Concetti Chiave
- La crescita demografica incontrollata provoca pressioni significative sulle risorse naturali, inclusi cibo, acqua ed energia, aumentando il rischio di crisi idriche.
- L'industrializzazione, iniziata nel XVIII secolo, ha portato a un aumento della produzione e a problemi sociali e ambientali, come lo sfruttamento dei lavoratori e l'inquinamento.
- Paesi emergenti come Cina, India e Brasile sono diventati potenze economiche, ma il consumo delle risorse rimane squilibrato a livello globale.
- Il G8 ha tentato di alleviare il debito dei Paesi più poveri, ma guerre, instabilità politica e mancanza di infrastrutture continuano a ostacolare lo sviluppo.
- L'Agenda 2030 dell'ONU mira a raggiungere 17 obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030, affrontando problematiche come povertà, fame e cambiamento climatico.
Globalizzazione e questione ambientale
La popolazione, se non è controllata, cresce in proporzione geometrica. Le conseguenze ambientali sono:
-raddoppio della produzione agricola in quattro decenni
-aumento dei consumi idrici del 30% entro il 2030
-sistemazioni urbane per altri tre miliardi di persone
-maggiore bisogno di energia per sostenere la crescita economica globale
-siccità e aumento di zone aride, che accrescono il rischio di crisi idriche, cioè della diminuzione della disponibilità di acqua dolce.
L'industrializzazione ha avuto inizio nel XVIII secolo in Inghilterra con la rivoluzione industriale, che ha portato alla nascita delle fabbriche. Le conseguenze sono state:
-aumento esponenziale della produzione
-questione sociale: sfruttamento manodopera operaia
-mutamento paesaggio urbano
-le emissioni delle fabbriche hanno determinato danni e rischi per l’ambiente, per l’uomo e gli altri animali.
Nel 1913, quello che è stato poi definito Terzo Mondo (che raccoglieva il 63% della popolazione planetaria) disponeva soltanto del 5% del potenziale industriale mondiale.
L’industrializzazione del Terzo Mondo ha conosciuto un’accelerazione dopo gli anni Cinquanta del Novecento, ma tra il 1980 e il 2010, alcuni Paesi (Corea del Sud, Tailandia, Singapore, Brasile, Russia, India, Cina e SudAfrica) hanno vissuto un vero e proprio boom economico. Sono stati chiamati “Paesi emergenti” o di nuova industrializzazione.
Oggi, Cina, India e Brasile sono entrati nel gruppo delle principali potenze economiche mondiali.
I problemi nei paesi sottosviluppati sono:
-mancanza di cibo e acqua sufficienti
-analfabetismo
-mancanza di un’abitazione decente
-mancanza di cure mediche.
Oggi i Paesi più sviluppati, pur avendo solo il 15% della popolazione mondiale, consumano l’80% delle risorse della Terra. Significa che l’85% della popolazione mondiale, cioè 5 miliardi di persone, vive con il restante 20% delle risorse.
Per tentare di ripristinare un equilibrio, nel 2005 il G8 (il gruppo degli otto Paesi maggiormente industrializzati: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti d’America) ha stabilito l’azzeramento del debito per i 18 Paesi più poveri del mondo. Purtroppo, sono molti di più gli Stati la cui fragile economia è schiacciata dai debiti.
Oltre al debito pubblico, le principali cause che concorrono al sottosviluppo di questi Paesi sono le guerre, l’instabilità politica, le calamità naturali e la mancanza di infrastrutture.
Nel 2015 l’ONU ha lanciato un vero e proprio piano d’azione, l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Diciassette obiettivi globali articolati in 169 traguardi da portare a termine entro il 2030, sottoscritti da 193 Paesi membri dell’organizzazione. Gli obbiettivi sono i seguenti:
-Sconfiggere la povertà
-Sconfiggere la fame
-Salute e benessere
-Istruzione di qualità
-Parità di genere
-Acqua pulita e servizi igienico-sanitari
-Energia pulita e accessibile
-Lavoro dignitoso e crescita economica
-Imprese, innovazione e infrastrutture
-Ridurre le disuguaglianze
-Città e comunità sostenibili
-Consumo e produzione responsabili
-Lotta contro il cambiamento climatico
-La vita sott’acqua
-La vita sulla terra
-Pace, giustizia e istituzioni solide
-Parnership per gli obbiettivi
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali conseguenze ambientali della crescita incontrollata della popolazione?
- Quali sono stati gli effetti dell'industrializzazione iniziata nel XVIII secolo?
- Quali problemi affrontano i paesi sottosviluppati?
- Qual è l'obiettivo dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile lanciata dall'ONU?
La crescita incontrollata della popolazione porta al raddoppio della produzione agricola, aumento dei consumi idrici, necessità di sistemazioni urbane per tre miliardi di persone, maggiore bisogno di energia, e rischi di crisi idriche.
L'industrializzazione ha portato a un aumento esponenziale della produzione, sfruttamento della manodopera, mutamento del paesaggio urbano, e danni ambientali causati dalle emissioni delle fabbriche.
I paesi sottosviluppati affrontano problemi come la mancanza di cibo e acqua, analfabetismo, mancanza di abitazioni decenti e cure mediche.
L'Agenda 2030 mira a raggiungere 17 obiettivi globali, tra cui sconfiggere la povertà e la fame, garantire salute e benessere, istruzione di qualità, parità di genere, e combattere il cambiamento climatico entro il 2030.