Concetti Chiave
- Il dialogo "Fedro" esplora la tensione tra oralità e scrittura, sostenendo che la verità è meglio acquisita attraverso il dialogo orale piuttosto che lo scritto, che è statico e non può rispondere o correggersi.
- Il mito di Theut, presentato nel dialogo, illustra la differenza tra invenzione e giudizio dell'invenzione, evidenziando i rischi della scrittura come strumento che può portare all'oblio della memoria.
- Platone, attraverso l'analogia dei "Giardini di Adone", suggerisce che le eccellenze della vita, come la verità, non dovrebbero essere fissate nella scrittura ma piuttosto coltivate attraverso il dialogo e la conoscenza diretta.
- Il dialogo distingue tra il dialogo socratico, che estrae verità dall'interlocutore, e il dialogo platonico, che trasmette verità conosciute, sostenendo la superiorità dell'oralità nella ricerca della conoscenza.
- Socrate e Fedro concludono che la scrittura è utile solo per chi già conosce, mentre il vero saggio utilizza il logos oralmente per insegnare e comprendere la verità, pregando per un'anima armoniosa e condividendo la conoscenza attraverso il dialogo.
Indice
- Il mito di Theut e la scrittura
- Il dialogo tra Socrate e Fedro
- Le invenzioni di Theut
- Il giudizio di Thamus sulla scrittura
- La natura statica della scrittura
- Il discorso orale e la sua dinamica
- Il rapporto tra discorso orale e scritto
- Il contadino giudizioso e la scrittura
- Le eccellenze secondo Platone
- La dialettica e la felicità
- Il dialogo socratico e platonico
- Le regole di uno scritto a regola d'arte
- La critica alla democrazia e alla persuasione
- Il ruolo del filosofo e la verità
- La preghiera del filosofo
Il mito di Theut e la scrittura
- Perché lo scritto non può essere oltretutto adeguato al fine di conoscere la verità?
Perché l’oralità monologica da contro alla scrittura; risposta data dal Mito di Theut
Il mito è una narrazione/racconto che appare eccentrico all’autore di filosofia, colui che usa il metodo deduttivo, utilizzando la dimostrazione per spiegare un’ipotesi→ la narrazione è antitetica alla dimostrazione.
Modalità di uso nel mito:
1. Per rendere più accattivante; dal latino “captivus” =prigioniero, che cattura l’attenzione; presenta in modo facile una verità filosofica
2. Quando il logos (intelligenza) non è in grado di cogliere una verità elaborata, viene suggerito attraverso il mito, in questo modo non si raggiunge mai il coglimento completo della verità.
Il logos è deciduo (caduto) e Platone non utilizza argomentazioni, ma narrazioni
Il dialogo tra Socrate e Fedro
Raccontato da Socrate a Fedro, mentre si trovano ad Atene in una giornata calda.
Fedro presenta a Socrate il discorso del retore Lisia. Per vedere se era steso bene, Socrate propone di uscire da Atene; lungo il fiume Lisso, lungo quindi le mura della città.
Temi del dialogo:
1. natura dell’anima dell’essere razionale umano; “che cos’è l’anima”→ psiké, phisis
2. Eros tema erotico
Introduzione del mito con il quale si dimostra la superiorità del discorso orale.
Dialogo rispetto al discorso scritto→ la verità si acquista attraverso l’oralità e non con la scrittura
Le invenzioni di Theut
Theut inventa:
- I numeri (“arithmon”; aritmetica, scienza dei numeri)
- Il calcolo (“loghismon”; deriva da “logos”, il ragionamento (calcolo) può essere considerato un calcolo [insieme di operazioni di addizioni e di sottrazioni]
- La geometria (“geo metrio”, misura della terra e dello spazio)
- L’astronomia (“nomia”= legge, scienza che studia le leggi che governano gli astri)
- Il gioco del tavoliere
- Le lettere dell’alfabeto (“grammata”)
Theut va da Thomus, re di Tebe che giudica le invenzioni (arti) di Theut; gli presenta l’alfabeto come una scienza→ termine “mathema”= conoscenza, scienza che li arricchirà e li aiuterà a ricordare; questa scoperta è una medicina (farmacon), che può essere sia di beneficio che di maleficio; per Theut ovviamente è un beneficio
Il giudizio di Thamus sulla scrittura
Thamus dice che l’invenzione e il giudizio dell’invenzione sono due cose differenti e, di conseguenza, Theut non può giudicare le proprie invenzioni; anche perché sostiene sempre che le sue invenzioni siano dei benefici.
