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Concetti Chiave

  • I sistemi economici misti combinano l'iniziativa privata con l'intervento statale per coordinare l'economia nazionale, come sancito dalla Costituzione italiana.
  • L'articolo 41 della Costituzione italiana consente l'iniziativa economica privata, purché non contrasti con l'utilità sociale, e affida allo Stato il compito di indirizzarla verso fini sociali.
  • Negli anni del dopoguerra, l'Italia ha visto una forte presenza dello Stato imprenditore con la nazionalizzazione di imprese, seguita da privatizzazioni negli anni '90 per ridurre i costi pubblici.
  • Lo Stato fornisce servizi pubblici generali e speciali per soddisfare i bisogni collettivi, come difesa, istruzione e ordine pubblico, sostenendo l'equilibrio economico e sociale.
  • L'intervento statale è cruciale per sostenere la domanda globale, ridurre le disuguaglianze sociali e promuovere la redistribuzione della ricchezza attraverso una fiscalità progressiva.

L'economia mista

I sistemi economici di tipo misto si affidano all'iniziativa privata sia all'intervento dello Stato che coordina l'economia nazionale.
Il sistema economico italiano è a economia mista, infatti l'articolo 41 della Costituzione afferma che: “L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.”
Sul carattere misto del sistema economico italiano ha inciso la natura compromissoria della Costituzione italiana, infatti nell'ambito dei membri dell'assemblea costituente:
I membri appartenenti ai partiti di sinistra ( Socialisti, comunisti) appoggiavano l'idea di un'economia gestita prevalentemente dallo Stato;
Gli esponenti di altri partiti, soprattutto di quello liberale, sostenevano l'assoluta priorità dell'iniziativa privata
Si giunse a un accordo in base al quale l'economia italiana sarebbe stata di stampo liberista, ma con ampi spazi di intervento da parte dello Stato, volti a tutelare l'interesse collettivo e ad evitare un'iniqua distribuzione del reddito.
L'articolo 41 segna i limiti della libertà di iniziativa economia, precisando che “ Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale”.
L'iniziativa economica privata è dunque positiva e costituzionalmente legittima ma sono nella misura in cui contribuisce al benessere collettivo senza tradursi in operazioni egoistiche e tali da recare danno alle libertà altrui.
Allo stato spetta il ruolo di guidare l'attività economica, indirizzandola verso fini sociali, attraverso controlli e programmi.


A questo scopo in Italia si fa la programmazione economica, che si basa su una serie di progetti economici predisposti dal Governo, caratterizzati dalla flessibilità e dall'adattabilità alle situazione contingenti; vengono infatti delineati piani di durata pluriennale, con la possibilità di modificarli anno per anno, in relazione alle concrete esigenze del Paese e del mercato.
Negli anni del dopoguerra, in un clima di ricostruzione e di riavvio del sistema economico, furono numerosi gli interventi dello Stato, in particolare la NAZIONALIZZAZIONE delle imprese operanti nel settore della produzione e della distribuzione energetica e l'acquisizione di imprese attive in altri settori allo scopo di favorire l'espansione economia e l'occupazione.
Nel giro di pochi anni si affermò un forte STATO IMPRENDITORE, a cui corrispose il crescente aumento dei costi sostenuti per la gestione delle imprese pubbliche, spesso amministrate con criteri antieconomici
Tra le più importanti imprese pubbliche, chiamate enti pubblici economici rientravano le POSTE, le FERROVIE, L'ALITALIA, tutte controllate da L'IRI ( Istituzione di ricostruzione industriale, 1933 )un ente pubblico.
La dimensione ormai insostenibile dei costi iscritti nel bilancio statale portò a partire dagli anni 90 alla PRIVATIZZAZIONE e alla RIDUZIONE DEL RUOLO DELLO STATO IMPRENDITORE, attraverso la vendita a soggetti privati di imprese di proprietà pubblica, e la trasformazione societaria delle imprese statali in s.p.a.
Oggi il ruolo dello stato imprenditore è scomparso, anche se rimangono anche numerose imprese in cui coesistono una struttura societaria di tipo privato e la proprietà pubblica. In questi casi, lo Stato influisce sulla composizione degli organismi di amministrazione e sui processi decisionali, determinando le strategie aziendali.

LE FUNZIONI ECONOMICHE DELLO STATO
Da un punto di vista economico, lo Stato è un ente pubblico che mira alla soddisfazione dei bisogni collettivi ( necessità percepite dall'intera collettività ), ad esempio la difesa, la pubblica istruzione, il mantenimento dell'ordine pubblico, l'amministrazione della giustizia.
Lo stato provvede alla soddisfazione di tali bisogni collettivi attraverso i servizi pubblici:
SERVIZI PUBBLICI GENERALI, sono prestazioni che vengono offerte indistintamente a tutti i cittadini, senza alcuna specifica richiesta ;
SERVIZI PUBBLICI SPECIALI, sono prestazioni che vengono forniti solo alle persone che ne fanno richiesta.

La grande depressione economica americana rivelò l'impossibilità di mantenere una situazione di equilibrio economico senza ricorrere all'intervento dello Stato. Il “fallimento del mercato” dimostrò che l'economia privata, lasciata libera di sviluppare al massimo le proprie potenzialità, non era in grado di garantire l'equilibrio tra domanda e offerta. Solo l'intervento pubblico con l'applicazione di un nuovo corso economico, NEW DEAL, riuscì di fatto a contrastare la disoccupazione e a rimettere in moro l'economia.
L'intervento dello Stato in economia è divenuto pertanto fondamentale per la sua azione di sostegno alla domanda globale e all'equilibrio del mercato e per ridurre gli squilibri sociali, grazie alla redistribuzione della ricchezza e alla tutela delle classi sociali più deboli.
L'articolo 53 della Costituzione sancisce i principi della capacità contributiva e della progressività delle imposte con l'intento di ridurre le disuguaglianze esistenti nella distribuzione della ricchezza:
In base al principio della capacità contributiva ogni cittadino deve pagare le imposte in relazione alla propria capacità economica, ossia secondo il proprio reddito;
La progressività consiste nell'aumentare la percentuale dell'imposta via via che cresce il reddito. ( Chi è titolare di redditi elevati paga in proporzione )

Domande da interrogazione

  1. Qual è la caratteristica principale del sistema economico italiano?
  2. Il sistema economico italiano è di tipo misto, combinando l'iniziativa privata con l'intervento statale per coordinare l'economia nazionale, come stabilito dall'articolo 41 della Costituzione.

  3. Qual è il ruolo dello Stato nell'economia mista italiana?
  4. Lo Stato guida l'attività economica verso fini sociali attraverso controlli e programmi, assicurando che l'iniziativa privata non contrasti con l'utilità sociale.

  5. Come si è evoluto il ruolo dello Stato imprenditore in Italia?
  6. Dopo un periodo di forte intervento statale nel dopoguerra, il ruolo dello Stato imprenditore è stato ridotto a partire dagli anni '90 attraverso privatizzazioni e trasformazioni societarie.

  7. Quali sono le funzioni economiche dello Stato secondo il testo?
  8. Lo Stato mira a soddisfare i bisogni collettivi attraverso servizi pubblici generali e speciali, e interviene per sostenere la domanda globale e ridurre gli squilibri sociali.

  9. Come la Costituzione italiana affronta la questione della redistribuzione della ricchezza?
  10. L'articolo 53 della Costituzione stabilisce i principi della capacità contributiva e della progressività delle imposte per ridurre le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza.

Domande e risposte