose sensibili e mutevoli possa essere qualcosa
che trascenda dal sensibile stesso, e che sia immutabile, eterno e assoluto.
Nella seconda navigazione (metafora) si concentra su altro e inizia a
intraprendere un percorso indipendente dal pensiero di Socrate.
In questo periodo della sua vita, stipula la teoria delle idee, che starà al centro
di tutto il pensiero platonico.
Le idee secondo Platone sono entità di natura differente rispetto al sensibile e
indipendenti dalla nostra mente. Sono sostanze immutabili e perfette. Infatti
quando pensiamo, facciamo riferimento alle idee perché costituiscono i criteri
di verità delle cose ma anche la loro causa.
Il mondo delle idee si chiama iperuranio. È una realtà extra terrena dove le idee
sono ancora pure e non corrotte dalla realtà. Non è tangibile ovvero di può
entrare solo l'anima e ed è intellegibile, solo l'anima lo sa leggere.
L’iperunaio e il mondo sensibile, nonostante siano uno l’opposto dell’altro,
hanno una relazione che li collega: le idee infatti sono presenti in tutte le cose.
Le cose sono le proiezioni delle idee e la realtà è la rielaborazione delle idee.
Sono la vera essenza delle cose, mentre il fenomeno (o realtà) è la
manifestazione delle idee. L'uomo non percepisce le idee, ma solo la loro
proiezione e vive in una realtà soggettiva, ma può raggiungere l’essenza
tramite la reminiscenza, da cui deriva la conoscenza umana.
Ogni idea in un certo senso è identica a se stessa, ma dall’altro diversa da ogni
altra.
Le idee sono distinte in tre grandi categorie:
-idea del bene: il Bene rappresenta qualcosa di divino, è come il sole la cui luce
permette di vedere tutte le cose; è il valore supremo a cui tutti gli altri si
ispirano e costituisce l’armonia e la ragione di tutto.
- idee valori: valori morali e politici
- idee matematiche: concetti scientifici, basati su ragionamento e intuizione
- idee oggettive: oggetti naturali o artificiali
Il rapporto che le idee hanno con il mondo sensibile (chiarito nel dialogo della
maturità):
- mimesi: è l’imitazione, le cose sono copie imperfette delle idee
- metessi: è la partecipazione, le cose sono parte delle idee
- parusia: è la presenza delle cose nelle idee
Ad ogni realtà sensibile corrisponde una forma ideale.
Grande somiglianza con Parmenide, le idee sono eterne incorruttibili e
immutabili, solamente che non sono un universo compatto come lo era l’essere
di Parmenide, perché le idee erano molteplici, e variamente connesse tra loro.
Secondo Platone anche il non essere partecipa all’essere di Parmenide.
Le idee, in contrapposizione col relativismo dei sofisti, sono punti fermi e stabili
che presentano ben due dualismi:
- dualismo gnoseologico
- dualismo ontologico, secondo cui esistono due piani dell'essere, quello
intellegibile e quello sensibile
(Ontologia: studio dell’essere, gnoseologia: teoria della conoscenza)
Dal punto di vista ontologico, distingue la natura perfetta ed eterna delle idee
in contrapposizione a quella imperfetta e mutevole degli oggetti sensibili.
Dal punto di vista gnoseologico invece, si parla di dualismo sul piano
dell’essere: il mondo perfetto delle idee è oggetto di una conoscenza stabile e
universale (oggettiva), che coincide con la scienza o Episteme, si contrappone
alla dimensione mutevole e imperfetta delle cose sensibili, che è all’origine di
una conoscenza basata sull’opinione, chiamata Doxa.
Egli è innatista: crede che alcune idee sono già presenti nell’anima anche
prima della nascita. Le idee sono presenti da sempre e senza mai averle
acquisite, sono dette archetipiche.
L'uomo come già visto prima, può raggiungere la conoscenza, tramite alla
reminiscenza.
Reminiscenza o anamnesi: è il ricordo o risveglio di una conoscenza che
all’interno dell’iperuranio esiste già.
Perciò non è l’esperienza sensibile a farci acquisire conoscenze, ma è la
reminiscenza che ci fa riaffiorare il ricordo di una conoscenza già esistente.
I 4 gradi della conoscenza:
Doxa
- immaginazione: ombre e immagini sensibili
- credenza: oggetti sensibili
Episteme
- ragione scientifica: enti matematici
- intelligienza filosofica: idee valori e idee del bene
La dialettica ha il compito di ricostruire la trama delle possibili connessioni tra
le idee, e permette cioè di comprendere e contemplare il mondo reale.
ANIMA
L’anima è un vero e proprio principio spirituale, una sostanza incorporea e
semplice, prigioniera di un corpo da cui deve progressivamente purificarsi
attraverso la conoscenza. (Collegamento culto dell’orfismo).
