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Concetti Chiave

  • La fusione tra un impero sempre più autoritario e l'intolleranza religiosa segna l'inizio del declino della filosofia antica.
  • Nel 529, l'imperatore Giustiniano chiude la scuola filosofica di Atene, simbolo di libertà di pensiero e paganismo.
  • La distruzione della Biblioteca di Alessandria nel 642 rappresenta un colpo fatale per la preservazione del sapere antico.
  • Le conquiste arabe e l'espansione dell'Islam accelerano la fine delle istituzioni filosofiche tradizionali in Oriente.
  • Il crollo delle società antiche segna la fine della filosofia antica, che tenta di ricostruirsi nel nuovo contesto culturale e religioso.

Indice

  1. La crisi della filosofia antica
  2. La chiusura della scuola di Atene
  3. La distruzione della Biblioteca di Alessandria
  4. La fine del pensiero filosofico antico

La crisi della filosofia antica

Ma la filosofia antica si trova ormai in una situazione precaria, stretta com’è fra uno Stato imperiale sempre più autoritario e militarizzato e una crescente intolleranza religiosa verso ogni forma di pensiero non ortodossa. Il momento della crisi e del collasso, per una forma di pensiero che è nata e cresciuta proprio nell’assenza di entrambe queste dimensioni storiche, non poteva essere lontano. Possiamo collocarlo intorno a due date, che hanno un valore simbolico.

La chiusura della scuola di Atene

Nel 529 l’imperatore Giustiniano, rigido custode dell’ortodossia cristiana, chiude la scuola filosofica di Atene, lontana erede dell’Accademia platonica, considerata ormai come un intollerabile covo di paganesimo e di libertà di pensiero. I filosofi platonici di Atene cercano allora rifugio in Persia, ma un secolo più tardi anche il regno persiano viene travolto dall’espansione araba in Oriente, animata dalla nuova religione islamica.

La distruzione della Biblioteca di Alessandria

Intorno al 642 gli arabi invadono l’Egitto e distruggono definitivamente la grande Biblioteca di Alessandria. Secondo un aneddoto, il califfo conquistatore avrebbe detto: «Se i libri di questa biblioteca dicono le stesse cose del Corano, sono inutili, e vanno distrutti; se dicono cose diverse, sono empi, e a maggior ragione vanno distrutti». La frase è sicuramente leggendaria, ma esprime bene l’incompatibilità fra il pensiero filosofico antico e l’insorgere delle opposte intolleranze religiose, quella cristiana e quella islamica, con le rispettive ortodossie.

La fine del pensiero filosofico antico

Con il crollo delle società antiche, prima quella della pòlis poi quella monarchica e imperiale, finisce dunque anche la stagione del pensiero filosofico che ne ha accompagnato lo sviluppo. In seguito, la filosofia avrebbe faticosamente cercato la via per una ricostruzione, seguendo un percorso intermedio tra la fedeltà alla propria tradizione originaria e i vincoli imposti dal nuovo contesto sociale, politico e religioso.

Domande da interrogazione

  1. Quali eventi simbolici segnano l'inizio del declino della filosofia antica?
  2. Due eventi simbolici segnano l'inizio del declino della filosofia antica: la chiusura della scuola di Atene nel 529 da parte dell'imperatore Giustiniano e la distruzione della Biblioteca di Alessandria nel 642 durante l'invasione araba.

  3. Perché la chiusura della scuola di Atene è considerata significativa?
  4. La chiusura della scuola di Atene è significativa perché rappresenta l'intolleranza verso il pensiero non ortodosso e la fine di un'importante istituzione filosofica, vista come un covo di paganesimo e libertà di pensiero.

  5. Qual è l'impatto della distruzione della Biblioteca di Alessandria sulla filosofia antica?
  6. La distruzione della Biblioteca di Alessandria simboleggia l'incompatibilità tra il pensiero filosofico antico e le intolleranze religiose emergenti, contribuendo al crollo delle società antiche e alla fine della filosofia antica.

Domande e risposte

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