alexandermagnius
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Concetti Chiave

  • Nel quarto cerchio, Dante e Virgilio affrontano il demone custode e osservano i dannati avari e prodighi, impegnati in un perpetuo scontro con grandi massi.
  • Dante nota la presenza di molti uomini di Chiesa tra gli avari, sottolineando la diffusione del vizio dell'avarizia anche tra i religiosi.
  • Virgilio spiega la natura del peccato e la vanità delle ricchezze che la Fortuna, creata da Dio, distribuisce agli uomini in modo imprevedibile.
  • La Fortuna agisce secondo il giudizio divino e le sue leggi governano le vicende umane, rendendo inutili le maledizioni contro di lei.
  • Nel quinto cerchio, Dante e Virgilio scoprono gli iracondi e gli accidiosi, immersi nella palude Stigia, e proseguono fino a una torre.

Indice

  1. L'incontro con il demone custode
  2. La folla degli avari e prodighi
  3. La natura della Fortuna
  4. Il quinto cerchio infernale

L'incontro con il demone custode

Il demone custode del quarto cerchio assale con grida blasfeme Dante, ma Virgilio lo zittisce dichiarando la volontà divina, e i due poeti si avvicinano alla schiera degli avari e prodighi.

La folla degli avari e prodighi

Una grande folla di dannati si assiepano tumultuosa del cerchio, divisa nelle due schiere degli avari e dei prodighi: fanno rotolare grandi massi in senso posto, con i flutti nei pressi di Scilla e Cariddi, scontrandosi e imprecando gli uni contro gli altri.

Soprattutto fra gli avari, Dante nota molti uomini di Chiesa, vittime privilegiate di questo vizio. Virgilio espone la natura del peccato, E conclude affermando la vanità delle ricchezze che la Fortuna dona agli uomini.

La natura della Fortuna

Virgilio spiega che cosa sia la Fortuna: creata da Dio, dispensa i beni di volta in volta a diversi popoli, in modo imprevedibile per l'uomo e secondo il suo occulto giudizio. Le sue leggi regolano la vita degli uomini e presiedono alle alterne vicende della storia, come le potenze angeliche presiedono e ordinano il moto dei cieli. I suoi cambiamenti sono rapidissimi e seguono il volere divino, Per cui inutili sono le maledizioni umane contro di lei.

Il quinto cerchio infernale

Dante e Virgilio seguono le acque di una fonte bollente, che si apre nell'ampia palude Stigia: è il quinto cerchio infernale, dove sono immersi gli iracondi che si picchiano e mordo la vicenda. Sotto il fango-aggiunge Virgilio-giacciono gli accidiosi, i cui sospiri fanno gorgogliare la superficie. I due poeti costeggiano la palude e giungono ai piedi di una torre.

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