L'anima, è immutabile ed eterna ed il suo destino deriva dalla sua cura nella
vita terrena. In caso l’anima si sia macchiata di qualche colpa, viaggerà in uno
stato di totale incertezza, fino a quando verrà imprigionata, nel caso in cui
l’anima sia pura verrà accolta nella parte più alta del cielo.
Platone descrive l’anima aiutandosi col mito della biga alata.
Socrate infatti descrive l’anima come e una biga alata, legata a una coppia di
cavalli:
L’auriga è simbolo della ragione, il cavallo bianco, di buona razza, simboleggia
la parte dell’anima dotata di sentimenti esclusivamente di carattere spirituale,
in particolare il coraggio, esso infatti si dirige verso l’iperuranio. Il cavallo non
di razza, quello nero, invece rappresenta la parte concupiscibile dell’anima e la
furia degli istinti carnali, si dirige verso il basso; vi è una vera e propria lotta tra
pulsioni e desideri contrapposti. Possiamo così dedurre la tripartizione
dell’anima, formata da: una parte irascibile e piena di coraggio, e da una parte
concupiscibile e accecata dagli istinti carnali. Tony non nega la forza delle
passioni, ma ritiene che sia compito della ragione ricondurle nella giusta
direzione, il filosofo espone così informa figurata il conflitto interiore dell'essere
umano.
AMORE
L’oggetto dell’amore per Platone è la bellezza, infatti, è ciò a cui ogni essere
aspira. Eros, è figlio della povertà e del dio dell’abbondanza, non ha la bellezza
ma la desidera, non ha la sapienza ma la cerca e quindi è per eccellenza
filosofo. L'amore è perciò desiderio di bellezza, e la bellezza si desidera perché
è il bene che rende felici. L'uomo, destinato a morire, tende a generare nella
bellezza e quindi a "immortalarsi" attraverso la generazione, lasciando, dopo di
sé, un figlio che gli somigli. La bellezza è dunque il fine dell’amore.
VIRTU’
La virtù consiste nella conoscenza del bene, vi sono 4 virtù fondamentali:
- saggezza (parte razionale dell’anima)
- coraggio (parte irascibile dell’anima)
- temperanza (capacità di limitare i piaceri)
- giustizia (garantire l’armonia di tutto e tutti)
Anche se l’obiettivo primario dell’uomo deve essere comunque la conoscenza.
VISIONE POLITICA
Ritiene che lo stato sia lo specchio dell’uomo e della sua anima.
Platone descrive così un modello di stato perfetto che secondo lui doveva fare
da riferimento per i cittadini e i politici. Con parole moderne, Platone descrive
un modello utopico del governo in cui le tre principale caratteristiche sono:
- inesistenza dei nuclei familiari
- accoppiamenti decisi dallo Stato
- bambini allevati dallo Stato
- beni in comune
La società dovrebbe essere strutturata in tre classi:
-governanti: coloro a cui è affidato il comando della città, rappresentano la
parte razionale dell’anima e sono caratterizzati da molta saggezza
-guerrieri: coloro a cui è demandata la difesa militare, rappresentano la parte
irascibile dell’anima e sono caratterizzati da grande coraggio
-lavoratori: coloro a cui è affidato il compito di provvedere ai bisogni materiali,
rappresentano la parte concupiscibile dell’anima e dotati di molta temperanza
Le loro anime sono impastate con un metallo, rispettivamente sono: oro,
argento, bronzo o ferro. La quarta virtù appartenente a ciascuno di loro è la
giustizia, ognuno lavora bene per il bene di tutti; il lavoro rispecchia la loro
natura, infatti se ciascuno fa qualcosa in cui è particolarmente capace, sarà di
conseguenza più felice.
Lo Stato che Platone delinea è un regime aristocratico in cui il governo della
città deve essere affidato ai migliori, ovvero coloro che sono dotati per natura
della capacità di guidare gli altri uomini. Possiamo però evidenziare, in ordine
crescente di degenerazione, quattro regimi corrotti:
1 timocrazia: il potere è affidato a coloro che pongono al vertice l’onore e non
la sapienza, sono uomini chiamano il potere in quanto dà loro fama e gloria
2 oligarchia: significa letteralmente governo dei pochi, ovvero coloro che sono
spinti dal desiderio di arricchirsi (egoismo).
3 democrazia: lo stato democratico non è giusto quando la massa dei poveri
prevale sui ricchi, poiché il popolo ignorante ed egoista non agisce con la
ragione ma bensì con l’istinto.
4 tirannide: È un governo basato su paura e sfruttamento, è una forma di
degenerazione della democrazia poiché il tiranno è un accentratore guidato da
impulsi e non disposto a condividere il potere con altri. I tiranni sono proprio i
protagonisti dei più grandi misfatti.