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Concetti Chiave

  • L'episodio degli ipocriti è caratterizzato da una grigia desolazione, con elementi dominanti come lentezza, pianto e stanchezza che emergono chiaramente.
  • Il verso "Oh in etterno faticoso manto!" è stato interpretato maliziosamente, ma l'unico tono scherzoso è nel motto finale di Catalano contro Virgilio.
  • La lentezza degli ipocriti è descritta in modo tale che i poeti, camminando normalmente, sembrano correre rispetto ai dannati, che avanzano a lenti passi.
  • Il pianto degli ipocriti è descritto come un dolore che diventa sostanza concreta, distinto da altri pianti visti con disprezzo, segnalando una profonda sofferenza.
  • Il tono generale dell'episodio è di comprensione per la sofferenza degli ipocriti, una compassione non riservata ad altre pene, come quella dei barattieri.

Indice

  1. L'episodio degli ipocriti
  2. Altri aspetti

L'episodio degli ipocriti

Stupisce che critici di alto livello abbiano considerato l'episodio degli ipocriti, nella sua intonazione generale e nei particolari, come beffardo, sarcastico, ironico, addirittura caricaturale; persino il verso "Oh in etterno faticoso manto!" è stato da qualcuno definito malizioso. In verità, di scherzoso e ironico non c'è che il motto finale di Catalano contro Virgilio; esso, forse, ha per i critici riverberato la sua luce su quel che precede. E' invece un motto che appartiene narrativamente all'episodio dei barattieri, e ne riprende per l'ultima volta il tono. Tuttavia, messo in bocca a uno di questi ipocriti, rappresentati in tutto l'episodio ben altrimenti, può spiegare l'erronea interpretazione.

Nella bolgia degli ipocriti non so vedere, d'accordo con non meno autorevoli interpreti, altro che grigia desolazione. Sin dai primi tre versi si hanno le notazioni essenziali:

una gente dipinta
che giva intorno assai con lenti passi,
piangendo e nel sembiante stanca e vinta
:

dunque, a parte la doratura delle cappe: lentezza, pianto, stanchezza. Questa notazioni domineranno tutto l'episodio. Si notino l'inversione assai con lenti passi e l'altra, el senta / qualunque passa, come pesa, pria (119-120); inversione non isolate in questo episodio, che sono il correlativo stilistico di figure e immagini di stento.

Altri aspetti

Sulla lentezza del procedere il poeta insiste con evidenza figurativa nei vvv. 70-72, dove dice che per effetto di essa i due visitatori, che evidentemente camminavano ad andatura normale, a ogni passo si trovavano a d aver a fianco un diverso dannato: ognuno di questi appena raggiunto era sorpassato, sì che per i frati dannati l'andatura dei poeti sembra un correre (78); non possono mostrare la loro fretta di raggiungerli, che avevano nell'animo, se non nel viso, gravati come sono nella persona dal carco.

Sono oltrepassati dai due poeti certo solo di pochi passi; eppure il giro lento della descrizione fa pensare che a superare quel breve spazio essi impieghino un tempo assai lungo. Connessa con la lentezza, la stanchezza: la quale si manifesta nell'aspetto di tuta la persona (nel sembiante stanca e vinta, dove l'aggettivo e il participio-aggettivo costituiscono un tutt'uno: gente che si trascina rassegnata).

Infine, il pianto. Certo, molti dannati piangono, anche Lucifero co i suoi spaventosi sei occhi; ma sul pianto degli ipocriti il poeta insiste particolarmente: tanto distilla / quant'i'veggio dolor giù per le guance (97-98); dove, si badi, il dolore propriamente non distilla lagrime, ma è esso stesso, il dolore, divenuto sostanza concreta, a scendere sulle guance. E' un pianto non visto col disprezzo con cui aveva visto altri pianti, come quello degli indovini. Si discute se il discorso di Dante ai frati, che egli interrompe subito alle prime parole, sarebbe stato di compassione o di rampogna. Difficile dirlo; ma il tono generale dell'episodio è però certamente di comprensione per la sofferenza di questi dannati; comprensione che il poeta non aveva avuto per altre pene, oggettivamente più atroci, per esempio quella dei barattieri.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'interpretazione comune dell'episodio degli ipocriti?
  2. L'episodio degli ipocriti è spesso interpretato come beffardo, sarcastico e ironico, ma in realtà è caratterizzato da una grigia desolazione, con lentezza, pianto e stanchezza che dominano l'episodio.

  3. Come viene descritta la lentezza nel procedere degli ipocriti?
  4. La lentezza è evidenziata figurativamente, con i poeti che superano i dannati a ogni passo, facendo sembrare la loro andatura un correre, mentre i dannati appaiono gravati e incapaci di mostrare fretta.

  5. Qual è il significato del pianto degli ipocriti secondo il poeta?
  6. Il pianto degli ipocriti è descritto come un dolore che diventa sostanza concreta sulle guance, distinto da altri pianti visti con disprezzo, e il tono generale è di comprensione per la loro sofferenza.

  7. Qual è il tono generale dell'episodio nei confronti della sofferenza degli ipocriti?
  8. Il tono generale dell'episodio è di comprensione per la sofferenza degli ipocriti, una comprensione che il poeta non aveva per altre pene, come quella dei barattieri.

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