Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Organizzazione Aziendale
L’Organizzazione Aziendale si centra, innanzitutto sui concetti di “ attore” e di “azione organizzativa”.
- Attore organizzativo: fa riferimento ad entità , individuali o collettive , fornite di potere decisionale ed inserite all’interno di processi di scambio relazionali con altre entità; tali processi nel loro insieme danno vita all’azione organizzativa finalizzata al raggiungimento di determinati fini e sulla base di certe risorse disponibili /oppure Entità dotate di una certa capacità cognitiva ( conoscenze , esperienze) e potere decisionale poste di fronte al problema di “Organizzare”( coordinare le proprie azioni secondo propri criteri e obiettivi). Possiamo distinguere 4 livelli di attori:
-L’”individuo” che è l’elemento minimo ed è essenziale per l’attività organizzativa.
-Il “ gruppo” , che è un entità sociale costituita da un insieme limitato di individui , alquanto coesi dal punto di vista decisionale e con intense relazioni interpersonali.
-L’”azienda”, che è un insieme di risorse , i cui diritti di proprietà e di ripartizione degli eventuali utili economici sono riconducibili ad uno o più soggetti ed il cui coordinamento è orientato ad un obiettivo comune ( lucrativo o no)
-I “ network”, che sono riconducibili ad assetti di organizzazioni tra aziende ( ma anche tra entità non aziendali ) con caratteristiche e gradi di coesione diversi.
Ad ogni livello di attore possono essere analizzate le caratteristiche:
-“morfologiche -strutturali” (assetto) [dimensione individuale o collettiva ; natura istituzionale (privata o pubblica) ; ruolo].
-“comportamentali-relazionali” ( meccanismi di relazione e modelli decisionali; potere; interdipendenze)
MECCANISMI DI RELAZIONE
Questi sono importanti perché mostrano le modalità attraverso cui l’attore interagisce sia con il flusso di
attività sia con il contesto socio-organizzativo entro il quale opera.
Possiamo far riferimento a due modi di coordinamento delle relazioni:
La “ formalizzazione” , che definisce preventivamente le modalità di svolgimento dei compiti , e si esplica
1) in mansionari e manuali di procedure formali ( espliciti e definiti nei dettagli , allo scopo di rendere
prevedibile il comportamento individuale e facilitare il coordinamento). Ciò dovrebbe migliorare la
produttività del lavoratore ( prevenire i possibili errori seguendo le procedure)
Oggetto di formalizzazione spinta sono i compiti semplici ( meno complessi) e di breve durata; ciò non
può avvenire per i compiti più complessi perché è impossibile prevedere tutte le possibili situazioni che il
lavoratore dovrà affrontare ( le organizzazioni fortemente formalizzate sono dette “ burocrazie”)
Comunque potrebbe portare anche alcuni svantaggi :
Incapacità di adattarsi alle novità
Incapacità di rispondere alle esigenze di personalizzazione della clientela
Ritualismo burocratico ( anteporre le regole alle finalità dell’organizzazione)
Insoddisfazione dei lavoratori( assenteismo , bassa redditività , sabotaggi..)
Le “interazioni sociali”. Gli individui adeguano le abitudini , i comportamenti e le convinzioni al contesto
2) sociale e alla realtà presente e passata. Quindi l’interazione sociale diventa un vero e proprio strumento di
coordinamento quando viene concesso spazio decisionale ad uno o più individui che , comunicando tra
loro, condividono informazioni e valutando possibili soluzioni a un problema , elaborano la soluzione più
efficace ed efficiente.
Inoltre , l’individuo assume un “ ruolo” ( l’insieme dei comportamenti attesi da un soggetto ≠ posizione).
Il processo di costruzione del ruolo parte dalla formazione delle aspettative e si manifesta in differenti
modalità di emissione ( comunicazione) su cui si fonda la capacità di ascolto organizzativo , che genera un
possibile coordinamento nella microstruttura del lavoro.
Inoltre la percezione del lavoro non è oggettiva, ma è influenzata dalle interazioni sociali con gli altri
soggetti. Quindi potrebbero trovare mansioni che sembrerebbero monotone, stimolanti(quindi le
interazioni sociali possono aumentare la soddisfazione del singolo e quindi avere più produttività).
