Concetti Chiave
- La cultura ellenistica si basa sulla diffusione della cultura greca durante l'età di Alessandro Magno, che promosse la superiorità della lingua e cultura greca.
- Alessandro Magno contribuì a una mescolanza culturale tra la civiltà greca e quelle conquistate, creando un ambiente propizio per nuove idee e mentalità.
- L'età ellenistica, iniziata nel 323 a.C. e conclusasi nel 30 a.C., segna un periodo di fusione culturale che influenzò profondamente le società coinvolte.
- Il cosmopolitismo emerse come concetto centrale, sostenendo che tutti gli uomini, specialmente i greci, dovrebbero essere considerati "cittadini del mondo".
- L'individualismo si sviluppò poiché l'uomo greco, perdendo riferimenti politici, non si identificava più come "polites" e si trovava isolato.
Indice
Origini della cultura ellenistica
Questo tipo di cultura prende l'appellativo di " ellenistica" perché essa prende spunto dalla cultura greca, la quale si era diffusa durante l’età di Alessandro Magno.
Alessandro Magno e la diffusione
Questo personaggio infatti fu molto importante perché divulgò l’idea che la lingua e la cultura greca fossero le migliori.
Tale pensiero probabilmente derivava dall'idea già espressa dal maestro Aristotele. Alla sua morte ci fu una guerra per la successione tra i generali.
Eredità e mescolanza culturale
L’età ellenistica è la " coinè " della civiltà greca con quelle conquistate da Alessandro, ossia una sorta di mescolanza.
Questa età inizia nel 323 a.C., anno della morte di Alessandro, e dura fino al 30 a.C., quando il popolo romano assoggettò l’Egitto.
Conseguenze sociali e culturali
La mescolanza tra le civiltà crea un " Humus" atto ad una nuova mentalità.
-> l’uomo greco viaggiava, scopriva, comprendeva ed era apprezzato per il suo paese originario.
Come conseguenza, in Grecia si sviluppano:
-il cosmopolitismo, che prevede il concetto secondo cui ciascun uomo va considerato "cittadino del mondo". Questo è però possibile soltanto ai greci – i veri cittadini del mondo;
-l' individualismo, poiché l’uomo greco non si riconosce più come " polites "(cittadino), perché la Grecia ha perso dimensione politica, quindi si ritrova solo senza alcun punto di riferimento.