Concetti Chiave
- Nel quarto cerchio, Dante e Virgilio affrontano il demone custode e osservano i dannati avari e prodighi, impegnati in un perpetuo scontro con grandi massi.
- Dante nota la presenza di molti uomini di Chiesa tra gli avari, sottolineando la diffusione del vizio dell'avarizia anche tra i religiosi.
- Virgilio spiega la natura del peccato e la vanità delle ricchezze che la Fortuna, creata da Dio, distribuisce agli uomini in modo imprevedibile.
- La Fortuna agisce secondo il giudizio divino e le sue leggi governano le vicende umane, rendendo inutili le maledizioni contro di lei.
- Nel quinto cerchio, Dante e Virgilio scoprono gli iracondi e gli accidiosi, immersi nella palude Stigia, e proseguono fino a una torre.
Indice
L'incontro con il demone custode
Il demone custode del quarto cerchio assale con grida blasfeme Dante, ma Virgilio lo zittisce dichiarando la volontà divina, e i due poeti si avvicinano alla schiera degli avari e prodighi.
La folla degli avari e prodighi
Una grande folla di dannati si assiepano tumultuosa del cerchio, divisa nelle due schiere degli avari e dei prodighi: fanno rotolare grandi massi in senso posto, con i flutti nei pressi di Scilla e Cariddi, scontrandosi e imprecando gli uni contro gli altri.
Soprattutto fra gli avari, Dante nota molti uomini di Chiesa, vittime privilegiate di questo vizio. Virgilio espone la natura del peccato, E conclude affermando la vanità delle ricchezze che la Fortuna dona agli uomini.La natura della Fortuna
Virgilio spiega che cosa sia la Fortuna: creata da Dio, dispensa i beni di volta in volta a diversi popoli, in modo imprevedibile per l'uomo e secondo il suo occulto giudizio. Le sue leggi regolano la vita degli uomini e presiedono alle alterne vicende della storia, come le potenze angeliche presiedono e ordinano il moto dei cieli. I suoi cambiamenti sono rapidissimi e seguono il volere divino, Per cui inutili sono le maledizioni umane contro di lei.
Il quinto cerchio infernale
Dante e Virgilio seguono le acque di una fonte bollente, che si apre nell'ampia palude Stigia: è il quinto cerchio infernale, dove sono immersi gli iracondi che si picchiano e mordo la vicenda. Sotto il fango-aggiunge Virgilio-giacciono gli accidiosi, i cui sospiri fanno gorgogliare la superficie. I due poeti costeggiano la palude e giungono ai piedi di una torre.