Concetti Chiave
- "La città che sale" di Umberto Boccioni rappresenta il lavoro e il progresso sociale attraverso un frenetico cantiere edile.
- Il dipinto trae ispirazione dalla trasformazione della periferia di Roma in occasione dell'Esposizione del 1911.
- Boccioni utilizza la sovrapposizione e l'incastro di figure per creare un effetto di visioni simultanee e abolire la prospettiva centrale.
- L'opera impiega la tecnica divisionista per generare vortici colorati che enfatizzano la vitalità della scena.
- Attualmente, il dipinto si trova al Museum of Modern Art di New York e misura 199,3x301 cm.
Umberto Boccioni: La città che sale
La grande tela intitolata "La città che sale" è dedicata al lavoro e al progresso sociale. Probabilmente Boccioni si ispirò ai giganteschi lavori di trasformazione della periferia di Roma, in occasione della grande Esposizione che si sarebbe tenuta nel 1911, per il cinquantenario dell'Unità d'Italia.
Il pittore vuole restituirci l'affetto di frenesia di un moderno cantiere edile: i muratori diritti sulle impalcature, i carrettieri che a sento tengono a freno i loro impetuosi cavalli da tiro. Sullo sfondo si vedono alcuni simboli della città: da un tram elettrico che corre su un ponte e le ciminiere di una fabbrica.
Boccioni non delinea chiaramente le singole figure, anzi le sovrappone, le incastra una sull'altra come se si trattasse di visioni simultanee.
La prospettiva centrale è abolita, uomini e cose sono visti da diverse angolazioni come se lo spettatore fosse immerso direttamente in quella confusione. Per rendere ancora più vibrante l'effetto d'insieme, l'artista usa la tecnica divisionista, scomparendo ogni figura in tante pennellate che creano sulla tela dei vortici colorati.
DATA: 1910-1911
TECNICA: Olio su tela
DIMENSIONI: 199,3x301 cm
COLLOCAZIONE: New York, Museum of Modern Art