Comunque data la molteplicità delle aspettative che ognuno dovrebbe soddisfare si creano conflitti di
ruolo;
Conflitti di emissione ( quando queste sono incompatibili e provengono da un solo soggetto)
Conflitti fra le emissioni ( quando queste sono incompatibili e provengono da più soggetti es.
controllore)
Conflitto fra ruoli ( incompatibilità dovuta dalle aspettative divergenti dovute ai più ruoli assunti)
Conflitti tra persona e ruolo
CARATTERISTICHE DELL’INDIVIDUO
1) La Conoscenza
ASSETTO
La conoscenza influenza evidentemente il campo di azione dell’attore individuo. Le competenze
professionali dell’individuo devono essere assorbite e valorizzate dall’organizzazione ( infatti l’individuo
si pone come problem risolver)
Spesso le conoscenze e le competenze individuali si traducono e si riversano in un patrimonio collettivo
che non appartiene più ai singoli , ma diventa proprio dell’organizzazione (“conoscenza organizzativa” /
database skill)
Importante è anche la tecnologia rispetto alla quale i compiti e le mansioni devono plasmarsi proprio
utilizzando la leva della conoscenza e delle competenze individuali
processo di “dequalificazione” dei lavoratori (+O +V)
La tecnologia porta a un
C’è chi pensa che questa possa aumentare la produttività ( lavoratori meno qualificati ; più efficienza) ; chi
invece sottolinea la non totale affidabilità delle macchine ( es. guasti , tempi di riparazione / soggetti
altamente qualificati al controllo di queste)
MECCANISMI DI RELAZIONER
Il tema principale dei meccanismi di relazione della conoscenza è lo scambio di conoscenze , che genera
esperienze di apprendimento tra gli individui. L’importanza di questo può essere evidenziata dal fatto che
lr organizzazioni cercano di incentivarla, con iniziative di formazione e aggiornamento. Importanti sono
anche le dinamiche di apprendimento “ on the job” (affiancamento e rotazione del personale)
2) Il Potere A ha potere su soggetto B se quest’ultimo dipende dal primo per acquisire delle risorse a cui egli
Un soggetto
attribuisce valore, per cui A può spingere B a compiere un’azione che altrimenti non avrebbe compiuto.
ASSETTO
Il potere può derivare
di risorse critiche per l’organizzazione
Dalla disponibilità
La capacità di fronteggiare l’incertezza ( deve essere accompagnata però da una sostanziale
insostituibilità del soggetto e da un’elevata centralità della sua attività rispetto al resto del flusso di
lavoro)
MECCANISMI DI RELAZIONE
Visto che il processo decisionale non è statico , è possibile , attraverso alcune tattiche, assumere un
parziale controllo e acquisire potere. Soprattutto quando si:
Controllano i limiti entro i quali le decisioni vengono prese
Controllano le alternative
Controllano le informazioni relative alle alternative
Inoltre il potere può essere utilizzato per
Costruire coalizioni
Aumentare la propria legittimazione e competenza
Utilizzare esperti
L’Affettività
3) ASSETTO
La “personalità” è definita come la combinazione stabile di caratteristiche fisiche e psichiche che
attribuiscono all’individuo la sua identità.
Nel mondo delle aziende è cresciuta ,negli ultimi decenni, l’attenzione alla coerenza fra caratteristiche
personali e caratteristiche del lavoro; un requisito essenziale per ottenere risultati in termini di produttività
e soddisfazione delle risorse umane.
La “job satisfaction” può essere definita come il complesso di attitudini che l’individuo sviluppa nei
confronti del proprio lavoro. Vi sono molteplici fattori che concorrono allo sviluppo della soddisfazione di
un soggetto per il proprio lavoro; alcune controllabili dai management ( es. incentivi monetari ) altri no
(affettività). aumenta la produttività, l’insoddisfazione può
È stato dimostrato che mentre la soddisfazione da sola non
avere effetti anche gravi
La job satisfaction è stata correlata ai “ comportamenti di cittadinanza organizzativa”, cioè a quei
comportamenti di cooperazione , a vari livelli dell’azione e di attori, che vanno al di la delle prescrizioni
delle mansioni. La relazione tra soddisfazione e cittadinanza ad se. Influenza il tasso di assenteismo ed il
rispetto degli orari (contento generale) che misura l’insoddisfazione ( insieme anche al tasso di turnover).
Il “commitment” è l’identificazione di un individuo verso i valori e gli obiettivi di un organizzazione.
I LIVELLI DELL’ATTORE ORGANIZZATIVO: IL GRUPPO
Il gruppo è un livello organizzativo intermedio tra l’individuo e l’azienda. Le realtà lavorative offrono molteplici
occasioni di incontro e di contatto tra gli individui, che danno vita a numerose e variegate forme di aggregazione (
gruppi) . Questi sono unità organizzative composte da due o più persone che interagiscono e coordinano il loro
lavoro per raggiungere uno specifico obiettivo . Esso è utilizzato spesso per attività poco prevedibili e complesse
che necessitano di un approccio più flessibile dell’iniziativa individuale.