Per Thamus la scrittura è tutt’altro che beneficio, che porterà oblio; dimenticanza nelle anime di chi la imparerà. Non eserciteremo più la memoria perché è tutto scritto, richiamando alla mente il ricordo attraverso dei segni estranei, esterni al logos.
1. La scrittura serve per richiamare alla memoria qualcosa che sai già perché lo si era acquistato attraverso l’oralità dialogica
2. Lo scritto non è la sapienza, ma è il fenomeno della sapienza; appare ma non è
3. Theut è d’accordo con Thamus; sia coloro che scrivono che coloro che utilizzano gli scritti per acquisire cose importanti, devono essere ingenui e devono ignorare le profezie del Dio di Tebe (Ammone)
Lo scritto è utile per chi già sa, non per chi deve acquisire; lo scritto è criptico, oscuro
La scrittura è in una strana condizionale, simile a quello della pittura; dal greco “deinos” = quello strano non è pericoloso.
Il dipinto, se interrogato, non risponde perché statico; lo scritto è uguale al dipinto, è statico.
“Sembrano perfetti, appaiono nella loro perfezione, non modificano o ampliano sé stessi e non si correggono; deve intervenire il padre dello scritto, ovvero il discorso orale”.
La natura statica della scrittura
Dopo il paragone si sofferma sulla scrittura:
1. Negatività: lo scritto non risponde e non si corregge, non si approfondisce (è statico, non è dialettico)
2. Negatività: lo scritto non sceglie l’interlocutore (non è selettivo); c’è chi lo comprende e chi lo apprezza e c’è chi non lo comprende e non lo apprezza
Il discorso orale e la sua dinamica
Considera poi il discorso orale, vedere come nasce e se è più efficiente
- “scritto” nell’anima, nell’intelligenza; scritto con la scienza, con la conoscenza→ discorso di colui che sa e che parla con chi non sa e che deve imparare
- Questo discorso sa emendarsi (=togliere l’errore), sa accettarsi (=dinamico) e sa con chi parlare (funzione emendativa e accrescitiva); il discorso può anche essere modificato dall’interlocutore
F: sai parlando del discorso dinamico (dialogo)?
Il rapporto tra discorso orale e scritto
Lo scritto è immagine/ copia/ imitazione del discorso orale
- Il rapporto mimetico (mimesis=imitaizione) tra copia e modello
- Il discorso orale è il modello; (paradigma=modello, architipo=originale)
L’immagine (éldon) imita il modello; l’imitazione non può raggiungere la perfezione del modello.
Eikon= icona
Superiorità dell’oralità sulla scrittura, che imita il discorso orale
Giardini di Adone: vasi in cui i greci, in estate, piantavano dei semi che maturavano in poco tempo, ma oltretutto a causa del calore del sole si bruciavano in poco tempo; questa semina veniva fatta per celebrare la festa di Adone.
Adone: ragazzo bellissimo, di cui si innamorò venere
Il contadino giudizioso e la scrittura
S: secondo te un contadino giudizioso pianta in agosto i semi a cui tiene di più, perché poi siano bruciati? No, e perciò farà in maniera diversa.
Un contadino giudizioso:
1. Non pianta in agosto e se lo fa è per gioco o per Adone
2. Per i semi a cui tiene, sceglie il terreno, utilizza la scienza dell’agricoltura e ha sapienza di aspettare che crescano
S: secondo te, chi conosce le eccellenze dovrebbe comportarsi in modo diverso del contadino giudizioso che tiene particolarmente ad alcuni semi?
