Concetti Chiave
- Il movimento volontario è il più complesso da elaborare, richiedendo il controllo della corteccia cerebrale per programmare e inviare le risposte agli stimoli esterni.
- Il processo di movimento volontario include fasi come la percezione degli stimoli, l'elaborazione delle risposte, l'attuazione dell'intervento e la verifica del movimento.
- La percezione degli stimoli si basa su recettori, nervi sensitivi e centri nervosi che trasformano gli stimoli in impulsi nervosi, convertendoli infine in percezioni nella corteccia cerebrale.
- La selezione degli stimoli è essenziale per distinguere quelli utili al nostro obiettivo da quelli che sono solo distrazioni, migliorando l'efficacia del movimento.
- Esistono stimoli interni, esterni e propriocettivi, ciascuno fornendo informazioni cruciali per l'elaborazione e la corretta esecuzione dei movimenti.
Il movimento volontario
Il movimento volontario è, da un punto di vista dell’elaborazione, il più complesso fra i nostri gesti. Esso presuppone il controllo dei centri gerarchicamente più elevati del sistema nervoso centrale. È infatti la corteccia cerebrale a programmare le risposte agli stimoli provenienti dall’esterno e a inviarle alle strutture periferiche del sistema effettore perché compiamo il gesto.
In questo percorso, rapido e strutturato, possiamo riconoscere alcune fasi, che per lo più si sviluppano in maniera inconscia:
- la percezione degli stimoli, che vengono trasformati in dati utili all’azione;
- l’elaborazione della risposta in base ai dati immagazzinati e alle esperienze pregresse;
- l’attuazione dell’intervento programmato mediante l’invio di indicazioni all’apparato locomotore;
- la verifica del movimento effettuato, mediante l’analisi di informazioni di ritorno, e l’apporto di eventuali correttivi.
La percezione e l'elaborazione degli stimoli
Come nei movimenti riflessi, anche in quelli volontari il punto di partenza del percorso che farà entrare in azione i nostri muscoli è costituito dagli stimoli. Gli stimoli vengono captati dai recettori e trasformati in impulsi nervosi, che viaggiano lungo i nervi e pervengono alla corteccia cerebrale, dove diventano alla fine percezioni. Recettori, nervi sensitivi e centri nervosi della corteccia cerebrale costituiscono insieme i canali percettivi.Gli stimoli si riveleranno profondamente utili al nostro corpo: se giustamente elaborati, ci consentiranno di eseguire un gesto che sia il più possibile rispondente alle nostre esigenze ed economico in termini di lavoro e fatica. Non tutti gli stimoli che riceviamo sono funzionali allo svolgimento dell’azione e al raggiungimento del risultato previsto.
È necessario quindi operare tra loro una selezione, una scrematura che ci faccia distinguere quelli pertinenti il nostro obiettivo da quelli che rappresentano delle semplici distrazioni.
L’esperienza ci consente di effettuare più agevolmente e con maggior successo questa selezione, che viene realizzata grazie alla capacità di attenzione. Poter contare su un bagaglio di situazioni affini metabolizzate e immagazzinate dalla memoria ci renderà senza dubbio più abili a destreggiarci rapidamente nel flusso indistinto degli input che riceviamo.
Gli stimoli si dividono in: interni ed esterni.
Gli stimoli interni sono generati all’interno del nostro corpo, parliamo in questo caso di interocezione. Essa riguarda sensazioni di malessere o di benessere che ci arrivano da alcuni organi interni. Può essere uno stimolo di questo tipo di mal di testa.
Gli stimoli esterni derivano dall’ambiente esterno: sono tutte quelle sensazioni che rientrano nell’esterocezione e che percepiamo grazie agli organi di senso. La vista, l’udito e il tatto sono quelli che ci forniscono più apporti per la corretta elaborazione del movimento.
Esiste poi un terzo tipo di ricezione degli stimoli che è detto propriocezione; si tratta della percezione che abbiamo della posizione e del movimento del nostro corpo. Muscoli, articolazioni, tendini e in generale componenti dell’apparato locomotore contribuiscono a munirci di dati di questo tipo.
È molto importante dare ascolto a questi stimoli perché essi ci rendono prima consapevoli della nostra condizione di partenza, per poi fornirci utili e immediate informazioni di ritorno che ci permettono di aggiustare il tiro nel caso in cui il movimento si riveli inefficace.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della corteccia cerebrale nel movimento volontario?
- Quali sono le fasi principali del movimento volontario?
- Come vengono trasformati gli stimoli in percezioni?
- Qual è l'importanza della selezione degli stimoli?
- Quali tipi di stimoli esistono e come contribuiscono al movimento?
La corteccia cerebrale programma le risposte agli stimoli esterni e le invia alle strutture periferiche del sistema effettore per eseguire il gesto.
Le fasi principali includono la percezione degli stimoli, l'elaborazione della risposta, l'attuazione dell'intervento programmato e la verifica del movimento effettuato.
Gli stimoli vengono captati dai recettori, trasformati in impulsi nervosi, e viaggiano lungo i nervi fino alla corteccia cerebrale, dove diventano percezioni.
La selezione degli stimoli è cruciale per distinguere quelli pertinenti al nostro obiettivo da quelli che sono semplici distrazioni, migliorando l'efficacia del movimento.
Esistono stimoli interni (interocezione), esterni (esterocezione) e propriocettivi; tutti contribuiscono fornendo dati essenziali per la corretta elaborazione e attuazione del movimento.