Concetti Chiave
- L'incontro tra Dante, Guido del Duca e Rinieri da Calboli nel Purgatorio evidenzia lo stupore delle anime nel vedere un vivo attraversare tale regno.
- Guido del Duca e Rinieri discutono della decadenza morale della Toscana, concentrandosi sulle malvagità attribuite a Firenze.
- Guido profetizza un futuro oscuro per Firenze sotto il governo di Fucilieri da Calboli, noto per la sua crudeltà e spietatezza.
- La conversazione riflette sulla perdita delle virtù tradizionali come l'onestà e la cortesia nella nobiltà romagnola, un tempo ispirata dall'amore e dalla liberalità.
- Mentre Dante e Virgilio si allontanano, vengono pervasi da voci che incarnano la condanna dell'invidia, una delle tentazioni terrene che allontanano dagli ideali celesti.
Incontro tra anime nel Purgatorio
Con un attacco improviso, che elimina la divisione fra canto e canto, Dante esordisce con un colloquio che si svolge tra due anime: Guido del Duca e Rinieri da Calboli. Esse, parlando tra di loro, esprimono lo stupore che un vivo attraversi il Purgatorio e chiedono chi è e da dove viene. Dante per umiltà tace il proprio nome e metaforicamente dice che è Toscano.
Discussione sulla Toscana e Firenze
Guido dice che fa bene a parlare così e nasce una discussione sulla Toscana e la gente che la abita. La polemica ha il suo culmine nell'indicare il nome di Firenze come centro di ogni malvagità, dove Guido, ravennante, profetizza il governo crudele e spietato di un nipote di Rinieri, quel Fucilieri da Calboli che, eletto podestà a Firenze nel 1303, metterà a morte i Bianchi e trascinerà la città nella selva del vizio.Alla decadenza Dante contrappone, sempre facendo parlare i due, le ormai spente tradizioni di onestà, di amore e cortesia.Alla richiesta di Dante Guido rivela il suo nome e quello del compagno. Guido passa così in rassegna l'intera classe romagnola nobiliare, che si ispirava all'amore e alla liberalità. Poi, pieno di dolore e tristezza, congeda il poeta. Virgilio e Dante riprendono allora il cammino e, mentre procedono, sentono risuonare nell'aria altre voci, rapide come tuoni. La prima ricorda le parole che Caino pronunciò dopo aver ucciso il fratello; la seconda quelle di Aglauro,tramutata in sasso da Mercurio per punire l'invidia nei confronti della sorella amata dal dio. Dante con paura si accosta a Virgilio, il quale gli parla dell'invidia dell'uomo che si lascia vincere dalle lusinghe terrene non curandosi di quelle belle del cielo.