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Concetti Chiave

  • Corrado Cagli, in un saggio del 1933, esplora l'importanza della pittura murale nell'architettura, evidenziando il suo ruolo nell'evoluzione estetica contemporanea.
  • Cagli sottolinea come artisti internazionali, come i messicani Siqueros e Rivera, abbiano un approccio diverso alla pittura murale rispetto agli italiani, influenzati dalla loro origine culturale.
  • L'autore richiama l'eredità dei Comacini e la loro influenza persistente, suggerendo una continuità tra l'antico e il moderno nel contesto della pittura su parete.
  • Cagli critica le interpretazioni accademiche e pseudo-umanistiche della pittura murale, difendendo un approccio più espressivo e meno scolastico.
  • Il concetto di "primordiale" viene proposto come un nuovo modo di dipingere, capace di superare le forme pure e il neoformalismo, abbracciando un'arte ciclica e polifonica.

Pittura nell’architettura

Nel maggio del 1933 uscì un saggio intitolato “Muri ai pittori” di Corrado Cagli sulla rivista “Quadrante”, in cui l’autore poneva l’attenzione sul tema della pittura murale, lui era uno dei principali personaggi che hanno portato alla nascita del primordialismo, fondamentale il rapporto con Ciliberti. Qui scrive:

“Richiamo l’attenzione su due fatti di grande importanza: uno avviene in pittura, l’altro in architettura. Fatti dai quali non si può prescindere se si vuol supporre per logica anziché per intuizione il divenire dell’estetica nella plastica contemporanea. In pittura, e ormai da tempo, e sotto diversi cieli, si manifestano aspirazioni all’arte murale, all’affresco. Manifestazioni antitetiche anche se parallele nell’intenzione, per la diversa genesi geografica o spirituale. Nel primo caso sottolineo il senso culturale e snobistico che può avere l’affresco in un nordamericano affinché si noti quanto sia più spontanea la stessa aspirazione in un umbro o in un toscano”
Fondamentale in queste parole, è il fatto che Cagli decida di porre l’attenzione su artisti di altre nazionalità non italiane, menzionando ad esempio i grandi esponenti della pittura murale internazionale, ovvero gli artisti di origine messicana Siqueros e Rivera, evidenziando soprattutto come questi non abbiano la stessa aspirazione e dna di un pittore umbro o toscano. Prosegue poi:
“Né intendo sostenere diritti di tradizione. Ma penso al mirabile esordio dei maestri Comacini con le prime forme romaniche, e al loro metafisico perdurare (se non è leggenda la strage subita), in comaschi del nostro secolo fino a Sant’Elia e Terragni. Quanto alla genesi spirituale alludo ai motivi che inducono alla pittura su parete”
Questa citazione ai Comacini, agli artigiani e agli scalpellini, arriva da Ciliberti, affascinato dai primi.
“Molteplici, iniqui o giusti che siano. Iniqui motivi: quelli che sono in funzione di una accademica diagnosi dell’ultimo trentennio, e di un mediatore spirito pseudo-umanistico che porta a vagheggiare forme rinascimentali (esistono ancora preraffaelliti o Sartorio, che realizza opere murali in tutta Italia) traverso il caleidoscopio falso e scolastico dei bozzetti, dei cartoni, degli spolveri.”
Cagli è l’esponente di una tradizione di pittura romana espressiva, lontana da quella del Novecento, in particolare da Sironi, il quale negli stessi anni si interessa al muralismo, pubblicando anche il manifesto nella rivista “La colonna” insieme a Carrà, Campigli e Fune.
“Giusti motivi: quelli che segnano il superamento delle forme pure e preludono a sensi di pittura ciclica; al neoformalismo classicheggiante, e arcaico, contrapponendo il primordiale. Nella necessità del ciclo, nella movenza di primordio, sono visibili i segni di un superamento delle tendenze di ripiego, fra le quali è da considerare tipica la scuola del novecento milanese. Né tale situazione è singolare della pittura. In musica, in letteratura, in tutte le arti, è lo stesso bisogno di stupore e di primordio che si fa sentire, la stessa angoscia di abbandonare il frammento, e, liberati da un complicato intelletto, farsi i muscoli e il fiato per un’arte ciclica e polifonica”
Il primordiale diventa quindi un modo di dipingere anche nel muralismo e può superare quella pittura che si basa solo sulle forme pure o sul neo formalismo classicheggiante e arcaico come in Novecento.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del saggio "Muri ai pittori" di Corrado Cagli?
  2. Il saggio si concentra sulla pittura murale e il suo ruolo nell'estetica contemporanea, evidenziando l'importanza del muralismo e il confronto tra diverse tradizioni artistiche.

  3. Come Cagli vede la differenza tra artisti italiani e internazionali nel contesto della pittura murale?
  4. Cagli sottolinea che artisti come Siqueros e Rivera non condividono la stessa aspirazione e DNA culturale di un pittore umbro o toscano, evidenziando una differenza di genesi geografica e spirituale.

  5. Qual è il significato dei riferimenti ai maestri Comacini nel saggio di Cagli?
  6. I maestri Comacini sono citati per il loro contributo alle prime forme romaniche e il loro perdurare metafisico, rappresentando un legame con la tradizione e l'evoluzione della pittura murale.

  7. Quali sono le critiche di Cagli verso alcune tendenze artistiche del suo tempo?
  8. Cagli critica le tendenze accademiche e pseudo-umanistiche che si rifanno a forme rinascimentali attraverso un approccio scolastico e superficiale, come quello dei preraffaelliti e di Sartorio.

  9. Come si inserisce il concetto di "primordiale" nel discorso di Cagli sulla pittura murale?
  10. Il primordiale è visto come un superamento delle forme pure e del neoformalismo, promuovendo un'arte ciclica e polifonica che abbandona il frammento per un'espressione più integrata e autentica.

Domande e risposte