Concetti Chiave
- Anassimandro di Mileto considerava l'Apeiron, un insieme indeterminato di elementi, come l'origine di tutto, contrariamente a Talete che vedeva l'acqua come l'unico elemento fondamentale.
- L'Apeiron, secondo Anassimandro, era una sostanza indefinita da cui si sono originati i quattro elementi fondamentali.
- Anassimandro fu uno dei primi filosofi a concepire la Terra come un cilindro nello spazio, andando oltre l'idea di Talete di una Terra sostenuta dall'acqua.
- Sia Anassimandro che Talete intuirono una forma primitiva di teoria evoluzionistica, ipotizzando che l'uomo derivasse dai pesci.
- Anassimene di Mileto, contemporaneo di Anassimandro, identificò l'aria, o Pneuma, come l'elemento fondamentale che sostiene la vita attraverso condensazione e rarefazione.
Indice
Anassimandro e l'arche
Anassimandro di Mileto, come Talete, era un filosofo naturalista vissuto nel 500 aC.
Contrariamente a Talete (che voleva l'acqua come unico elemento fondamentale) però pensava che tutti gli elementi della natura fossero importanti.
Per Anassimandro infatti l'"arche" era 'insieme di tutti questi elementi, chiamato "Apeiron".
Caratteristiche dell'Apeiron
L'Apeiron aveva due caratteristiche principali:
- era indeterminato e senza una vera e propria definizione;
- era una sostanza indefinita dalla quale si sono differenziati i quattro elementi che noi oggi distinguiamo.
Visioni cosmologiche di Anassimandro
Il filosofo per la prima volta tenta di andare oltre a ciò che si vede.
Inoltre, per Anassimandro la Terra era un cilindro collocato nello spazio, mentre per Talete era posizionata sull'acqua.
Anassimandro e Talete intuirono infine la teoria evoluzionistica, secondo la quale l'uomo deriva dai pesci e quindi dall'acqua e dalla natura.
Anassimene e il Pneuma
Altro importante filosofo del 500 aC è Anassimene di Mileto: per lui l'arche era l'aria perchè, se essa non ci fosse, l'organismo morirebbe.
L'aria viene chiamata Pneuma, soffio vitale, che permette i processi fisici della condensazione e della rarefazione.
Un filosofo italiano del '900, Ludovico Geymonat, sostenne che Anassimene avesse intuito come si doveva studiare la natura: secondo le leggi fisiche.