Colui che tiene le eccellenze non le seminerà nella carta mediante l’inchiostro con parole che, sulla carta, non possono difendersi. Se proprio scriverà le eccellenze, lo farà per gioco o per mettere assieme degli appunti che possono sostenerlo quando la memoria viene meno (vecchiaia)→ ricordare ciò che già sai, lo scritto che richiama alla memoria fa rinvenire (riapparire) alcuni ricordi
Le eccellenze secondo Platone
Per Platone le eccellenze sono: bello, giusto, buono e vero.
Apprendere il logos e ricordare le eccellenze e se ce ne fosse bisogno anche lo scritto
F: parlando ed elaborando discorsi sulle eccellenze e sule virtù (che ha più valore)
S: è bello dilettarsi nella costruzione di discorsi e mettere qualcosa per iscritto ma molto più bello è indagare sulle eccellenze attraverso la dialektike techne con un’anima congeniale (della stessa natura) nella quale si piantano e seminano (logos, verità) sapendo ciò che si fa, con conoscenza
La dialettica e la felicità
Queste parole piantate si accrescono, si emendano e non sono sterili→ dal dialogo nascono continuamente nuovi dialoghi, a differenza dello scritto
La parola seminata nell’anima congenere è immortale, è l’origine di altre parole in tante anime
Questi discorsi, intorno alle eccellenze, rendono felici chi li possiede
Secondo Platone la felicità è indagine logica sulle eccellenze; con le parole, con il pensiero e con l’anima congenita→ non c’è un monologo [felicità eterna spetta solo agli dei]
Dopo aver fatto l’apologia sull’oralità dialogica, introduce il tema del discorso scritto; come dovrebbe esser fatto a regola d’arte
Il dialogo socratico e platonico
Differenza:
- dialogo socratico: Socrate educa la verità dall’anima dell’interlocutore, non propone una verità
- dialogo platonico: c’è una verità che Platone conosce e che può insegnare
Le regole di uno scritto a regola d'arte
S: arrivati all’accordo sul fatto che l’oralità vada preferita alla scrittura, analizzati i vari pregi e difetti di entrambe ora passiamo alla questione iniziale: discorso di Lisia, portato a Socrate “scritto bene o no”
Quando un discorso è scritto bene?
Regole di uno scritto, scritto a regola d’arte sono:
1. si conosce la verità sul soggetto di cui si parla o di cui si scrive
2. si è in grado di definirlo
3. analizzare l’oggetto dello scritto, cioè scomposto fino a che è possibile
4. considerare l’anima di un interlocutore, a chi è destinato il discorso
finché non si conoscono queste 4 regole, non si può utilizzare l’oratoria né oralmente, né nello scritto, né al fine di insegnare (dialettica), né al fine di persuadere (monologo)
analizzare e scomporre l’anima che ha di fronte; utilizzare diversi tipi di discorso in base all’anima;
1. stile forbito/ aulico/ retorico
2. stile lineare (se l’uditorio non è preparato)
in cosa si differisce Platone rispetto a Gorgia:
A. secondo Platone si conosce la verità mentre per Gorgia non è necessario per scrivere bene
B. Gorgia utilizza l’oratorio per persuadere, non persuade alla verità perché la verità si impone all’intelligenza; Platone utilizza l’oratoria come strumento per insegnare la verità
Socrate ripete come devono essere scritti i discorsi
La critica alla democrazia e alla persuasione
Se Lisia, o chiunque scrive, scriverà per sé o per altri; in privato o in pubblico, scriverà leggi e crede che tali opere esprimano la verità, questo sarà motivo di rimprovero all’autore perché la verità non deve mai essere scritta. Quando si parla di eccellenze, non si possono confondere realtà (verità) e sogno (persuasione). Se accadesse ciò, dovrà essere biasimato anche se colui che confonde viene applaudito dalla folla (maggioranza).
→ che non è il criterio per stabilire la verità di qualcosa.