Il gruppo può essere considerato anche un importante strumento organizzativo di coordinamento;
tradizionalmente è usato per l’integrazione di tipo orizzontale
Nella realtà delle organizzazioni è possibile ritrovare molteplici forme di gruppo. Una prima distinzione è tra:
“Gruppi informali “ che possono essere definiti come reti di relazioni personali e sociali non stabilite o
richieste dall’organizzazione formale, ma sorte spontaneamente ( derivano da relazioni di conoscenza ,
amicizia , stima reciproca..) e che vengono ad assumere un rilievo sostanziale nelle dinamiche organizzative .
A volte si manifestano concretamente (es. squadra di calcetto) altre no. È possibile fare una classificazione in:
o Gruppi orizzontali
o Gruppi verticali
o Gruppi misti
“ Gruppi formali”, sono creati dall’organizzazione. È un unità organizzativa costituita da due o più persone
che con la loro interazione e coordinamento finalizzano il loro lavoro per il raggiungimento di uno specifico
obiettivo.
ASSETTO
Le caratteristiche del gruppo sono
A] FORMALIZZAZIONE
Si caratterizza per tre elementi costitutivi:
L’assegnazione di uno specifico obiettivo (di efficacia o di efficienza/ ne troppo semplice ne troppo
complesso)
La designazione formale dei partecipanti
Lo svolgimento regolare dell’attività assegnata
I gruppi formali possono essere distinti in :
o Gruppi strutturali
Gruppi d’integrazione
o
B] DURATA
“Gruppi permanenti”, che sono caratterizzati dalla continuità nel tempo e la durevolezza (unità
organizzativa di base es. team funzionali)
“Gruppi temporanei”, che hanno una durata limitata nel tempo. Una volta raggiunto l’obiettivo per il
quale era stato costituito , conclude la sua attività e si scioglie. ( es. project team)
Unendo le distinzioni formali e quelle di durata individuiamo quattro insiemi di gruppi:
–
Strutturali permanenti( es. team funzionali)
–
Strutturali temporanei ( es. project team, particolarmente presenti in quelle aziende in cui il ricorso a
questi è sistematico e non occasionale es. agenzia di pubblicità /organizzazione adhocratica)
–
Integrazione permanenti ( es. i comitati , che hanno finalità di coordinamento)
–
Integrazione temporanei (es. gruppi di miglioramento)
C] RUOLO
Il ruolo si può definire come l’insieme delle aspettative condivise dai membri del gruppo e riguardanti una
persona che occupa una specifica posizione nel gruppo, i suoi atteggiamenti e comportamenti attesi.
Indipendentemente dal tipo di gruppo , gli individui che lo compongono sono portati ad assumere ruoli
abbastanza definiti, raggruppabili in due principali categorie:
sono funzionali al perseguimento dell’obiettivo definito)
Ruoli di compito specialistico ( quelli che
Ruoli di costruzione e mantenimento ( riferiti agli sforzi per rafforzare , regolare e perpetuare il gruppo
stesso)
M. Belbin ha sviluppato un modello di identificazione e analisi dei ruoli , affermando che esiste un
insieme di ruoli che devono essere presenti affinché un team possa essere gestito con successo. Le otto
categorie possono essere considerate a coppie.
Coordinatore
Promotore
Ideatore ( nuove idee)
Competente (ne vede l’applicabilità
Esploratore ( le nuove idee vengono dall’esterno)
o Esecutore ( non fa perdere l’obiettivo di vista)
o
Pragmatico ( trasforma i piani ed i concetti in procedure, pratiche di lavoro)
Scrupoloso ( attuazione dei piani secondo i tempi e i costi stabiliti
A queste si aggiunge una nona categoria: l’Esperto
D] DIMENSIONE
È intesa come l’estensione o il numero dei dipendenti sui quali è possibile esercitare convenientemente
l’intervento gerarchico da parte di una posizione di livello superiore. Comunque non è possibile
identificare in assoluto il numero di persone che rende ottimale il lavoro di un’unità organizzativa, ma
questo è determinato da una serie di fattori come: gli obiettivi prefissati e la logica prescelta.
In generale , i gruppi di piccola dimensione (2-3) mostrano maggiore aggregazione, flessibilità ed un
agevole scambio di opinioni:sono caratterizzati da una minore formalità e sviluppano un forte senso di
appartenenza e soddisfazione
I gruppi più numerosi presentano maggiore ricchezza e specializzazione, ma al tempo stesso differenze
di opinioni che talvolta comportano maggiori difficoltà nei processi decisionali. Il clima è meno
confidenziale ( bisogno di sotto-gruppi)