Concetti Chiave
- Dante e Virgilio esplorano la terza bolgia dell'ottavo cerchio, dove sono puniti i simoniaci, conficcati a testa in giù con i piedi bruciati da fiamme.
- Il contrappasso per i simoniaci riflette la loro avidità terrena, capovolgendo la legge di Cristo, ora capovolti nella punizione.
- Dante si avvicina a Niccolò III, un papa punito, che scambia Dante per Bonifacio VIII, mostrando un errore drammatico e narrativo.
- Niccolò III profetizza l'arrivo di due papi peggiori, incluso Clemente V, evidenziando la corruzione e il nepotismo ecclesiastico.
- La scena si conclude con Virgilio che approva lo sfogo di Dante contro la simonia, simboleggiando la ragione che riconosce il progresso morale di Dante.
L'ingresso nella terza bolgia
In prima mattinata del Sabato Santo del 9 aprile 1300, Dante e Virgilio entrano nella terza bolgia dell’ottavo cerchio, quello dei fraudolenti, composto da dieci malebolge. In questa bolgia, la terza, sono puniti i simoniaci. La loro pena è quella di star conficcati a testa in giù in fori della roccia, con piante dei piedi lambite da fiamme ardenti.
Il contrappasso è per analogia: come in vita vollero riempire le borse di denaro, così ora sono rimborsati in buche; poiché capovolsero la legge di Cristo, ora sono capovolti.L'incontro con Niccolò III
Appena entrati, Dante viene colpito da uno dei puniti in particolare, poiché la sua fiamma rosseggia in modo più vivo e si agita più degli altri peccatori. Virgilio dà il permesso a Dante di avvicinarsi e di parlare con lui. Il poeta assume quindi una posizione di confessore, in quanto invita il peccatore ad ammettere i propri peccati. La situazione appare dunque rigirata, poiché il punito non solo è un membro ecclesiastico, ma addirittura un papa, ovvero Niccolò III. Il dannato è sottoposto quasi ad un processo di umiliazione, in più scambia Dante per Bonifacio VIII, che dovrebbe sostituirlo nella scomoda posizione. Questo è un abilissimo espediente narrativo che permette all’autore (Dante) di processare un papa, nonché acerrimo nemico, ancora in vita.
La profezia e il dialogo
Virgilio sollecita Dante a chiarire l’equivoco. Il peccatore quindi si rivela e fa una profezia post eventum, in cui annuncia l’arrivo di altri e due papi, uno peggiore dell’altro. Uno di questi sarà Clemente V, che corruppe per essere eletto papa. Da adesso il dialogo diventa più diretto e senza giri di parole, in più vengono usate parole volgari. Dante ribadisce la giustezza di tale pena nei confronti dei simoniaci. Virgilio, durante lo sfogo legittimo di Dante, resta in disparte e in silenzio per tutto il tempo. Al termine del discorso di Dante, il poeta viene abbracciato dalla guida, in segno di accordo e compiacimento. In termini allegorici, la ragione è soddisfatta dai progressi compiuti dall’uomo-Dante durante la via della salvezza.
Domande da interrogazione
- Qual è la punizione inflitta ai simoniaci nella terza bolgia?
- Chi è il personaggio che Dante incontra nella terza bolgia e quale equivoco si verifica?
- Qual è il ruolo di Virgilio durante il dialogo tra Dante e Niccolò III?
Nella terza bolgia, i simoniaci sono puniti stando conficcati a testa in giù in fori della roccia, con le piante dei piedi lambite da fiamme ardenti, come contrappasso per aver capovolto la legge di Cristo.
Dante incontra Niccolò III, un papa, che scambia Dante per Bonifacio VIII, il suo successore nella punizione. Questo equivoco permette a Dante di processare simbolicamente un papa ancora in vita.
Virgilio sollecita Dante a chiarire l'equivoco e rimane in disparte e in silenzio durante lo sfogo di Dante, mostrando accordo e compiacimento alla fine del discorso, simbolizzando la soddisfazione della ragione per i progressi di Dante.