Concetti Chiave
- Gli antichi Greci furono i pionieri nel collegare il ragionamento con l'osservazione pratica, sviluppando un metodo più scientifico per comprendere il mondo fisico.
- I fisici pluralisti cercarono di conciliare il cambiamento e la diversità con l'immutabilità, combinando le teorie di Eraclito e Parmenide.
- Empedocle, Anassagora e Democrito furono i principali fisici pluralisti, ognuno con la propria teoria su particelle fondamentali e forze che governano il mondo.
- La scuola medica di Ippocrate sviluppò un metodo scientifico basato su osservazione e interpretazione, integrando teoria e pratica medica.
- Il metodo di Ippocrate comprendeva l'anamnesi, l'osservazione dei sintomi, la diagnosi, la terapia e la prognosi, promuovendo un equilibrio tra paziente e ambiente.
Indice
Il significato di techné nella Grecia Antica
Al tempo della Grecia Antica, il termine techné significava la conoscenza della trasformazione del mondo fisico che era vista in beneficio ed utilità dell’uomo. I Greci furono i primi a collegare il ragionamento con la messa in pratica di esso e ad elaborare un metodo “più scientifico” e meno “magico” per poter lavorare, osservando i fenomeni e cercando di trarre conclusioni. Un problema comune dei filosofi del V secolo a.C. era quello di elaborare un quadro unificato del mondo mantenendo, però, la diversità dei fenomeni. Quella dei fisici pluralisti sarà la scuola di pensiero che proverà a unire le teorie di Eraclito e Parmenide e strutturare una teoria che riesca ad unire questa contrapposizione.
I fisici pluralisti e le loro teorie
I fisici pluralisti, quindi, cercano di conciliare il continuo divenire e molteplicità delle cose con l’immutabilità e l’unitarietà del reale. Essi sono principalmente tre:
• Empedocle, nato nel 490 a.C. ad Agrigento: egli sviluppa l’idea delle quattro radici, cioè fuoco, aria, acqua, terra, principi eterni, immutabili ed identici a loro stessi. Ogni particella può essere divisa ma continuerà a mantenere la stessa qualità che aveva prima. Sostiene anche che tutte le cose siano tenute insieme da due forze opposte, l’amore (che unisce) e l’odio (che divide): mescolando o separando le radici, dissolvono o generano ogni cosa;
• Anassagora, nato nel 500 a.C. a Clazomene: egli elabora la famosa teoria dei semi, cioè particelle invisibili che danno vita a tutte le cose, congiungendosi. Esse sono infintamente divisibili e di diversa qualità, nonostante ogni seme sia presente in qualunque sostanza, in percentuale variabile (“tutto è in tutto”) ed è l’intelligenza (“il nous”, un’energia illimitata, dotata di forza propria) a regolare il loro movimento e dare forma al caos originario indistinto.
• Democrito, nato nel 460 a.C. in Tracia: egli elabora l’idea degli atomi, cioè particelle invisibili, qualitativamente identiche, quantitativamente diverse, non divisibili ed eterne e mutabili. Si muovono in continuazione nel vuoto, determinando l’aggregarsi e il disgregarsi delle cose: questo loro movimento è affidato al caso. Essendo l’universo un frutto della combinazione degli atomi, è possibile un’infinita pluralità di mondi. Per quanto riguarda il metodo scientifico, i fisici pluralisti lo identificano in un circolo vizioso di tre movimenti:
1. la conoscenza sensibile, che fa cogliere le cose così come sono percepite in primo luogo dai sensi;
2. l’elaborazione intellettuale di ciò che è stato percepito dell’esperienza;
3. la formulazione di una legge o di un pensiero che possa spiegare il fenomeno in modo razionale.
Il metodo scientifico di Ippocrate
La più grande scuola di medicina del tempo è sicuramente quella di Ippocrate di Cos, nato tra il 460 e il 370 a.C. Egli cerca di procedere tramite un metodo scientifico che dà molto valore all’interpretazione dei risultati dell’osservazione, e dimostra l’integrazione raggiunta tra conoscenza teorica ed intervento concreto. Questo metodo si basa su cinque fasi principali: 1. L’anamnesi, cioè la ricostruzione della storia del paziente; 2. La semiotica medica, cioè l’osservazione sensibile dei sintomi; 3. La diagnosi, cioè la comprensione dei sintomi entro ampie patologie; 4. La terapia, cioè l’indicazione della cura; 5. La prognosi, cioè la previsione del decorso della malattia. Questo metodo scientifico sviluppato da Ippocrate mira a ristabilire l’equilibrio dell’intero organismo sulla base della stretta indipendenza tra la parte e il tutto (o tra l’organo malato e l’organismo, o tra il paziente e il suo ambiente) ed attraverso il dialogo e la collaborazione tra medico e paziente.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo principale dei fisici pluralisti nella Grecia Antica?
- Quali sono le teorie principali sviluppate dai fisici pluralisti?
- Come i fisici pluralisti definivano il metodo scientifico?
- Qual era il metodo scientifico della scuola medica di Ippocrate?
- Qual è l'importanza del dialogo nella scuola medica di Ippocrate?
I fisici pluralisti cercavano di conciliare il continuo divenire e la molteplicità delle cose con l'immutabilità e l'unitarietà del reale, unendo le teorie di Eraclito e Parmenide.
Empedocle sviluppò l'idea delle quattro radici (fuoco, aria, acqua, terra), Anassagora elaborò la teoria dei semi, e Democrito introdusse l'idea degli atomi.
Il metodo scientifico dei fisici pluralisti era un circolo vizioso di tre movimenti: conoscenza sensibile, elaborazione intellettuale, e formulazione di una legge o pensiero razionale.
Il metodo scientifico di Ippocrate si basava su cinque fasi: anamnesi, semiotica medica, diagnosi, terapia e prognosi, mirato a ristabilire l'equilibrio dell'organismo.
Il dialogo e la collaborazione tra medico e paziente erano fondamentali per ristabilire l'equilibrio dell'organismo, integrando conoscenza teorica e intervento concreto.