(critica alla democrazia, dove decide la maggioranza; criterio quantitativo, con il quale non può essere stabilita la verità, che non è quantitativa)
La verità non è stabilita dal numero di individui che la riconoscono.
La concezione di Platone è elitaria; aristocratica: oriston= i migliori; della verità= che appartiene a pochi
278e) ma chi ritenesse che le opere scritte siano destinate al divertimento e che nessuna opera scritta è degna di studio/ attenzione, ciò ritenesse che le opere scritte servono solo a rinnovare la memoria di coloro che già sanno. Nessuna opera scritta è degna di cura e neppure le opere recitate perché recitate dai rapsodi (recitanti di professione), che recitano senza aver colto la verità di ciò che dicono; unico scopo è la persuasione.
Il ruolo del filosofo e la verità
Socrate e Fedro vogliono diventare l’uomo che usa il logos solo oralmente per cogliere e per insegnare la verità e per iscritto solo per ricordare o per divertirsi
S: finito il discorso sul logos orale e scritto; dice tornerai da Lisia e gli porterai questo messaggio: tutti coloro che come Lisia scrivono discorsi, poesia (come Omero), leggi (come il giurista Solone), a loro dirai che se queste opere sono composte con piena coscienza della verità di cui parlano i loro scritti, allora coloro non dovranno essere chiamati con il nome che deriva dai loro discorsi (poesia-poeta); se conoscono la verità dovranno essere chiamati filosofi (colui che ricerca la verità) ognuno nei loro ambiti (filosofo di poesia)
Socrate aveva detto che preferiva agli altri Isocrate (giovane); secondo lui Isocrate ha talento, una personalità nobile e avrà più successo di tutti gli altri retori e in più diventerà filosofo; la ricerca della verità lo porterà al coglimento della verità.
La preghiera del filosofo
Prima di tornare in città, perché si stava facendo buio, Socrate fa la preghiera del filosofo verso il dio Pan
→Pregano il Dio Pan (dio della natura); Socrate chiede di fare in modo che abbia un’anima armoniosa (equilibrata) e che faccia coincidere sapienza e denaro, e siccome il saggio non ha bisogno di tanto denaro per vivere, a lui ne basterà poco per il sostentamento.
Fedro gli chiede di associare anche lui in questa preghiera, perché i beni degli amici si condividono →dialogo, metodo di condivisione della realtà. Le eccellenze vanno condivise attraverso l’oralità dialogica; aspetto consociativo della ricerca della verità
Saggio: colui che ha intelligenza e conosce l’opportunità di un’azione.
Domande da interrogazione
- Qual è la critica principale di Platone alla scrittura secondo il Mito di Theut?
- Come viene presentata la superiorità del discorso orale rispetto a quello scritto nel dialogo tra Socrate e Fedro?
- Qual è il ruolo del mito nella filosofia secondo il testo?
- Quali sono le condizioni per scrivere un discorso a regola d'arte secondo Socrate?
- Qual è la visione di Platone sulla felicità e la ricerca della verità?
Platone critica la scrittura perché la considera un mezzo che porta all'oblio, poiché le persone non esercitano più la memoria e si affidano a segni esterni, perdendo la vera sapienza che si acquisisce attraverso l'oralità dialogica.
La superiorità del discorso orale è dimostrata attraverso il mito, che evidenzia come la verità si acquisisca meglio tramite l'oralità, che è dinamica e interattiva, rispetto alla scrittura, che è statica e non può rispondere o correggersi.
Il mito serve a rendere più accattivante e accessibile una verità filosofica, specialmente quando il logos non riesce a cogliere una verità complessa, suggerendo che la narrazione può essere un mezzo per avvicinarsi alla verità.
Un discorso scritto a regola d'arte deve conoscere la verità del soggetto, essere in grado di definirlo, analizzarlo fino in fondo e considerare l'anima dell'interlocutore a cui è destinato.
Platone vede la felicità come un'indagine logica sulle eccellenze attraverso il dialogo e la dialettica, con un'anima congeniale, poiché la verità e la sapienza si accrescono e si emendano nel dialogo, a differenza dello scritto.