Concetti Chiave
- La legge bancaria del 1936 introduce la separazione tra crediti a breve e a medio-lungo termine, migliorando la tutela dei risparmiatori e limitando l'acquisto di titoli privati da parte delle banche.
- Negli anni '70 l'Italia recepisce le direttive CEE, permettendo alle banche straniere di operare nel paese e instaurando il principio del mutuo riconoscimento tra paesi UE.
- Negli anni '80, con l'aumento dei tassi d'interesse e l'iperintermediazione bancaria, emergono i fondi comuni d'investimento, portando a una diminuzione dei prestiti bancari tradizionali.
- La disintermediazione bancaria porta le famiglie a indebitarsi con società finanziarie diverse dalle banche, che rispondono con strategie di marketing bancario e concorrenza sui servizi offerti.
- Nel 1994, il Testo Unico Bancario regola le attività delle banche, reintroducendo il concetto di intermediazione bancaria e permettendo una vasta gamma di operazioni finanziarie.
1936: prima legge bancaria, più tutela per i risparmiatori. Separazione tra crediti a breve e a medio-lungo termine (chi aveva bisogno ad esempio di un mutuo dovevano rivolgersi alla propria banca che si rivolgeva ad istituti di credito speciali, doppia intermediazione). Le banche acquistavano titoli degli istituti a medio-lungo termine ed essi concedevano prestiti, inoltre non potevano più acquistare titoli di società private.
Banche specializzate in un settore.
Concorrenza bancaria: le banche anche straniere possono aprire in Italia, ad esempio.
Metà degli anni '70: recepimento direttive CEE (principio del mutuo riconoscimento cioè se una banca ottiene l'autorizzazione di aprire in un paese dell'UE vale anche in tutti gli altri paesi europei; principio della dipendenza dal paese d'origine cioè se una banca opera all'estero deve sottostare alle direttive della banca del proprio paese d'origine).
Industrie hanno inflazione a due cifre (aumento dei tassi d'interesse). Crisi petrolifera del 1974.
Le imprese chiedono finanziamenti alle banche e tutti si rivolgono alle banche (iperintermediazione bancaria). Le banche erano collegate ad enti statali.
Inizio anni '80: interessi passivi bancari 27-28% (la banca li calcolava ogni tre mesi).
1983: nascita dell'investimento in fondi comuni. Nascita delle prime pubblicità bancarie (prima ad usufruirne fu Unicredit - Credito italiano): i promotori finanziari pubblicizzano le proprie banche.
Chi investiva in fondi comuni si vedeva rimborsare il doppio dei propri investimenti (i fondi comuni hanno avuto molto successo), la raccolta delle banche diminuisce, quindi diminuiscono i suoi prestiti (investitori non volevano pagare alti tassi interesse); imprese ricorrono a leasing o emissione di azioni.
Le famiglie sono invogliate, quindi cominciano a indebitarsi con le banche e con tantissima fatica ad utilizzare la moneta bancaria (non con banche, ma con altre società finanziarie).
Le banche cominciano ad essere escluse (disintermediazione bancaria). Le banche si attivano subito, utilizzando i dipendenti per la propria pubblicità, dando inizio ad una concorrenza (le banche erano imprese vere e proprie) e si comincia a parlare di marketingbancario (concorrenza esterna società finanziarie); offrire ai clienti dei servizi in più (pagamento bollette, accredito stipendio, pagare bollo se socio ACI, gestione dei propri risparmi, potenziati i servizi di cassette di sicurezza); le imprese diminuiscono i mezzi di terzi, ricorrendo ai mezzi propri.
Anni '90: Guerra del Golfo: poco sicuri dei propri risparmi (si ricorre alla liquidità), fine dell'era d'oro delle banche.
Le banche trovano il loro equilibrio (reintermediazione bancaria, ritorno all'intermediazione bancaria).
Attività regolata dalle banche regolata dal Testo Unico Bancario del 1 giugno 1994 (raccolta di norme, per esempio concetto di trasparenza e segreto bancario, con alcune eccezioni ad esempio Agenzia delle Entrate, tribunali in caso di reato e tangenti). Con il Testo Unico Bancario si ritorna alla situazione derivante dall'anno 1936.
Le banche possono effettuare qualsiasi tipologia di operazione (leasing, gestione risparmi, mutui, depositi...). Le banche possono acquistare azioni di Società per Azioni.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali differenze tra i decreti del 1926 e la legge bancaria del 1936?
- Come ha influenzato la crisi petrolifera del 1974 il sistema bancario italiano?
- Quali cambiamenti hanno caratterizzato il sistema bancario italiano negli anni '80?
- Qual è stato l'impatto del Testo Unico Bancario del 1994 sul sistema bancario italiano?
I decreti del 1926 erano insufficienti perché non tutelavano i risparmiatori, mentre la legge bancaria del 1936 offriva maggiore tutela, introducendo la separazione tra crediti a breve e a medio-lungo termine e limitando l'acquisto di titoli di società private da parte delle banche.
La crisi petrolifera del 1974 ha portato a un'inflazione a due cifre e all'aumento dei tassi d'interesse, spingendo le imprese a richiedere finanziamenti alle banche, causando un'iperintermediazione bancaria.
Negli anni '80, si è assistito alla nascita dell'investimento in fondi comuni, alla diminuzione della raccolta delle banche e all'inizio della disintermediazione bancaria, con le banche che hanno iniziato a utilizzare il marketing bancario per competere con le società finanziarie.
Il Testo Unico Bancario del 1994 ha regolato l'attività bancaria, reintroducendo concetti come la trasparenza e il segreto bancario, e ha permesso alle banche di effettuare una vasta gamma di operazioni, segnando un ritorno all'intermediazione bancaria.