Concetti Chiave
- L'Unité d'habitation di Marsiglia è un complesso residenziale progettato da Le Corbusier tra il 1945 e il 1952, concepito per ospitare 1600 persone e dotato di servizi collettivi per l'autosufficienza.
- Il progetto affronta le tematiche della ricostruzione postbellica e dell'abitazione sociale a basso costo, risultando in un'opera controversa ma influente, con repliche in diverse città europee.
- Il complesso si sviluppa su 18 piani con 337 appartamenti configurati in 23 varianti, caratterizzati da spazi a doppia altezza e "strade interne" che distribuiscono gli accessi alle abitazioni.
- Le Corbusier evolve il suo linguaggio architettonico con l'uso del colore, il cemento armato a vista e la reinterpretazione di elementi come i pilotis e le finestre a nastro.
- L'edificio integra una dimensione urbana grazie a servizi commerciali accessibili dall'esterno e un tetto-terrazza che ospita strutture per bambini e spazi ricreativi.
Indice
L’Unité d’habitation di Marsiglia
Lo studio dei rapporti tra lo spazio e la figura umana è al- la base del progetto per l’Unité d’habitation a Marsiglia(1945-52), un grande complesso residenziale costituito da Artunk un unico edificio di 135 metri di lunghezza, 24 di larghezza e 56 di altezza pensato per ospitare 1600 persone: una piccola “città” - «une cité radieuse» (“una città radiosa”) per usare le parole di Le Corbusier - ad alta densità abitativa, concepita per essere autosufficiente grazie all’inserimento di una serie di servizi collettivi.
II tema dell'abitazione
Con l'edificio di Marsiglia, Le Corbusier si confrontava direttamente con le questioni estremamente attuali della ricostruzione postbellica e dell’abitazione sociale a basso costo. Se infatti i Ciam, inaugurati nel 1928, avevano aperto il confronto teorico sull'alloggio minimo e sui nuovi scenari di crescita urbana, l’Unité d’habitation recepiva gli esiti di quel dibattito in un concreto e programmatico progetto urbanistico e sociale. Il tema della progettazione della città, del resto, era da sempre al centro della riflessione dell’architetto.
II risultato fu controverso: benché in seguito replicato a Nantes, a Berlino, a Briey-en-Forèt e a Firminy, l’edificio fu criticato per il suo forte impatto sul contesto esistente e non riuscì realmente a esplicitare il progetto urbano e sociale immaginato da Le Corbusier, che ebbe di nuovo modo di confrontarsi con un cantiere a scala urbana in occasione degli studi per il piano urbanistico di Chandigarh, nuova capitale della regione del Punjab, in India, cui si dedicò a partire dagli anni cinquanta.
La distribuzione interna
II complesso si sviluppa su 18 piani, compreso l’attico. I 337 appartamenti sono configurati secondo 23 varianti diverse, a partire dalla singola cellula abitativa, in modo da soddisfare una vasta casistica di fruitori: dal single alla famiglia con otto figli. Ogni due piani, in posizione centrale, si apre un corridoio interno, otto in totale, definiti da Le Corbusier «rues intérieu¬res» ("strade interne”), che distribuiscono gli accessi agli appartamenti. Questi, nella configurazione standard, si sviluppano su due piani secondo uno schema a L U che consente un incastro perfetto tra ciascuna abitazione e quella prospiciente rispetto alla strada interna. La casa tipo ospita un soggiorno a doppia altezza dotato di terrazza per favorire la presenza di aria e luce diretta all’interno dell'appartamento, mentre la cucina e le stanze da letto hanno un’altezza semplice.
L’evoluzione del linguaggio
Le facciate mostrano l’articolazione interna riproponendo nella scacchiera regolare delle aperture l’alternanza tra doppi volumi e volumi semplici. Tale ripetizione regolare è mediata dall’uso del colore, particolare inedito nell’architettura del primo periodo di Le Corbusier. Nell’edificio tornano anche gli elementi ricorrenti del linguaggio dell’architetto: i pilotis, che qui si fanno monumentali per liberare il piano terra e destinarlo a verde pubblico; il tetto attrezzato; la cellula abitativa su doppio livello; le finestre a nastro. Essi sono però rielaborati in modo più spontaneo e meno rigido, come dimostra la scelta di lasciare a vista il cemento armato (il béton brut), esibendo tanto il colore grigio, quanto le imperfezioni delle casserature.
L’edificio "aperto”
Un elemento di rottura nel disegno della facciata è rappresentato dalla serie di frangisole verticali che si possono notare tra il settimo e l’ottavo piano, in corrispondenza dell’area destinata a ospitare negozi, un albergo e un ristorante. Per enfatizzare la dimensione urbana dell'edificio, Le Corbusier descrisse questo corridoio di servizi come una «rue commerçante»: una vera e propria "strada del commercio” cui potevano accedere non solo i residenti interni, ma anche chi viveva all'esterno del complesso, grazie a una grandiosa scala elicoidale posta sulla facciata laterale dell’Unité.
Un’altra parte di servizi destinati ai bambini e allo svago è situata sulla sommità dell’edificio: il tetto-terrazza si tra¬sforma così in uno spazio funzionale che ospita un asilo, una pista da corsa, una piscina ed è popolato da oggetti scultorei come i grandi camini.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto principale dietro il progetto dell'Unité d'habitation di Marsiglia?
- Come affronta Le Corbusier il tema dell'abitazione sociale nell'Unité d'habitation?
- Qual è la configurazione interna degli appartamenti nell'Unité d'habitation?
- In che modo l'Unité d'habitation rappresenta un'evoluzione del linguaggio architettonico di Le Corbusier?
- Quali sono le caratteristiche dell'edificio "aperto" nell'Unité d'habitation?
Il progetto si basa sullo studio dei rapporti tra spazio e figura umana, creando una "città radiosa" autosufficiente con servizi collettivi per 1600 persone.
Le Corbusier si confronta con le questioni della ricostruzione postbellica e dell'abitazione sociale a basso costo, traducendo il dibattito teorico in un progetto urbanistico concreto.
Gli appartamenti sono distribuiti su 18 piani con 23 varianti diverse, includendo "strade interne" per l'accesso e un design a doppia altezza per favorire aria e luce.
L'edificio utilizza elementi ricorrenti come i pilotis e le finestre a nastro, ma con un approccio più spontaneo, esibendo il béton brut e introducendo l'uso del colore.
L'edificio include una "rue commerçante" accessibile anche dall'esterno e un tetto-terrazza funzionale con servizi per bambini e spazi di svago.